Nuova ricerca

DINO GIOVANNINI

Professore emerito
Dipartimento Educazione e Scienze Umane


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Pubblicazioni

2020 - Personality traits and oral device: A new challenge to increase compliance with MAD therapy for OSAS and snoring [Articolo su rivista]
Mezzofranco, L.; Gracco, A. L. T.; Milano, F.; Di-Bernardo, G. A.; Vezzali, L.; Giovannini, D.
abstract

Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) is a respiratory syndrome and oral devices can be used for its treatment. This study aimed to evaluate the opinions of a generic subject about being treated by a dentist for a general health problem and the association between personality traits and the predisposition to use a MAD for the treatment of OSAS and snorting. One hundred and forty-eight participants were enrolled in the study and were asked to fill in the questionnaires. Personality traits were evaluated using NFC (Need for Closure), PER (openness to new experiences), STAI-Trait and STAI-Stat questionnaires (State-Trait Anxiety Inventory). The propensity to be treated with dental devices for a general health problem such as OSAS and snoring was evaluated with a specific questionnaire. Eight out of ten participants would accept to use dental device to be kept at night for the solution of a health problem or the treatment of a disease that does not affect the teeth. A positive opinion on device used to treat OSAS was associated with higher PER and lower Mad-related distress, while the opinion of usefulness of the device was positively associated with higher PER and STAI-Trait. A positive opinion about treatment of snorting and OSAS using dental devices was associated with higher PER, while lower STAI-Trait was associated with positive opinion on treatment of snorting using dental-devices. The results suggest that some personality traits are associated with the propensity to use MAD to treat a general pathology as OSAS.


2019 - Sviluppare le abilità relazionali in classe [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

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2018 - Comportamento non verbale intergruppi “oggettivo”: una replica dello studio di Dovidio, kawakami e Gaertner (2002) [Abstract in Atti di Convegno]
Di Bernardo, Gian Antonio; Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; Palazzi, Andrea; Calderara, Simone; Bicocchi, Nicola; Zambonelli, Franco; Cucchiara, Rita; Cadamuro, Alessia; Cocco, Veronica Margherita
abstract

Vi è una lunga tradizione di ricerca che ha analizzato il comportamento non verbale, anche considerando relazioni intergruppi. Solitamente, questi studi si avvalgono di valutazioni di coder esterni, che tuttavia sono soggettive e aperte a distorsioni. Abbiamo condotto uno studio in cui si è preso come riferimento il celebre studio di Dovidio, Kawakami e Gaertner (2002), apportando tuttavia alcune modifiche e considerando la relazione tra bianchi e neri. Partecipanti bianchi, dopo aver completato misure di pregiudizio esplicito e implicito, incontravano (in ordine contro-bilanciato) un collaboratore bianco e uno nero. Con ognuno di essi, parlavano per tre minuti di un argomento neutro e di un argomento saliente per la distinzione di gruppo (in ordine contro-bilanciato). Tali interazioni erano registrate con una telecamera kinect, che è in grado di tenere conto della componente tridimensionale del movimento. I risultati hanno rivelato vari elementi di interesse. Anzitutto, si sono creati indici oggettivi, a partire da un’analisi della letteratura, alcuni dei quali non possono essere rilevati da coder esterni, quali distanza interpersonale e volume di spazio tra le persone. I risultati hanno messo in luce alcuni aspetti rilevanti: (1) l’atteggiamento implicito è associato a vari indici di comportamento non verbale, i quali mediano sulle valutazioni dei partecipanti fornite dai collaboratori; (2) le interazioni vanno considerate in maniera dinamica, tenendo conto che si sviluppano nel tempo; (3) ciò che può essere importante è il comportamento non verbale globale, piuttosto che alcuni indici specifici pre-determinati dagli sperimentatori.


2018 - Simposio “Nuove direzioni di ricerca sul comportamento non verbale intergruppi” [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Sebbene vi sia una vasta tradizione di ricerca che si è occupata di analizzare il comportamento nonverbale e le reazioni fisiologiche in contesti intergruppi, molte direzioni rimangono ancora inesplorate. In aggiunta a ciò, i mezzi forniti oggi dalla tecnologia consentono un salto qualitativo notevole negli studi condotti, che possono portare a linee di ricerca totalmente nuove e impensate. I quattro contributi del simposio contribuiscono in maniera importante a questi due punti. Di Bernardo e collaboratori hanno replicato, estendendolo, un celebre studio di Dovidio, Kawakami e Gartner (2002), utilizzando nuove tecnologie. I risultati indicano come si possa studiare il comportamento nonverbale “oggettivo”, come questo sia largamente funzione del pregiudizio implicito e come le interazioni abbiano una natura dinamica. Andrighetto e collaboratori hanno ottenuto effetti simili analizzando gli effetti del pregiudizio implicito e della motivazione a non essere razzisti sul comportamento nonverbale diretto alle persone omosessuali. Gli altri due contributi sono legati al tema delle bugie declinato in chiave intergruppi. Trifiletti e collaboratori, esaminando la relazione tra bianchi e neri, hanno trovato evidenze (seppure non particolarmente forti) che alla base della maggiore accuratezza nel rilevare l’inganno in membri dell’ingroup vi è una differenza nei comportamenti nonverbali dei membri dei due gruppi. D’Ascenzo e collaboratori hanno trovato che la dilatazione pupillare è maggiore quando il target è nero vs. bianco, indipendentemente dal fatto che i partecipanti dicano o meno la verità. In definitiva, i contributi dimostrano come lo studio del comportamento nonverbale intergruppi abbia ampi margini di innovazione.


2018 - Using Kinect camera for investigating intergroup non-verbal human interactions [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Di Bernardo, Gian Antonio; Cadamuro, Alessia; Cocco, Veronica Margherita; Crapolicchio, Eleonora; Bicocchi, Nicola; Calderara, Simone; Giovannini, Dino; Zambonelli, Franco; Cucchiara, Rita
abstract

A long tradition in social psychology focused on nonverbal behaviour displayed during dyadic interactions generally relying on evaluations from external coders. However, in addition to the fact that external coders may be biased, they may not capture certain type of behavioural indices. We designed three studies examining explicit and implicit prejudice as predictors of nonberval behaviour as reflected in objective indices provided by Kinect cameras. In the first study, we considered White-Black relations from the perspective of 36 White participants. Results revealed that implicit prejudice was associated with a reduction in interpersonal distance and in the volume of space between Whites and Blacks (vs. Whites and Whites), which in turn were associated with evaluations by collaborators taking part in the interaction. In the second study, 37 non-HIV participants interacted with HIV individuals. We found that implicit prejudice was associated with reduced volume of space between interactants over time (a process of bias overcorrection) only when they tried hard to control their behaviour (as captured by a stroop test). In the third study 35 non-disabled children interacted with disabled children. Results revealed that implicit prejudice was associated with reduced interpersonal distance over time.


2017 - 4 aprile 2017. Intervista a Telereggio in merito al libro Ridurre il pregiudizio in classe. Come promuovere la coesione nella scuola multiculturale. [Altro]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Giovannini, Dino
abstract

4 aprile 2017. Intervista a Telereggio in merito al libro Ridurre il pregiudizio in classe. Come promuovere la coesione nella scuola multiculturale.


2017 - Expectancies, cultural distance and group representations as predictors of majority and minority adolescents’ intergroup attitudes [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Stathi, Sofia
abstract

In this study, we consider the concept of cultural distance and, for the first time, we integrate it with Berry’s acculturation model (1997), by testing whether contact impacts on cultural distance by considering a sample of both majority and minority participants. A questionnaire was administered to 397 Italian and 142 immigrant students enrolled in secondary schools. First, we tested the hypothesis that intergroup expectancies predict frequent and positive contact. Second, we introduced the construct of cultural distance based on Berry’s (1997) model. To operationalize this construct, we moved from the observation that group representations correspond to Berry’s acculturation strategies. Participants were also asked to provide their meta-perceptions on these representations. We then calculated the difference between each group representation and corresponding meta-perception in order to obtain a measure of perceived cultural distance for each of the four group representations/acculturation strategies. SEM analyses revealed that, among Italians, the most influential intergroup expectancies associated with contact were contact avoidance due to fear of being rejected and to disinterest in interacting with the outgroup. In turn, contact was associated with improved intergroup attitudes via both one-group group representations and reduced cultural distance on the separation strategy. Among immigrants, the most relevant intergroup expectancies associated with contact were contact avoidance due to fear of being rejected and to disinterest in contact, in addition to fear of being discriminated against. Interestingly, contact had a marginal indirect relation with more positive outgroup attitudes via reduced cultural distance on the integration strategy, somehow providing evidence for deprovincialization.


2017 - Il Pregiudizio tra i Gruppi [Capitolo/Saggio]
DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Il capitolo presenta un'analisi del pregiudizio e delle sue cause, mostrando come esso dipenda sia dalla struttura di personalità delle persone, sia (soprattuto) da processi psicologici "normali" e imprescindibili, come la categorizzazione sociale. Si sono anche descritte le forme che il pregiudizio può assumere e come queste influenzino il comportamento umano.


2017 - Introduzione [RIDURRE IL PREGIUDIZIO IN CLASSE: Come promuovere la coesione nella scuola multiculturale] [Breve Introduzione]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Giovannini, Dino
abstract

Introduzione al volume, chiarendone la collocazione nel panorama della ricerca-intervento sulla riduzione del pregiudizio.


2017 - L'Importanza degli Interventi a Scuola per Migliorare le Relazioni Interpersonali e fra i Gruppi [Capitolo/Saggio]
DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Basandosi sui risultati emersi da una ricerca condotta in diverse scuole superiori il capitolo descrive come la scuola rappresenti, in una società sempre più multiculturale, un ambiente privilegiato per implementare strategie orientate alla riduzione del pregiudizio e al miglioramento delle relazioni tra ragazzi/e con differenti background culturali.


2017 - Migliorare le Relazioni Tra Gruppi [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Giovannini, Dino
abstract

Il capitolo passa in rassegna alcune delle strategie più efficaci utilizzate in psicologia sociale per ridurre il pregiudizio verso gli outgroup. In particolare, il capitolo si focalizza sulla descrizione dell'Ipotesi del contatto e dei suoi successivi sviluppi.


2017 - Need for closure and reactions to innovation [Articolo su rivista]
Chernikova, Marina; Kruglanski, Arie; Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; Su, Junjie
abstract

Although prior research on need for closure (NFC) has shown that it can lead individuals to dislike change, the mechanisms underlying that dislike were unclear. The current studies extend previous findings by investigating a mediating mechanism that may explain high NFC individuals’ dislike of change. In two studies using Italian (N = 852) and American (N = 94) samples, we hypothesized that high NFC individuals would have lower intentions to use new technological developments, and that this relationship would be mediated by anxiety about the new technology. We found partial support for our hypotheses. This research advances the literature on NFC by demonstrating that it can have an influence in domains in which it has not previously been tested.


2017 - Presentazione del libro “Ridurre il pregiudizio in classe: come promuovere la coesione nella scuola multiculturale”, presso l’Aula Magna “P. Manodori” di Palazzo Dossetti (Università di Modena e Reggio Emilia). Sono intervenuti alla presentazione Angelo O. Andrisano (Magnifico Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia), Giorgio Zanetti (Direttore Dipartimento Educazione e Scienze Umane), Raffaella Curioni (Assessora a Educazione e Conoscenza del Comune di Reggio Emilia), Elena Trifiletti (docente di psicologia sociale, Università di Verona), Andrea Carboni (docente Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione Motti di Reggio Emilia), Lisa Cortesi (studentessa Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (Università di Modena e Reggio Emilia). [Altro]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Giovannini, Dino
abstract

Presentazione del libro “Ridurre il pregiudizio in classe: come promuovere la coesione nella scuola multiculturale”, presso l’Aula Magna “P. Manodori” di Palazzo Dossetti (Università di Modena e Reggio Emilia). Sono intervenuti alla presentazione Angelo O. Andrisano (Magnifico Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia), Giorgio Zanetti (Direttore Dipartimento Educazione e Scienze Umane), Raffaella Curioni (Assessora a Educazione e Conoscenza del Comune di Reggio Emilia), Elena Trifiletti (docente di psicologia sociale, Università di Verona), Andrea Carboni (docente Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione Motti di Reggio Emilia), Lisa Cortesi (studentessa Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (Università di Modena e Reggio Emilia).


2017 - Religion, prejudice, and improvement of interreligious relationships [Abstract in Atti di Convegno]
DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

The presentation reviewed the psychosocial literature that investigated the relation between prejudice and religion. On the one hand, it has been highlighted the critical role of religion in both enhancing and challenging social hierarchies and, on the other hand, strategies have been proposed in order to maximize the positive effects of religion in intergroup relations.


2017 - Ridurre il Pregiudizio in Classe. Come Promuovere la Coesione nella Scuola Multiculturale. [Curatela]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Giovannini, Dino
abstract

Il volume analizza il tema del pregiudizio e della discriminazione, nonchè alcuni modelli psicologici che consentono di promuovere l'integrazione sociale. Viene, inoltre, descritta un'attività di sperimentazione condotta in istituti secondari superiori fortemente caratterizzati in senso multiculturale, accompagnata da indicazioni su come condurre le attività in classe per ottenere benefici sul piano della riduzione del pregiudizio.


2017 - Strengthening purity: Moral purity as a mediator of direct and extended contact on sexual prejudice [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Brambilla, Marco; Giovannini, Dino; Colucci, Francesco Paolo
abstract

The present research investigated whether enhanced perceptions of moral purity drive the effects of intergroup cross-group friendships on the intentions to interact with homosexuals. High-school students (N = 639) reported their direct and extended cross-group friendships with homosexuals as well as their beliefs regarding the moral character of the sexual minority. Participants further reported their desire to interact with homosexuals in the future. Results showed that both face-to-face encounters and extended contact with homosexuals increased their perceived moral purity, which in turn fostered more positive behavioral intentions. Results further revealed the specific role of moral purity in this sense, as differential perceptions along other moral domains (autonomy and community) had no mediation effects on behavioral tendencies toward homosexuals. The importance of these findings for improving intergroup relations is discussed, together with the importance of integrating research on intergroup contact and morality.


2017 - Taking advantage of direct contact intercultural videos to implement vicarious contact: A school-based intervention [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Stathi, Sofia; Capozza, Dora; Giovannini, Dino
abstract

Although direct, face-to-face contact between groups is more and more frequent in multicultural societies, phenomena of ethnic re-segregation and practical and organizational difficulties make interventions based on direct contact impractical. However, recent research showed that also observing ingroup members interacting with outgroup individuals is sufficient to improve outgroup attitudes. Based on these premises, we implemented a vicarious intergroup contact intervention, using stimuli created with a previous direct intergroup contact intervention. The aim was to create an engaging intervention for schools, where videos of direct contact at school would inform a subsequent vicarious contact intervention. Participants belonged to both the ethnic majority (Italian) and the ethnic minority group (immigrant), and were all high-school students. In the preparatory direct contact phase, participants took part in a competition for the best video on intercultural friendships. This way, we obtained the stimuli for the second phase. In the vicarious contact phase, videos created in the first phase were shown to participants who had not taken part in the direct contact phase. Results showed that vicarious contact, compared with a control condition, improved outgroup attitudes, reduced negative outgroup stereotypes, and increased intentions to have contact with outgroup members. Interestingly, these effects only emerged when intercultural friendships in the videos were clearly noticeable. The effects were mediated by inclusion of the other in the self, thus confirming the role of this variable in explaining vicarious contact effects. We discuss theoretical and practical implications of the findings.


2017 - The importance of selecting the best prejudice-reduction strategy: Direct an indirect intergroup contact interventions [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Hewstone, Miles; Stathi, Sofia; Capozza, Dora; Trifiletti, Elena; Giovannini, Dino
abstract

Although direct contact proved to be extremely effective, there is no consensus neither on the best way to structure the contact setting nor on the order in which different types of interventions should be conducted, especially whether contact should be first categorized, decategorized or both (Brown & Hewstone, 2005; Pettigrew, 1998). In the first study, participants were 216 Italian first-year high-school students, taking part at the beginning of the school year in a 5-week intervention. The order of categorization instructions (how to behave with outgroup peers) was systematically varied. The four conditions were (a) categorization-decategorization; (b) decategorization-categorization; (c) categorization+decategorization; (d) no instructions (control). Results, with measures assessed 1 week and also 6 months after the intervention, revealed that the best strategy was categorization followed by decategorization. However, direct contact interventions can be impractical. We therefore conducted a vicarious contact intervention in order to show that outcomes of a direct contact intervention can be used to spread its effects among a larger number of individuals. Specifically, we conducted an intervention in two phases. In the first phase, 91 Italians (majority) and 37 immigrants (minority) worked together on creating videos depicting intercultural friendships. In the second phase, 358 Italians and 127 immigrants watched the videos before (experimental condition) or after (control condition) completing a questionnaire. Results showed that vicarious contact improved outgroup attitudes and outgroup stereotypes, and increased contact behavioural intentions, but only when intercultural friendships in the videos were clearly noticeable. IOS emerged as the mediator of the effects.


2016 - Contatto intergruppi e riduzione del pregiudizio: l’importanza della combinazione di strategie per il miglioramento delle relazioni intergruppi [Abstract in Atti di Convegno]
Trifiletti, Elena; Vezzali, Loris; Hewstone, Miles; Giovannini, Dino; Cortesi, Lisa
abstract

Sebbene si è trovato che il contatto favorisce la riduzione del pregiudizio, modelli in apparenza contrastanti hanno suggerito modalità differenti di strutturazione del setting di contatto al fine di massimizzarne gli effetti. I modelli più noti sono: (a) de categorizzazione (Brewer & Miller, 1984), secondo cui occorre ridurre la salienza delle appartenenze categoriali; (b) categorizzazione (Hewstone & Brown, 1986), che suggeriscono invece di rinforzare la salienza delle distinzioni di gruppo; (c) identità comune (Gaertner & Dovidio, 2000), che propongono di creare la percezione che ingroup e outgroup appartengano allo stesso gruppo. Pettigrew (1998) ha suggerito che queste strategie possono essere complementari, se ordinate secondo un continuum decategorizzazione (così da togliere l’ansia intergruppi iniziale) – categorizzazione (per favorire la generalizzazione – (eventualmente) identità comune. Brown e Hewstone (2005) hanno inoltre proposto che potrebbe essere utile discutere contemporaneamente sia di aspetti legati alle caratteristiche personali (de categorizzazione) sia di tematiche legate ai gruppi (categorizzazione). Per verificare la combinazione migliore di strategie, abbiamo condotto un esperimento con 236 studenti italiani di prima superiore che frequentavano classi miste. Si sono create 4 condizioni sperimentali: decategorizzazione-categorizzazione, categorizzazione-decategorizzazione, decategorizazione+categorizzazione, controllo. Nella prima condizione, i partecipanti hanno inizialmente ricevuto istruzioni di parlare con gli stranieri in classe di aspetti personali e, in un secondo tempo, di tematiche legate ai gruppi. Nella seconda, si è invertito l’ordine di presentazione delle istruzioni. Nella terza, i due tipi di istruzione sono stati forniti contemporaneamente. Nella quarta, non si fornivano istruzioni. Sulla base di un questionario, i risultati forniscono sostegno soprattutto per la condizione categorizzazione-decategorizzazione.


2016 - I bambini e il terremoto: strategie per fronteggiare lo stress [Capitolo/Saggio]
Cadamuro, Alessia; Versari, Annalisa; Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Il capitolo tratta di un programma di ricerca da noi condotto all'indomani del terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna nel 2012 volto a comprendere le conseguenze dell'evento sui bambini unitamente alle modalità per preservare al meglio le proprie funzioni cognitive e reagire all'evento in maniera efficace.


2016 - Inside the earthquake: Perceived disaster exposure and outgroup helping intentions among Italian and immigrant victims of the 2012 Italian earthquakes [Articolo su rivista]
Andrighetto, Luca; Vezzali, Loris; Bergamini, Giulia; Nadi, Chaima; Giovannini, Dino
abstract

The aim of the present research was to investigate the psychological processes driving outgroup helping intentions among ethnic groups actually involved in natural disasters. We proposed that disaster exposure would be associated with different degrees of outgroup helping intentions depending on victim’s ethnic group of belonging. Specifically, based on an integration between the common ingroup identity model (Gaertner & Dovidio, 2000) and the integrated threat theory (Stephan & Stephan, 2000), we hypothesized that perceived disaster exposure would be negatively associated with ethnic majorities’ altruistic intentions via increased outgroup threat, and it would be positively associated with ethnic minorities’ altruistic intentions via enhanced one-group perception. The findings of our research conducted with Italian natives (i.e., majority group) and immigrants (i.e., minority group) struck by the 2012 Northern Italian earthquakes fully supported our predictions. Implications of these findings for developing “altruistic” communities in postdisaster contexts are discussed together with the importance of considering the combined contribution of different psychological theories.


2016 - Italy Country Note [2016] [Capitolo/Saggio]
Addabbo, Tindara; Cardinali, Valentina; Giovannini, Dino; Mazzucchelli, Sara
abstract

The Chapter includes analyses on the current leaves and other employment-related policies to support parents in Italy, the relationship between leave policy and early childhood education and care policies, changes in policies occurred in Italy in the last year, data on the take-up of leaves and a survey of the most recent studies as well information on the current research projects on the subject regarding Italy within the International Review of Leave Policies and Research published yearly by the International Network on Leave Policies and Research.


2016 - Le relazioni tra italiani e stranieri all’indomani del terremoto [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Cadamuro, Alessia; Versari, Annalisa
abstract

In seguito al terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2012, si è portato avanti un programma di ricerca che ci ha permesso di comprendere in parte i processi psicologici legati alla reazione al terremoto in contesti multiculturali. Tale programma rientra nell’ambito delle attività promosse da RIMILab (Centro di Ricerca su Relazioni Interetniche, Multiculturalità e Immigrazione del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, Unimore). Oltre a quella degli adulti, abbiamo anche considerato la reazione dei bambini che ne sono stati vittime, i quali sono stati scarsamente considerati dalle ricerche volte a indagare le conseguenze sociali dei disastri naturali. L’obiettivo era quello di comprendere come la reazione al terremoto abbia influito sulle intenzioni di aiutare membri di gruppi etnici diversi dal proprio e come tali processi differissero tra vittime italiane e straniere. In questo capitolo si presentano gli studi che abbiamo svolto, delineandone inoltre il quadro teorico di riferimento. Nelle conclusioni trarremo le somme derivanti dai risultati degli studi e ne indicheremo le ricadute applicative.


2016 - L’Università, il terremoto e la comunità [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Si introduce il volume, focalizzando l'attenzione sulla logica di comunità e di interscambio tra Università e territorio.


2016 - Terrorist attacks and ongoing wars: Which are the methodologies for studying the dynamics of interethnic and religious conflicts from a psychosocial perspective? [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Il contributo ha trattato il tema degli attacchi terroristici e delle guerre in atto, interrogandosi su quali siano le metodologie più appropriate per studiare in un’ottica psico-sociale le dinamiche dei conflitti interetnici e religiosi.


2016 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna. Interventi e ricerche per fronteggiare l’emergenza e sostenere la ripresa [Curatela]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Il terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna e in particolare il territorio modenese-reggiano nel 2012 rappresenta senz’altro una delle peggiori catastrofi naturali che hanno drammaticamente sconvolto la vita e la realtà costruttiva dell’Area Nord negli ultimi decenni. Un fattore chiave per risollevarsi da una situazione critica a seguito di un evento di tale portata è senz’altro identificabile nella risposta del territorio e delle persone, senza le quali qualsiasi intervento istituzionale non può che risultare inefficace. Unimore si è posta in tale contesto come un interlocutore primario del territorio, di cui fa parte e con il quale quotidianamente dialoga e interagisce. Questo volume vuole essere una testimonianza di quanto fatto e dell’impegno profuso a tutti i livelli da Unimore per fronteggiare la situazione e sostenere la ripresa, con interventi promossi e attuati a largo raggio, sul piano sia della ricerca che su quello più operativo.


2015 - An innovative intervention to implement extended contact and foster the development of cross-group friendships among young children [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Stathi, Sofia; Giovannini, Dino
abstract

We conducted an extended contact longitudinal intervention aimed at increasing the number of cross-group friendships among young children. Italian elementary and secondary school children (N = 108) participated in a competition for the best essay, by sharing and writing down in small groups their best experiences of contact with immigrants. Compared to a control condition where children shared and reported experiences of friendships in general, results revealed that the intervention fostered (after one week from its end) the intention to meet outgroup members and their evaluation by increasing the perception that ingroup and outgroup and positive norms toward contact. Most notably, ingroup/outgroup norms and behavioral intentions mediated the effects of the intervention on the formation of cross-group friendships three months after the manipulation. This study thus demonstrates that interventions aimed at tackling prejudice toward minorities since a young age, when attitudes are more malleable, can help improving intergroup relations by having an impact on the social network of children.


2015 - Cognitive Performance in the Aftermath of a Natural Disaster: The Role of Coping Strategies, Theory of Mind and Peer Social Support [Articolo su rivista]
Cadamuro, A.; Versari, A.; Vezzali, L.; Giovannini, D.; Trifiletti, E.
abstract

Background: In May 2012, Northern Italy was struck by a tremendous series of earthquakes, which had devastating consequences and persisted for several months. Previous research shows that coping strategies and Theory of Mind (ToM) can help sustaining cognitive performance after a traumatic experience. Objective: We conducted a study to examine whether coping strategies used by elementary school children who were victims of the earthquakes were helpful in facing the consequences of these earthquakes by being positively associated with ToM and, in turn, with better cognitive performance. Methods: We administered a questionnaire to 517 elementary school children a few months after the earthquakes of May 2012. Results: Results revealed that active coping strategies were associated with greater ToM abilities that, in turn, were related with better cognitive performance. In contrast, negative coping strategies were negatively associated with the ability to mentalize others’ mental states and, in turn, with less positive cognitive performance. Avoidant coping strategies were positively associated with improved cognitive performance. Moreover, they were also associated with better cognitive performance via greater ToM abilities (this latter effect was present only among those perceiving stronger social support from their peers). Conclusions: Active and avoidant coping strategies and ToM are important factors associated with better cognitive performance in the aftermath of a natural disaster.


2015 - Contenuto degli incontri di contatto intergruppi e desiderio di cambiamento sociale [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; Andrighetto, Luca; Saguy, Tamar
abstract

Saguy, Tausch, Dovidio e Pratto (2009) hanno trovato che il contatto intergruppi diretto, se focalizzato sulle similarità piuttosto che sulle differenze con l’outgroup, può aumentare tra i membri del gruppo di minoranza la percezione di legittimità della gerarchia intergruppi, riducendo il desiderio di cambiamento sociale. Ci sono tuttavia indicazioni (Glasford e Dovidio, 2011) che la salienza delle differenze tra i gruppi favorisca il desiderio di cambiamento a seguito del contatto. Inoltre, è possible che questa ipotesi sia valida anche per i membri del gruppi di maggioranza, solitamente meno inclini a basare i loro incontri intergruppi su temi legati al potere (Saguy, Dovidio, & Pratto, 2008), a meno che l’appartenenza di gruppo sia saliente (Brown & Hewstone, 2005). La nostra ipotesi è che il contatto intergruppi porti al desiderio di cambiamento sociale in misura maggiore tra coloro che focalizzano più i loro incontri intergruppi sulle similarità piuttosto che sulle differenze. Abbiamo anche studiato per la prima volta gli effetti del contatto esteso (Wright, Aron, McLaughlin-Volpe, & Ropp, 1997) sul desiderio di cambiamento sociale, ipotizzando effetti positive indipendentemente dalla salienza di somiglianze e differenze (poiché, sulla base di quanto ipotizzato da Wright et al., le differenze intergruppi dovrebbero essere cronicamente salienti nel contatto esteso. Al fine di testare queste ipotesi abbiamo condotto due studi correlazionali con studenti universitari (Studio 1) e delle scuole superiori (Studio 2). I risultati del primo studio, con partecipanti italiani, hanno mostrato che il contatto era associato positivamente al desiderio di cambiamento sociale solo quando erano comparativamente più salienti le differenze che le somiglianze. Gli effetti del contatto esteso non erano moderati dal fatto che gli incontri intergruppi fossero basati su somiglianze o differenze. I risultati del secondo studio, con partecipanti sia italiani che stranieri, ha confermato i risultati del primo studio. Complessivamente, i risultati mostrano che il contatto è utile per promuovere il cambiamento sociale, ma solo se le differenze tra i gruppi sono salienti. Il contatto esteso è invece associato positivamente al desiderio di cambiamento a prescindere dalla salienza di somiglianze o differenze.


2015 - Feeling like a group after a natural disaster: Common ingroup identity and relations with outgroup victims among majority and minority young children [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Cadamuro, Alessia; Versari, Annalisa; Giovannini, Dino; Trifiletti, Elena
abstract

We conducted a field study to test whether the common ingroup identity model (Gaertner & Dovidio, 2000, reducing intergroup bias: The common ingroup identity model. Philadelphia, PA: Psychology Press) could be a useful tool to improve intergroup relations in the aftermath of a natural disaster. Participants were majority (Italian) and minority (immigrant) elementary school children (N = 517) living in the area struck by powerful earthquakes in May 2012. Results revealed that, among majority children, the perceived external threat represented by the earthquake was associated with greater perceptions of belonging to a common ingroup including both ingroup and outgroup. In turn, heightened one-group perceptions were associated with greater willingness to meet and help outgroup victims, both directly and indirectly via more positive outgroup attitudes. Among immigrant children, perceived disaster threat was not associated with any of the dependent variables; one-group perceptions were positively associated with outgroup attitudes, helping and contact intentions towards outgroup victims. Thus, onegroup perceptions after a natural disaster may promote more positive and supporting relations between the majority and the minority group. We discuss the theoretical and practical implications of the findings.


2015 - Il contatto intergruppi rende le persone migliori? Uno studio longitudinale nelle scuole superiori con adolescenti italiani e immigrati [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Turner, Rhiannon; Giovannini, Dino; Trifiletti, Elena; Cacciavellani, Giulia; Cortesi, Lisa
abstract

Il contatto intergruppi si è rivelata una strategia estremamente efficace per la riduzione del pregiudizio. Inoltre, negli ultimi 20 anni molti studi hanno evidenziati i mediatori del contatto, i più importanti dei quali si sono rivelati l’ansia intergruppi e l’empatia intergruppi. Tuttavia, non è chiara la relazione tra contatto e struttura di personalità. Due studi recenti di Turner, Dhont, Hewstone, Prestwich e Vonofakou (2013) dimostrano che determinati fattori di personalità tratti dal Big Five (apertura alle esperienze, cordialità, estroversione) erano associati in maniera positiva a esperienze positive di contatto intergruppi. Tali studi erano tuttavia correlazionali. E’ possibile che il contatto intergruppi abbia effetti causali sulla struttura di personalità? L’obiettivo dello studio presentato è quello di esaminare se il contatto intergruppi abbia effetti causali sulla riduzione del pregiudizio tramite il cambiamento di alcuni tratti della personalità. Per testare questa ipotesi, si è condotto uno studio longitudinale con studenti italiani e stranieri iscritti al primo anno di otto scuole superiori dell’Emilia Romagna. In particolare, si è somministrato un questionario all’inizio e alla fine del primo anno scolastico. Il questionario conteneva misure di contatto, personalità (ad esempio, Big Five), atteggiamenti intergruppi. I dati sono stati analizzati avvalendosi di analisi di regressione multipla. Nel complesso, i risultati dimostrano la relazione tra contatto intergruppi e costrutti di personalità, e consentono quindi un avanzamento rilevante della letteratura sul tema.


2015 - Imagined Intergroup Contact Facilitates Intercultural Communication For College Students On Academic Exchange Programs [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Crisp, Richard J.; Stathi, Sofia; Giovannini, Dino
abstract

Imagined intergroup contact (Crisp & Turner, 2009) is a new cognitive intervention designed to improve intergroup relations. In two studies, we examined whether it could also facilitate intercultural communication among international students and host country natives engaged in a college exchange program. In Study 1, international students who had recently arrived in Italy and participated in an imagined contact session displayed increased self-disclosure toward, and improved evaluation of, host country natives. In Study 2, Italian students mentally simulated positive contact with an unknown native from the host country prior to leaving for the exchange. Results from an online questionnaire administered on their return (on average, more than seven months after the imagery task) revealed that participants who imagined contact reported spending more time with natives during the stay and enhanced outgroup evaluation, via reduced intergroup anxiety. Implications for enhancing the quality and effectiveness of college student exchange programs are discussed.


2015 - Imagined Intergroup Contact and Common Ingroup Identity: An Integrative Approach [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Stathi, Sofia; Crisp, Richard J.; Giovannini, Dino; Capozza, Dora; Gaertner, Samuel L.
abstract

We conducted two studies involving two different age groups (elementary school children and adults) aimed at integrating imagined contact and common ingroup identity models. In the first study, Italian elementary school children were asked to imagine interacting with an unknown immigrant peer as members of a common group. Results revealed that common ingroup imagined contact, relative to a control condition, improved outgroup helping intentions assessed 1 week and 2 weeks after the intervention. In the second study, common ingroup imagined contact led Italian university students to display higher intentions to have contact with immigrants compared to control conditions. In conclusion, results from both studies demonstrate that imagining an intergroup interaction as members of the same group strengthens the effects of imagined contact. These findings point to the importance of combining the common ingroup identity model and the imagined contact theory in order to increase the potentiality of prejudice reduction interventions.


2015 - Inside the earthquake: Perceived disaster exposure and outgroup helping intentions among italian and immigrant victims of the 2012 Italian earthquakes [Abstract in Atti di Convegno]
Andrighetto, Luca; Vezzali, Loris; Bergamini, Giulia; Nadi, Chaima; Giovannini, Dino
abstract

SI è condotto uno studio con vittime del terremoto che ha colpito il Nord Italia nel maggio 2012, temporaneamente dislocate in tendopoli o hotel. I risultati hanno indicato che l'esperienza negativa del terremoto portava gli immigrati a desiderare di aiutare maggiormente le vittime italiane in quanto si sentivano in grado maggiore come un unico gruppo; al contrario, la vittimizzazione portava gli italiani a sentirsi più minacciati dagli immigrati e, di conseguenza, a volerli aiutare di meno.


2015 - Italy Country Note [2015] [Capitolo/Saggio]
Addabbo, Tindara; Cardinali, Valentina; Giovannini, Dino; Mazzucchelli, Sara
abstract

The Chapter includes analyses on the current leaves and other employment-related policies to support parents in Italy, the relationship between leave policy and early childhood education and care policies, changes in policies occurred in Italy in the last year, data on the take-up of leaves and a survey of the most recent studies as well information on the current research projects on the subject regarding Italy within the International Review of Leave Policies and Research published yearly by the International Network on Leave Policies and Research.


2015 - Le relazioni interetniche a scuola. Combattere il pregiudizio negli adolescenti italiani e immigrati [Monografia/Trattato scientifico]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Che cos’è il pregiudizio interetnico? Quali sono le forme che lo caratterizzano e le modalità per ridurlo? Perché è importante analizzare gli effetti prodotti dall’immigrazione sulle relazioni a scuola? Questo libro e la ricerca longitudinale svolta in cinque istituti superiori di Reggio Emilia che viene presentata forniscono chiavi di lettura utili a capire la funzione svolta dai pregiudizi e dagli stereotipi, individuando i processi che portano alla loro formazione, le motivazioni che spingono ad utilizzarli, gli effetti che hanno sulle condotte discriminatorie, i rimedi più efficaci proposti dalla psicologia sociale per affrontarli e ridurli. La rilevanza del fenomeno migratorio richiede di riflettere anche e soprattutto sulla centralità delle relazioni interetniche che si sviluppano in ambito educativo e sull’importanza del contatto tra i gruppi a scuola. I risultati della ricerca svolta offrono indicazioni utili sullo stato delle relazioni interetniche, sui fattori che le migliorano e su come esse siano implicate nel determinare la riuscita scolastica degli alunni. Il volume si propone come uno strumento utile per insegnanti, genitori, studenti, dirigenti e per tutti coloro interessati a comprendere come si sviluppino e possano essere migliorate le relazioni interetniche sia all’interno sia all’esterno del contesto scolastico.


2015 - Presentazione del volume “Le relazioni interetniche a scuola - Combattere il pregiudizio negli adolescenti italiani e immigrati” [Altro]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Presentato ufficialmente alla stampa il volume di Loris Vezzali e Dino Giovannini dal titolo “Le relazioni interetniche a scuola - Combattere il pregiudizio negli adolescenti italiani e immigrati” (Ed. Junior). I risultati dell'indagine condotta dai due docenti di Unimore sono stati discussi in un incontro condotto dalla giornalista Eleonora Belviso della redazione sociale GR1 RAI, a cui hanno partecipato il prof. Angelo O. Andrisano, Rettore Unimore, il prof. Giorgio Zanetti, Direttore Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, il dott. Giammaria Manghi, Presidente Provincia di Reggio Emilia, la dott. ssa Raffaella Curioni, Assessore all’Educazione del Comune di Reggio Emilia, la dott.ssa Serena Foracchia, Assessore alla Città internazionale del Comune di Reggio Emilia e il prof. Maurizio Ambrosini dell’ Università degli studi di Milano.


2015 - The greatest magic of Harry Potter: Reducing prejudice [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Stathi, S.; Giovannini, D.; Capozza, D.; Trifiletti, E.
abstract

The talk concerned the rationale as to why reading Harry Potter should reduce prejudice. Results from three empirical studies supporting this hypothesis were presented.


2015 - ‘And the best essay is…’: Extended contact and cross-group friendships at school [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Stathi, Sofia; Giovannini, Dino; Capozza, Dora; Visintin, Emilio Paolo
abstract

We conducted one experimental intervention based on extended contact principles aimed at fostering the formation of cross-group friendships within educational settings. Italian school children took part in a school competition for the best essay on personal experiences of cross-group friendships with immigrants, to be written in small groups. This manipulation was intended to favour the exchange of personal positive cross-group experiences, thus capitalizing on the benefits of extended contact. In the control condition, participants wrote an essay on friendship, without reference to cross-group relations. Results revealed that children who took part in the intervention reported a higher number of outgroup friends 3 months later. This indirect effect was sequentially mediated by pro-contact ingroup and outgroup norms and by outgroup contact behavioural intentions. This study provides experimental evidence that interventions based on extended contact can foster cross-group friendship formation. Theoretical and practical implications of the findings are discussed.


2014 - Contatto intergruppi e strategie di acculturazione: uno studio sul campo in tre imprese cooperative [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Si è condotta una ricerca con lavoratori italiani e immigrati per indagare gli effetti del contatto intergruppi sugli orientamenti acculturativi all’interno di tre grandi imprese cooperative, avvalendosi del modello dell’acculturazione interattiva di Bourhis, Moïse, Perreault e Senecal (1997). I risultati di analisi di regressione gerarchica, ottenuti controllando statisticamente l’orientamento alla dominanza sociale, hanno mostrato che il contatto intergruppi al lavoro era associato negativamente alla scelta della strategia di integrazione con trasformazione. Inoltre, la relazione tra contatto e strategia di assimilazione era negativa per gli italiani e positiva per gli immigrati. I risultati sono interpretati alla luce del contesto specifico considerato.


2014 - Disastri naturali e conseguenze intergruppo: percezione di vittimizzazione e intenzioni d’aiuto tra gli italiani e gli stranieri colpiti dal terremoto dell’Emilia [Abstract in Atti di Convegno]
Andrighetto, L.; Vezzali, Loris; Bergamini, G.; Nadi, C.; Giovannini, Dino
abstract

Si è condotto uno studio con le vittime del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna nel 2012. I risultati hanno mostrato che gli italiani in seguito alla minaccia del terremoto maturavano minori intenzioni di aiuto verso gli immigrati, effetto mediato dalla percezione di minaccia, mentre gli immigrati maturavano maggiori intenzioni di aiuto verso gli italiani, effetto mediato dalla percezione di identità comune.


2014 - Il terremoto e le relazioni tra gli italiani e gli stranieri [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; L., Andrighetto; G., Bergamini; C., Nadi; Giovannini, Dino
abstract

Dal momento che le relazioni tra italiani e immigrati sono spesso conflittuali, anche in regioni particolarmente accoglienti come l’Emilia Romagna, abbiamo voluto indagare se l’esperienza del terremoto avesse avuto ripercussioni sui rapporti tra questi due gruppi. Presentiamo in questo capitolo i risultati principali emersi da questa ricerca.


2014 - Il terremoto in Emilia Romagna: effetti sui bambini di scuola primaria a Carpi, Novi di Modena e Rovereto sulla Secchia [Capitolo/Saggio]
Cadamuro, Alessia; Versari, Annalisa; Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Un evento traumatico può comportare nelle persone uno stress psicologico intenso, con conseguenze non solo nell’immediato, ma anche a lungo termine. E’ probabile, ad esempio, che in seguito ad un terremoto le persone coinvolte sviluppino uno stato di disagio tale da configurarsi come un vero e proprio Disturbo Post-Traumatico da Stress. Ogni individuo però interagisce con la situazione traumatica in modo del tutto personale, in funzione del tipo di evento, dell’età, del grado di sviluppo cognitivo, emotivo e sociale, del contesto di vita e, nel caso dei bambini, della presenza di figure adulte di riferimento adeguate (insegnanti e genitori). Allo scopo di individuare quale impatto abbiano avuto i terremoti che si sono verificati nelle province di Modena e Reggio Emilia nel mese di maggio 2012, come abbiano reagito le persone coinvolte e quali risorse psicologiche hanno messo in campo, abbiamo condotto uno studio su circa 900 alunni (il 24% con origini straniere), insieme ai loro genitori, delle scuole primarie di Carpi, Novi di Modena e Rovereto sulla Secchia. In questo capitolo presentiamo i risultati principali di questa ricerca.


2014 - Improving intergroup relations with extended and vicarious forms of indirect contact [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Hewstone, Miles; Capozza, Dora; Giovannini, Dino; Woelfer, Ralph
abstract

Research in social psychology has provided impressive evidence that intergroup contact reduces prejudice. However, to the extent that strategies based on direct contact are sometimes difficult to implement, scholars have more recently focused on indirect contact. An effective form of indirect contact is extended contact. According to the extended contact hypothesis, simply knowing that ingroup members have outgroup friends (extended contact), or observing these friendships vicariously (vicarious contact), can improve intergroup relations. Since its initial formulation a large body of studies has supported the validity of the extended contact hypothesis. In reviewing the available literature on two forms of indirect contact (extended and vicarious), we outline a model that identifies their antecedents and consequences, spanning from cognitive to affective to behavioural outcomes. In addition to identifying the main moderators of indirect contact, we also distinguish two different routes, one cognitive and one affective, that underlie what processes mediate their effects. Finally, we indicate some possible avenues for future research and we consider how direct and indirect contact strategies can be used in combination to improve intergroup relations.


2014 - Italy Country Note [2014] [Capitolo/Saggio]
Addabbo, Tindara; Giovannini, Dino; Mazzucchelli, Sara
abstract

The Chapter includes analyses on the current leaves and other employment-related policies to support parents in Italy, the relationship between leave policy and early childhood education and care policies, changes in policies occurred in Italy in the last year, data on the take-up of leaves and a survey of the most recent studies as well information on the current research projects on the subject regarding Italy within the International Review of Leave Policies and Research published yearly by the International Network on Leave Policies and Research.


2014 - Longitudinal effects of intergroup contact on explicit and implicit prejudice among majority and minority members [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; D., Capozza; E., Trifiletti
abstract

We conducted a longitudinal field study among high-school majority and minority students. Results showed that T1 quantity of contact improved T4 outgroup stereotypes (almost three years later) via reduced anxiety; T1 quantity × quality of contact reduced T4 implicit prejudice.


2014 - Partecipazione (26 agosto 2014) alla trasmissione “Detto tra noi” di TRC Modena per discutere dell'articolo "The greatest magic of Harry Potter: Reducing prejudice" [Altro]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Partecipazione (26 agosto 2014) alla trasmissione “Detto tra noi” di TRC Modena per discutere dell'articolo "The greatest magic of Harry Potter: Reducing prejudice"


2014 - Reducing prejudice among young children with imagined intergroup contact [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; S., Stathi; R. J., Crisp; D., Capozza
abstract

A series of six experimental interventions shows that imagined contact reduces prejudice among elementary school children and pre-schoolers. Results also revealed that imagined contact can be drawn by younger children and is more effective when a common identity is salient.


2014 - Scrivere temi interculturali come arma per favorire l’integrazione: effetti di un intervento di contatto esteso sulla formazione di amicizie intergruppi [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; Capozza, D.; Stathi, S.
abstract

Si è condotto un intervento di contatto esteso nelle scuole elementari e medie che ha mostrato come scambiarsi esperienze di amicizia interculturali migliori gli atteggiamenti e promuova la formazione di amicizie intergruppi.


2013 - Come rendere più umani gli altri gruppi: Effetti del contatto intergruppi sull’infraumanizzazione dell’outgroup [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; G., Bergamini; G., Davolio; L., De Zorzi Poggioli; D., Capozza
abstract

In questo contributo si è operata una rassegna relativa agli studi che si sono occupati di indagare la relazione tra contatto intergruppi (diretto e indiretto) e infraumanizzazione.


2013 - Conferenza stampa per presentazione ricerche terremoto svolte dal RIMILab [Altro]
Vezzali, Loris; Cadamuro, Alessia; Versari, Annalisa; Giovannini, Dino
abstract

Conferenza stampa per presentazione ricerche terremoto svolte dal RIMILab


2013 - Contatto esteso: mediatori, moderatori e interventi in contesti naturalistici [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Nel 1997, Wright, Aron, McLaughlin-Volpe e Ropp hanno proposto l’ipotesi del contatto esteso, secondo la quale essere semplicemente a conoscenza del fatto che un proprio amico dell’ingroup ha uno o più amici nell’outgroup è sufficiente per ridurre il pregiudizio. In questo lavoro proponiamo una rassegna degli studi condotti per verificare l’ipotesi del contatto esteso a distanza di quindici anni dalla sua formulazione iniziale. Dopo aver delineato l’utilità di avvalersi di approcci basati sul contatto esteso per il miglioramento delle relazioni intergruppi e aver illustrato le ricerche che ne hanno testato l’efficacia su un ampio numero di variabili dipendenti, presentiamo i principali mediatori e moderatori dei suoi effetti. Infine, prima di trarre le conclusioni in cui proponiamo suggerimenti per la ricerca futura, descriviamo alcuni interventi condotti in contesti naturalistici basati sulle premesse teoriche del contatto esteso.


2013 - Contatto immaginato e comunicazione interculturale: uno studio con studenti erasmus [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; G., Davolio; L., De Zorzi Poggioli; M. d. S., Omedas
abstract

La ricerca sul contatto immaginato mostra chiaramente come semplicemente simulare mentalmente un contatto positivo con un membro dell’outgroup riduca il pregiudizio (Crisp e Turner, 2012). Gli studi, tuttavia, hanno sino ad ora mostrato effetti relativi prevalentemente ad atteggiamenti (e non a comportamenti) che duravano al massimo due settimane. L’obiettivo dei due studi che presentiamo è quello di verificare se il contatto immaginato favorisca la comunicazione interculturale tra studenti internazionali e individui nativi del paese di destinazione. Nel primo studio, studenti internazionali appena arrivati in Italia, in seguito a una sessione di contatto immaginato, valutavano più positivamente gli italiani e mostravano maggiore apertura nei loro confronti, rispetto a coloro assegnati alla condizione di controllo. Nel secondo studio, si è chiesto a studenti italiani in partenza per l’Erasmus di immaginare un incontro positivo con un estraneo nativo del loro paese di destinazione. Rispetto a quelli assegnati alla condizione di controllo, gli studenti che avevano preso parte alla sessione sperimentale, al ritorno dall’Erasmus, a più di sette mesi dalla prova di contatto immaginato, hanno riportato di provare meno ansia nei confronti dei nativi. Inoltre, il contatto immaginato era associato indirettamente, tramite ridotta ansia, a migliore valutazione dei nativi e a maggiore tempo speso in loro compagnia durante l’Erasmus. Tali effetti indiretti erano presenti anche controllando statisticamente per durata dell’Erasmus, amicizie e valutazione intergruppi precedenti la partenza. Nel complesso, il contatto immaginato si è rivelato una strategia utile per promuovere l’integrazione degli studenti internazionali nella società di destinazione. Si discutono le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.


2013 - Il ruolo delle aspettative nel contatto intergruppi [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; L., De Zorzi Poggioli
abstract

L’obiettivo di questo studio era indagare il ruolo delle aspettative, da un lato come antecedenti del contatto intergruppi e, dall’altro, come conseguenze. Le aspettative degli individui giocano un ruolo importante nel favorire o meno l’incontro tra membri di gruppi diversi. Ad esempio, i membri della maggioranza evitano spesso il contatto con l’outgroup perché hanno paura di essere visti come razzisti. Inoltre, essi sono più interessati al contatto se pensano che il gruppo di minoranza desideri incontrarli (Tropp e Bianchi, 2006). Per quanto riguarda le aspettative come conseguenze del contatto, si sono esaminate in particolare le metapercezioni delle rappresentazioni dei gruppi o, in altre parole, l’aspettativa rispetto alla percezione dei gruppi che hanno i membri dell’outgroup. La ricerca ha dimostrato che il gruppo di maggioranza si rappresenta ingroup e outgroup prevalentemente come un gruppo unico, mentre quello di minoranza preferisce la rappresentazione di identità duplice (Dovidio, Gaertner, e Saguy, 2009). Inoltre, percepire che il gruppo di minoranza desidera l’assimilazione ha conseguenze positive sulle relazioni tra i gruppi (Brown e Zagefka, 2011). Tuttavia, non è chiaro come il contatto influenzi tali aspettative. Il presente studio è stato condotto con 418 studenti italiani di scuole superiori di Reggio Emilia. I risultati hanno indicato anzitutto che la paura di essere visti come razzisti aveva effetti negativi sul contatto frequente e positivo con gli immigrati, mentre l’aspettativa che gli immigrati desiderano avere contatto aveva effetti opposti. Inoltre, il contatto riduceva gli stereotipi negativi dell’outgroup tramite l’aumentata percezione che l’outgroup vede italiani e immigrati come un gruppo unico o come individui separati, mentre li aumentava quando favoriva la percezione che secondo l’outgroup italiani e immigrati sono gruppi distinti. Si discutono le implicazioni pratiche e teoriche dei risultati.


2013 - Imagined intergroup contact: The role of categorization [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; G., Bergamini; G., Davolio; L., De Zorzi Poggioli; M., Righi; P., Spagnol
abstract

We tested whether imagined intergroup contact can improve intergroup behavior among elementary school children. Results revealed that Italian children who imagined an intergroup encounter displayed more positive prosocial behavior than those in a control condition. Moreover, this effect was strengthened when a superordinate categorization during the imagery task was salient.


2013 - Italy Country Note [2013] [Capitolo/Saggio]
Addabbo, Tindara; Giovannini, Dino
abstract

The Chapter includes analyses on the current leaves and other employment-related policies to support parents in Italy, the relationship between leave policy and early childhood education and care policies, changes in policies occurred in Italy in the last year, data on the take-up of leaves and a survey of the most recent studies as well information on the current research projects on the subject regarding Italy within the International Review of Leave Policies and Research published yearly by the International Network on Leave Policies and Research.


2013 - Presentazione "Lavorare insieme: imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione" durante ECOhappening e Convegno dedicato alla VIII giornata per la custodia del Creato "Beni comuni: la famiglia educa per la custodia del creato" [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Presentazione "Lavorare insieme: imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione" durante ECOhappening e Convegno dedicato alla VIII giornata per la custodia del Creato "Beni comuni: la famiglia educa per la custodia del creato". Incontro tenuto il 31 agosto presso la Mediateca del Palazzo Dossetti (Reggio Emilia).


2013 - Presentazione del libro "Lavorare insieme. Imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione" [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

23 gennaio 2013. Presentazione del volume “Lavorare insieme. Imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione”. Hanno introdotto la presentazione, presieduta da Ildo Cigarini (Presidente Boorea), il Magnifico Rettore Aldo Tomasi e Franco Corradini (Assessore alla Coesione e Sicurezza Sociale, Comune di Reggio Emilia). Era presente Emilio Reyneri (Università di Milano-Bicocca) come discussant. Vi sono state le testimonianze di Fabrizio Guidetti (Presidente Unipeg), Chiara Nasi (Vice-Presidente CIR food), Roberto Olivi (Presidente Coopservice), e di lavoratori delle tre aziende. Le osservazioni conclusive sono state di Simona Caselli (Legacoop Reggio Emilia).


2013 - Presentazione del libro "Lavorare insieme. Imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione" [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

8 aprile 2013. Presentazione del volume “Lavorare insieme. Imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione”. La presentazione ha avuto luogo all’interno de “I pomeriggi della Fondazione Barberini” presso la Libreria Coop Ambasciatori (Bologna). Ha discusso con i curatori del libro Loris Mazzetti.


2013 - Presentazione di due ricerche sul terremoto all’interno dell’iniziativa organizzata dal Dipartimento di Educazione e Scienze Umane “Quando il terremoto fa tremare il cuore. L’università con le scuole del cratere” [Altro]
Vezzali, Loris; Cadamuro, Alessia; Versari, Annalisa; L., Andrighetto; Giovannini, Dino; C., Nadi; G., Bergamini
abstract

29 maggio 2013. Presentazione di due ricerche sul terremoto all’interno dell’iniziativa organizzata dal Dipartimento di Educazione e Scienze Umane “Quando il terremoto fa tremare il cuore. L’università con le scuole del cratere”.


2013 - The affective consequences of imagined contact: A review and some suggestions for future research [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; R. J., Crisp; S., Stathi; Giovannini, Dino
abstract

Recent research has provided consistent support for imagined intergroup contact (Crisp & Turner, 2012), a new indirect contact strategy for reducing prejudice. In the present review, we focus on the affective consequences of imagined contact. In particular, we review studies showing that imagined contact has powerful effects on reduced intergroup and performance anxiety, as well as increased trust and empathy toward outgroup members. Moreover, these effects extend to the affective part of intergroup attitudes tapped at both an explicit and at an implicit level. We also present evidence that some of these variables mediate the effects of imagined contact on reduced prejudice. Finally, we discuss the double nature, cognitive and affective, of imagined contact.


2012 - Come ridurre il pregiudizio: il punto di vista della psicologia sociale [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Nel presente lavoro si affronta inizialmente il tema del pregiudizio, distinguendo le forme più aperte e plateali da quelle più indirette e difficilmente riconoscibili, quali il pregiudizio implicito o inconscio. Successivamente si presentano alcune tecniche individuate dalla psicologia sociale volte al miglioramento dei rapporti tra i gruppi, come il contatto intergruppi diretto e quello indiretto (contatto esteso e contatto immaginato). Per ognuna di tali tecniche si mettono in luce i vantaggi e i limiti, oltre a fornire un esempio di applicazione in contesti naturalistici. Infine, si traggono le conclusioni, sostenendo come non esista una strategia universale di riduzione del pregiudizio, ma occorra invece integrare tecniche diverse e scegliere in ogni singola situazione quella più adatta allo scopo.


2012 - Contatto immaginato e riduzione del pregiudizio [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; D., Capozza; S., Stathi; G., Salzillo
abstract

Vi sono pochi dubbi sul fatto che il pregiudizio nei confronti di gruppi stigmatizzati sia un problema quanto mai attuale in molti paesi, tra cui l’Italia. E’ allora fondamentale individuare metodi che possano ridurre gli atteggiamenti intergruppi negativi e portare a relazioni cooperative basate sul rispetto e sull’accettazione reciproca, a prescindere dalla categoria sociale a cui una persona appartiene. In questo capitolo si è operata una rassegna degli studi sul contatto immaginato, una tecnica di contatto indiretto volta a migliorare le relazioni tra membri di gruppi diversi che consente di superare alcune limitazioni presenti in interventi basati sul contatto intergruppi diretto.


2012 - Immigrazione, processi interculturali e cittadinanza attiva [Curatela]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Il consistente fenomeno immigratorio che caratterizza la realtà italiana richiede di individrae chiavi di lettura in grado di farci capire come si articolano i processi interculturali e intergruppi dei contesti in cui viviamo. Questa volume, che raccoglie una serie di contributi sviluppati nell’ambito della cornice teorica fornita dalla psicologia sociale, culturale e di comunità integrati da apporti di area sociologica e linguistica secondo un’ottica interdisciplinari, affronta il tema della interculturalità e delle relazioni interetniche attraverso l’individuazione e l’analisi dei processi alla base della formazione dell’identità e delle varie forme di pregiudizio presenti nella società multiculturale di oggi, unitamente agli antecedenti e ai fattori che portano alla loro riduzione. Vengono inoltre prese in considerazione e analizzate le forme di cittadinanza attiva finalizzate a promuovere l’integrazione tra le diverse culture. Il volume è uno strumento utile per studenti, operatori, esperti del settore e per coloro che sono interessati a identificare strategie che rendano tutti capaci di fronteggiare l’incontro e la relazione fra individui di diversa cultura e religione, di favorire l’integrazione, la convivenza civile e la partecipazione attiva alla vita sociale.


2012 - Improving implicit and explicit intergroup attitudes using imagined contact: An experimental intervention with elementary school children [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; D., Capozza; Giovannini, Dino; S., Stathi
abstract

The aim of this study was to test the effectiveness of imagined intergroup contact (Crisp & Turner, 2009) on elementary school children’s explicit and implicit intergroup attitudes. Italian 5th-graders participated in a 3-week intervention involving imagining meeting an unknown immigrant peer in various situations. Approximately 1 week after the last session, they completed measures of self-disclosure and behavioral intentions toward immigrants. Furthermore, they were administered a measure of implicit prejudice. Results showed that those taking part in the intervention, compared to participants in a control condition, revealed more positive behavioral intentions and implicit attitudes toward immigrants. Moreover, self-disclosure mediated the effect of imagined contact on outgroup behavioral intentions. Theoretical and practical implications of findings are discussed.


2012 - Increasing outgroup trust, reducing infrahumanization, and enhancing future contact intentions via imagined intergroup contact [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; D., Capozza; S., Stathi; Giovannini, Dino
abstract

The present study was designed to test whether imagined intergroup contact (Crisp & Turner, 2009) affects attributions of human emotions to outgroup members and positive behavioral intentions toward the outgroup via increased outgroup trust. Italian fourth-graders took part in a three-week intervention, where they were asked to imagine meeting an unknown immigrant child in various social settings. One week after the last session, they were administered the dependent measures. Results revealed an indirect effect of imagined contact on both behavioral intentions and attributions of uniquely human emotions to outgroup members via outgroup trust. The theoretical and practical implications are discussed, and an integration ofthe imagined contact and infrahumanization literature is suggested.


2012 - Indirect contact through book reading: Improving adolescents' attitudes and behavioral intentions toward immigrants [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; S., Stathi; Giovannini, Dino
abstract

A study was conducted to test the effects of indirect contact through book reading on the improvement of Italian students’ attitudes, stereotypes and behavioral intentions toward immigrants. The results indicated that adolescents who read a book concerning intercultural topics, compared to those who read a book unrelated to intercultural themes or to those who did not read any book, showed improved intergroup attitudes, reduction in stereotyping, more positive intergroup behavioral intentions and increased desire to engage in future contact. Furthermore, the effects of indirect contact were mediated by increased inclusion of other in the self and reduced group identification. Theoretical and practical implications of the findings are discussed.


2012 - Intervista a Telereggio per presentare il libro “Sicurezza, coesione sociale e immigrazione” [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; B., Ferrari
abstract

6 febbraio 2012. Intervista a Telereggio per presentare il libro “Sicurezza, coesione sociale e immigrazione”.


2012 - Interviste a Loris Vezzali e Dino Giovannini a Telereggio per presentare il libro “Immigrazione, processi interculturali e cittadinanza attiva”. [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

12 ottobre 2012. Intervista a Loris Vezzali e Dino Giovannini a Telereggio per presentare il libro “Immigrazione, processi interculturali e cittadinanza attiva”.


2012 - Introduzione: relazioni lavorative e immigrazione [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Questo volume si caratterizza come un contributo teorico e di ricerca sulle relazioni fra gruppi in ambito lavorativo, nonché sulle modalità per favorire sia climi aziendali positivi, sia l’adozione di ruoli di management e di sostegno organizzativo caratterizzati dalla collaborazione e da logiche di tipo cooperativo. Non è dunque un libro sulla cooperazione, né tanto meno sulle aziende cooperative e sull’immigrazione. Questa introduzione si propone di mettere in luce gli studi precedenti che hanno esaminato le relazioni intergruppi nelle aziende e di introdurre il volume, evidenziandone gli aspetti innovativi e gli avanzamenti teorici.


2012 - Italy Country Note [2012] [Capitolo/Saggio]
Addabbo, Tindara; Giovannini, Dino
abstract

The Chapter includes analyses on the current leaves and other employment-related policies to support parents in Italy, the relationship between leave policy and early childhood education and care policies, changes in policies occurred in Italy in the last year, data on the take-up of leaves and a survey of the most recent studies as well information on the current research projects on the subject regarding Italy within the International Review of Leave Policies and Research published yearly by the International Network on Leave Policies and Research.


2012 - La ricerca: climi lavorativi in aziende cooperative [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris; S., Campani
abstract

In questo capitolo vengono presentati i risultati relativi alle percezioni legate ad aspetti organizzativi e aziendali, quali il clima lavorativo, il sostegno organizzativo percepito, il benessere lavorativo, i vantaggi/svantaggi di essere soci e/o dipendenti dell’azienda, i principali problemi incontrati sul lavoro, nonché il punto di vista sulle principali tematiche analizzate espresso dalla dirigenza delle tre aziende cooperative (presidenti e direttori del personale), ottenuto attraverso interviste in profondità.


2012 - La ricerca: le relazioni tra i gruppi nelle tre imprese cooperative [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Questo capitolo si focalizza sulle relazioni tra italiani e immigrati e sugli atteggiamenti reciproci tra questi gruppi. Uno degli obiettivi principali della ricerca era quello di disporre di dati che consentano di approfondire la conoscenza del rapporto esistente all’interno delle aziende cooperative tra italiani e immigrati, nonché di indagare come vengono interpretati e attuati i valori della cooperazione rispetto ai lavoratori immigrati. Come nel capitolo precedente, i dati verranno analizzati senza operare distinzioni fra le tre aziende cooperative esaminate, in quanto i risultati di ogni singola realtà esaminata sono molto simili e non presentano differenze rilevanti né da un punto di vista empirico né da un punto di vista concettuale. Dopo aver analizzato le variabili misurate relative alla percezione dei rapporti tra i gruppi e indicato alcuni fattori chiave emersi dalla ricerca, viene proposto un modello innovativo che coniuga gli aspetti organizzativo/aziendali con quelli specifici delle relazioni tra i gruppi.


2012 - Lavorare insieme. Imprese cooperative, climi lavorativi e immigrazione. [Curatela]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Il fenomeno immigratorio richiede di analizzare gli effetti determinati da una sempre maggiore presenza di lavoratori immigrati nelle aziende del nostro paese. Questo libro si propone come un contributo teorico e di ricerca sulle relazioni fra gruppi culturali diversi in ambito lavorativo e sui fattori che influiscono nel creare climi aziendali positivi, nel migliorare il sostegno organizzativo e la soddisfazione lavorativa, secondo un’ottica caratterizzata da logiche di tipo cooperativo. Viene presentata inoltre una ricerca condotta all’interno di CIR food, Coopservice e Unipeg, tre grandi imprese cooperative emiliane, nella quale si sono indagate variabili sia di tipo organizzativo, sia riguardanti le relazioni tra italiani e immigrati, nonché i vantaggi/svantaggi del lavorare in un’azienda cooperativa. Questo volume è uno strumento utile per comprendere e gestire la complessa realtà degli ambiti lavorativi multiculturali e per riflettere sulla necessità di operare scelte caratterizzate da atteggiamenti cooperativi.


2012 - Metastereotypes and intergroup relations: The role of valence [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; G., Salzillo; M., Righi
abstract

We tested whether positive metastereotypes have beneficial effects on intergroup relations. Results revealed that activating positive vs. negative metastereotypes when expecting to meet an outgroup (but not an ingroup) member increased anticipated enjoyment of future contact; prejudice reduced anticipated enjoyment only when negative, but not positive metastereotypes were active.


2012 - Migliorare le relazioni intergruppi leggendo Harry Potter [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; S., Stathi; Giovannini, Dino; G., Davolio
abstract

Una letteratura crescente mostra come il contatto indiretto sia uno strumento efficace per migliorare gli atteggiamenti tra i gruppi. Secondo la teoria del contatto esteso, essere a conoscenza del fatto che un amico dell’ingroup ha uno o più amici dell’outgroup può portare a un miglioramento delle relazioni intergruppi (Wright, Aron, McLaughlin-Volpe, & Ropp, 1997). Alcuni autori hanno applicato il contatto esteso in contesti educativi, mostrando come la lettura di storie dove un personaggio dell’ingroup e uno dell’outgroup cooperano migliori gli atteggiamenti nei confronti di categorie stigmatizzate. Abbiamo quindi condotto due studi per verificare se la lettura di un libro popolare di genere fantasy, la serie di Harry Potter, abbia effetti benefici sulla riduzione del pregiudizio. Nel primo studio, abbiamo condotto un intervento sul campo con bambini italiani di quinta elementare (si sono condotte sei sessioni, una alla settimana per sei settimane consecutive, seguite da un questionario somministrato una settimana dopo l’ultimo intervento). Nella condizione sperimentale, i bambini leggevano e discutevano in piccoli gruppi, con l’aiuto di una ricercatrice, brani di Harry Potter legati al pregiudizio. Nella condizione di controllo, leggevano brani di Harry Potter non legati al pregiudizio. I risultati hanno mostrato che i partecipanti della condizione sperimentale avevano atteggiamenti nei confronti degli immigrati più positivi di quelli della condizione di controllo; tale risultato era significativo solo per quelli molto identificati con Harry Potter. Nel secondo studio, si è somministrato un questionario online a studenti universitari in Inghilterra. Si è trovato che leggere i libri di Harry Potter migliorava gli atteggiamenti nei confronti dei rifugiati tramite maggiore empatia cognitiva, ma solo per quelli meno identificati con Voldemort, il personaggio negativo della serie. Si discutono le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.


2012 - Presentazione del libro “Immigrazione, processi interculturali e cittadinanza attiva” [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Presentazione del libro “Immigrazione, processi interculturali e cittadinanza attiva”. Hanno discusso con i curatori del libro, con la moderazione di Mattia Marani (Direttore di Radio Reggio), Maddalena Cattani (Presidente Associazione Generazione Articolo 3), Franco Corradini (Assessore alla Coesione e Sicurezza Sociale, Comune di Reggio Emilia), Njoukwe Christelle (Presidente Associazione Studenti Non Comunitari di Reggio Emilia), Luigi Grasselli (Prorettore Università di Modena e Reggio Emilia), Roberto Malinconico (Direttore Edizioni Melagrana), Gianmarco Marzocchini (Direttore Caritas Reggio Emilia/Guastalla), Mohamed Sabri (mediatore interculturale e operatore di prossimità), Matteo Sassi (Assessore alle Politiche Sociali, Comune di Reggio Emilia), Kimlian Tang (Responsabile per l’Emilia Romagna dell’Associazione Operatori Economici Vietnamiti in Italia).


2012 - Psicologia sociale e comportamenti cooperativi [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

il capitolo fornisce informazioni sulla cooperazione, un tema ampiamente studiato dagli psicologi sociali in relazione ad azioni e comportamenti messi in atto dagli individui per soddisfare interessi o per ottenere vantaggi e ricompense, per aiutare il prossimo in modo altruistico, per prendere decisioni o risolvere problemi, per facilitare le relazioni nei comportamenti intergruppi soprattutto in situazioni caratterizzate da conflitti e atteggiamenti reciproci. Si fa inoltre riferimento agli studi sugli atteggiamenti nei confronti della cooperazione considerata come "oggetto sociale".


2012 - Relazioni intergruppi ed effetti benefici dei metastereotipi positivi [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; G., Salzillo
abstract

Una letteratura crescente in psicologia sociale si sta interessando agli effetti dei metastereotipi negativi sulle relazioni intergruppi. La conclusione generalmente accettata è che occorre evitare di attivare i metastereotipi, indipendentemente dalla loro valenza, in quanto le persone non desiderano essere etichettate sulla base della propria appartenenza di gruppo (Vorauer, 2006). I nostri studi confermano l’esistenza di metastereotipi positivi. In secondo luogo, mostrano come i metastereotipi positivi favoriscano relazioni intergruppi armoniose. Infine, indicano che gli effetti negativi del pregiudizio, oggetto di numerosi interventi per la sua riduzione da parte di molti psicologi sociali, sono annullati quando le persone si aspettano di essere viste in maniera positiva dai membri dell’outgroup. Quindi, i metastereotipi positivi possono essere alla base di strategie di intervento efficaci per la riduzione del pregiudizio.


2012 - Ridurre l'infraumanizzazione con il contatto immaginato [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; D., Capozza; Vezzali, Loris; S., Stathi; G., Davolio; L., De Zorzi Poggioli
abstract

Secondo la teoria del contatto immaginato (Crisp e Turner, 2010), immaginare un incontro intergruppi positivo è sufficiente per ridurre il pregiudizio. Abbiamo condotto due studi con l’obiettivo di verificare in un contesto educativo l’efficacia del contatto immaginato per la riduzione dell’infraumanizzazione dell’outgroup. Nel primo studio, bambini italiani di quinta elementare hanno preso parte in piccoli gruppi a tre sessioni della durata di un’ora in cui, in presenza di una ricercatrice, immaginavano di incontrare un bambino immigrato in vari contesti. I risultati hanno indicato che, rispetto a una condizione di controllo in cui non era previsto alcun intervento, i partecipanti assegnati alla condizione sperimentale provavano più fiducia per l’outgroup, la quale a sua volta mediava gli effetti del contatto immaginato sull’attribuzione di emozioni unicamente umane agli immigrati e sulle intenzioni comportamentali nei loro confronti. Nel secondo studio, a bambini italiani di quarta e quinta elementare è stato somministrato dalle insegnanti in quattro sessioni un compito, da svolgere individualmente in classe, nel quale dovevano immaginare vari tipi di situazioni. Vi erano tre condizioni sperimentali: nella prima, si immaginava di cooperare con bambini immigrati come membri di un unico gruppo (contatto immaginato-identità comune); nella seconda, si immaginava di fare amicizia con bambini immigrati (contatto immaginato); nella terza, si immaginava di cooperare con un altro bambino (controllo). Si è trovato che l’infraumanizzazione dell’outgroup (ottenuta calcolando la differenza tra emozioni non unicamente umane e emozioni unicamente umane) non era diversa nelle classi quarte a seconda della condizione sperimentale; nelle classi quinte, era inferiore nella condizione di contatto immaginato-identità comune rispetto alle altre due condizioni, le quali non differivano tra loro. Si discutono le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.


2012 - Secondary Transfer Effect of Intergroup Contact: The Role of Intergroup Attitudes, Intergroup Anxiety and Perspective-Taking [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

We conducted a field study to investigate the secondary transfer effect of intergroup contact (Pettigrew, 2009), consisting in the generalization of the positive effects of intergroup contact to outgroups uninvolved in the contact situation. Italian secondary school students (N = 175) filled out a questionnaire; the effects of prior contact were statistically controlled. Results showed that contact with immigrants improved attitudes toward them. In turn, these attitudes generalized to attitudes toward two dissimilar outgroups not directly involved in contact: disabled and homosexuals. Notably, we found evidence for a secondary transfer effect of intergroup anxiety and perspective-taking, which generalized from immigrants to the disabled and homosexuals. Evidence was found for the mediating role of intergroup attitudes, intergroup anxiety and perspective-taking. The theoretical and practical implications of findings are discussed.


2012 - Social antecedents of children's implicit prejudice: Direct contact, extended contact, explicit and implicit teachers' prejudice [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; D., Capozza
abstract

Recent research has shown that children display implicit prejudice at least by age six (Baron & Banaji, 2006). In the present study, we investigated some potential antecedents of children’s implicit intergroup attitudes: direct contact, extended contact, explicit and implicit racial attitudes of children’s favourite teacher. Participants were Italian elementary school students. Results showed that,unexpectedly, direct contact increased negative implicit attitudes toward immigrants; extended contact reduced implicit prejudice only among those with less direct contact experiences. In addition, teachers’ implicit (but not explicit) prejudice predicted children’s implicit prejudice. Theoretical and practical implications of the findings are discussed, together with the importance of the social environment in the formation of children’s implicit intergroup attitudes.


2012 - Studiare l'integrazione e la partecipazione attiva alla vita sociale in un'ottica interculturale [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Questo volume raccoglie le riflessioni e i contributi di ricerca più recenti, si potrebbe dire “appena sfornati”, sviluppati nell’ambito della psicologia sociale italiana e affiancati da alcuni apporti di area sociologica e linguistica secondo un’ottica interdisciplinare su tematiche di estrema rilevanza sia scientifica che sociale connesse all’immigrazione. Un fenomeno, questo dell’immigrazione, che implica la convivenza con un numero molto elevato di stranieri venuti in Italia (cioè nelle nostre città, nei nostri paesi, nelle nostre campagne) in cerca di lavoro e di una condizione di vita diversa e migliore rispetto a quella cui erano costretti nella loro terra d’origine. A fronte del consistente fenomeno immigrazione, si rende dunque necessario individuare chiavi di lettura in grado di farci capire come si articolano i processi interculturali e intergruppo che caratterizzano la realtà e i contesti in cui viviamo, di identificare strategie che rendano tutti capaci di fronteggiare l’incontro e la relazione fra individui di diversa cultura e religione, di favorire l’integrazione, nonché la convivenza civile e la partecipazione attiva alla vita sociale.


2012 - What do teachers think about acculturation of immigrant children? [Abstract in Atti di Convegno]
C., Portioli; Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

We conducted a field study to examine acculturation orientations endorsed by Italian school teachers, together with the factors promoting positive acculturation tendencies within the school setting among children. To examine acculturation strategies, we relied on the interactive acculturation model (Bourhis, Moïse, Perreault, & Senécal, 1997). Specifically, we tested the acculturation strategies that teachers would apply within the school environment with Italian and immigrant children. The results revealed that participants preferred individualism, followed by integration. Thus, they evaluated as most important the individual qualities and abilities of immigrant children, rather than their cultural origin and their willingness to adopt the Italian culture. Moreover, teachers rejected negative strategies such as assimilation and exclusion. Interestingly, they accepted the strategy of segregation, so recognising the importance to maintain one’s own culture without the need of adapting it to the culture of other people. Participants moderately supported social policies favouring immigrant children, that were considered as a heterogeneous group. As for the factor facilitating smoother intergroup relations, positive contact with immigrant parents fostered empathic feelings toward immigrant children; in turn, increased empathy was generally associated with reduced endorsement of negative acculturation strategies and adoption of positive strategies (with the exception of integration). Positive contact and empathy were also associated with more agreement with social policies aimed at favouring immigrant children and perception of immigrant children heterogeneity. Theoretical and practical implications of findings are discussed.


2011 - Cittadinanza attiva, multiculturalità e immigrazione [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Il convegno ha riguardato il tema dell'immigrazione e dell'importanza di adottare un approccio multiculturale e interculturale. I contributi presentati hanno inoltre fatto riferimento alla promozione della cittadinanza attiva, non solo tra gli italiani, ma anche tra gli immigrati.


2011 - Conferenza stampa per la presentazione del volume “Sicurezza, coesione sociale e immigrazione: prospettive teoriche e analisi di un caso”. [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Giugno 2011. Conferenza stampa per la presentazione del volume “Sicurezza, coesione sociale e immigrazione: prospettive teoriche e analisi di un caso”.


2011 - Conferenza stampa per la presentazione della ricerca “Lavorare in aziende cooperative a Reggio Emilia: relazioni multiculturali, climi lavorativi e modelli di integrazione” [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Novembre 2011. Conferenza stampa per la presentazione della ricerca “Lavorare in aziende cooperative a Reggio Emilia: relazioni multiculturali, climi lavorativi e modelli di integrazione”.


2011 - Contact with immigrant parents as a predictor of teachers' attitudes and acculturation orientations toward immigrant children [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

A field study was conducted to test whether contact with immigrant parents would lead Italian teachers to display more positive attitudes toward immigrant children. The participants were 128 Italian pre-school and elementary school teachers of a Northern Italian region. Analyses conducted with structural equation modeling (SEM) revealed that quality of contact increased the perceived heterogeneity of the immigrant pupils category and led to a stronger support of social policies favouring immigrant children. In addition, quality of contact also affected the rejection of negative acculturation strategies (assimilation, segregation, exclusion) and the endorsement of positive acculturation strategies (individualism). Unexpectedly, cooperativecontact reduced the preference for the integration strategy. The relationship between contact quality and outcome variables was mediated by empathic feelings toward immigrant children. The effects of quantity of contact were negligible. Theoretical and practical implications of findings are discussed.


2011 - Contatto immaginato e riduzione del pregiudizio a scuola [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; D., Capozza; S., Stathi; G., Salzillo
abstract

Studi recenti mostrano come strategie basate sul contatto indiretto siano efficaci per ridurre il pregiudizio. Una di queste è il contatto immaginato: secondo gli autori di questo approccio, immaginare un incontro positivo con membri dell’outgroup è sufficiente per migliorare gli atteggiamenti intergruppi (Crisp & Turner, 2010). L’obiettivo del nostro studio era di verificare l’efficacia del contatto immaginato in un contesto educativo. Si è pertanto condotto un intervento con bambini italiani di scuola elementare, che hanno preso parte in piccoli gruppi a tre sessioni della durata di un’ora (una volta alla settimana per tre settimane consecutive) in cui, in presenza di una ricercatrice, immaginavano di incontrare un bambino immigrato in vari contesti (a scuola, a casa, al parco). I risultati hanno indicato che, rispetto a una condizione di controllo in cui non era previsto alcun intervento, i bambini assegnati alla condizione sperimentale provavano più fiducia per l’outgroup e gli attribuivano in misura maggiore stereotipi positivi; inoltre, mostravano minore pregiudizio implicito, rilevato con il Child IAT (Baron & Banaji, 2006). E’ emerso inoltre che la fiducia intergruppi media gli effetti della condizione sperimentale sull’attribuzione degli stereotipi, ma non sul pregiudizio implicito. Si discutono le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.


2011 - Cross-group friendships, social dominance orientation and secondary transfer effect [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Despite the impressive supportive evidence, the contact hypothesis (Allport, 1954) does not specify whether the positive effects following contact with a primary outgroup generalize to attitudes toward a secondary outgroup uninvolved in the contact situation. This type of generalization has been referred to as “secondary transfer effect” (Pettigrew, 2009). Participants were Italian high-school students (N = 140). We tested whether friendship with immigrants was associated with more positive attitudes toward both immigrants and disabled people, over and above the effects of Social Dominance Orientation (SDO; Sidanius & Pratto, 1999). Results revealed that cross-group friendships and SDO were related (positively and negatively, respectively) with the willingness to engage in contact behaviors with immigrants.In addition, the effects of friendship with immigrants and SDO generalized to attitudes toward the disabled, assessed with an evaluation thermometer, via perspective-taking and desired closeness to immigrants. We discuss the theoretical and practical implications of the findings.


2011 - CulturalMente: Studi e ricerche di psicologia culturale, sociale e di comunità [Direzione Collane scientifiche]
Giovannini, Dino
abstract

CulturalMente accoglie contributi di psicologia culturale, sociale edi comunità. Il tema della interculturalità si pone come sfondo auna ricerca focalizzata sulle realtà sociali attuali e sui processi checoncorrono alle loro trasformazioni, nonché sulla comprensionedelle relazioni umane nelle loro complessità e specificità. L'attenzione è rivolta in particolare ai lavori che studiano come le diverse culture influenzano i pensieri e i comportamenti delle persone. In un'ottica di confronto tra sfera personale e collettiva, l'intento è di indagare i fattori che intervengono nella risoluzione dei problemi sociali esistenti all’interno delle diverse comunità. La collana comprende testi di tipo teorico e applicativo e include ricerche effettuate con un disegno sia qualitativo sia quantitativo, relative anche all’analisi e alla riflessione su come si affrontano e risolvono i problemi nei vari contesti sociali e istituzionali.


2011 - Intergroup contact and reduction of explicit and implicit prejudice towards immigrants: A study with Italian businessmen owning small and medium enterprises [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

A field study was conducted to test the effectiveness of intergroup contact (Allport 1954) as a predictor of explicit and implicit attitudes toward immigrants and to examine the processes driving its effects. Participants were Italian businessmen owning small and medium enterprises in Northern Italy who had daily contact with their immigrant workers. We tested a model in which contact ameliorated explicit attitudes, measured as support for social policies toward immigration, through reduced negative outgroup stereotypes. Furthermore, we predicted that contact would have a direct, unmediated effect on improved implicit attitudes toward immigrants, assessed with an Implicit Association Test (Greenwald, McGhee and Schwartz 1998). The results were fully consistent with predictions, thus providing strong support for the contact hypothesis at both an explicit and at an implicit level. The lack of correlation between explicit and implicit attitudes supports dual-process models, suggesting that the two types of attitudes are formed through different processes. The theoretical and practical implications of the findings are discussed.


2011 - Introduzione [Sicurezza, coesione sociale e immigrazione. Prospettive teoriche e analisi di un caso] [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Il tema della convivenza interetnica e le problematiche a essa connesse, determinate dalla consistente e crescente presenza di immigrati nel nostro Paese, pone la questione prioritaria di come caratterizzare il processo di integrazione, presupposto per forme di convivenza civile e di coesione sociale. Si tratta di fronteggiare una situazione che si caratterizza con dimensioni finora non conosciute e di trovare soluzioni adeguate rispetto ai vari e differenti àmbiti di vita. Questa introduzione si propone come cornice interpretativa del presente volume, dove i temi della sicurezza, coesione sociale e immigrazione sono trattati sia a livello teorico sia tramite l'analisi di un caso specifico: la zona stazione di Reggio Emilia.


2011 - Italy Country Note [2011] [Capitolo/Saggio]
Addabbo, Tindara; Giovannini, Dino
abstract

The Chapter includes analyses on the current leaves and other employment-related policies to support parents in Italy, the relationship between leave policy and early childhood education and care policies, changes in policies occurred in Italy in the last year, data on the take-up of leaves and a survey of the most recent studies as well information on the current research projects on the subject regarding Italy within the International Review of Leave Policies and Research published yearly by the International Network on Leave Policies and Research.


2011 - Le interviste in strada ai residenti reggiani e stranieri [Capitolo/Saggio]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Questo capitolo presenta i dati relativi alle interviste semistrutturate effettuate sul campo con residenti reggiani e stranieri dell’area stazione di Reggio Emilia. La scelta di considerare gli appartenenti a entrambi i gruppi risiede nel carattere distintivo dell’area oggetto d’indagine, in cui gli stranieri sono più numerosi dei reggiani. In tale contesto, i due gruppi si differenziano rispetto a varie dimensioni, che possono contribuire a spiegare la situazione conflittuale che sembra caratterizzare l’area stazione. In particolare, si è scelto di considerare i residenti di via Paradisi, via Sani, via Turri, via Veneri, viale IV Novembre, corrispondenti alle vie principali della zona. Sulla base dei dati statistici forniti dal Comune di Reggio Emilia, che indicano come gli stranieri rappresentino circa il 70% dei residenti dell’area presa in esame, si è considerato un numero di reggiani pari a un terzo del totale degli intervistati. Sempre sulla base di tali statistiche, si è scelto di assegnare una quota rilevante del campione straniero ai residenti provenienti da Cina, Ghana, Marocco, Nigeria e Tunisia, ossia ai membri delle comunità più numerose dell’area oggetto dell’indagine. L’obiettivo era quello d’indagare il senso di sicurezza e il livello di coesione sociale espressi dai residenti dell’area stazione, unitamente ai fattori a essi collegati. Come illustrato nel secondo capitolo del volume, si tratta di due costrutti multidimensionali complessi, che dipendono da numerosi fattori e che, a loro volta, hanno notevoli implicazioni per la vita delle persone. Ci si è quindi proposti di esaminare in maniera approfondita il vissuto delle persone in relazione a sicurezza e coesione sociale, in quanto entrambi sono elementi fondamentali da considerare se lo scopo è quello di migliorare la soddisfazione delle persone rispetto alla zona di residenza e la loro qualità della vita più in generale.


2011 - Positive and negative metastereotypes: Effects on intergroup relations [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Research showed that majority members hold negative metastereotypes, which have detrimental effects on intergroup attitudes and behaviors especially among low-prejudiced people (Vorauer & Turpie, 2004). Hironically, the activation of metastereotypes can lead those with more prejudice to behave more positively and being perceived more favorably by the outgroup, compared to low-prejudiced individuals (Vorauer, 2005). Surprisingly, scholars did not take into consideration the activation of positive metastereotypes. To assess metastereotypes in the Italian context, we first conducted a Pilot study, where Italian high-school and undergraduate students completed open-ended measures indicating positive and negative traits potentially relevant for the metastereotype of Italians and the stereotype of immigrants with African origins. Then, we carried out a study, where Italian high-school students evaluated each of the 97 traits obtained in the Pilot, by indicating the percentage of: (a) immigrants with African origins thinking that Italians possess the trait; (b) immigrants with African origins thinking that immigrants with African origins possess the trait; (c) Italians thinking that immigrants with African origins possess the trait; (d) Italians thinking that Italians possess the trait. Participants also reported their level of prejudice toward immigrants with African origins, and the extent they thought they would be personally stereotyped in a hypothetical encounter with a same-sex unknown immigrant. Results showed that participants endorsed both a positive and a negative metastereotype (we calculated a diagnostic ratio by dividing, for each trait, participants’ responses concerning the percentage of immigrants with African origins thinking that Italians possess the trait by the percentage of immigrants with African origins thinking that immigrants with African origins possess the trait: traits included in the metastereotype are those for which the diagnostic ratio differs from 1); they also expressed a positive and a negative other-stereotype of immigrants (we calculated a diagnostic ratio by dividing, for each trait, participants’ responses concerning the percentage of Italians thinking that immigrants with African origins possess the trait by the percentage of Italians thinking that Italians possess the trait: traits included in the other-stereotype are those for which the diagnostic ratio differs from 1). Participants tended to have a positive rather than a negative personalized metastereotype. Prejudice correlated positively with the index of positive metastereotypes, suggesting that the less individuals are prejudiced, the less they feel they will be stereotyped positively by the outgroup. Although the latter finding is in seeming contradiction with Vorauer, Main, and O’Connell’s (1998) results, we also observed, consistent with these authors, a negative correlation between prejudice and a general negative metastereotype (we coded all metastereotype traits so that higher scores represent a more negative metastereotype), indicating that low-prejudiced, compared to high-prejudiced, feel that their group is stereotyped by the outgroup more negatively. Not surprisingly, stronger prejudice was also associated with a more negative other-stereotype of immigrants. In conclusion, our results suggest the existence of both a positive and a negative metastereotype. Whereas previous research suggests that less prejudiced people are more afraid to be stereotyped negatively, our findings indicate that this effect is driven by positive metastereotypes. In other words, low-prejudiced do not perceive they will stereotyped by immigrants more negatively; rather, they think they will be stereotyped less positively. Positive metastereotypes are not just the opposite of negative metastereotypes. In general, it is likely that, the less people are prejudiced, the more they are afraid of being stereoty


2011 - Positive and negative metastereotypes: Effects on intergroup relations [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

In four studies we examined the effects of positive and negative metastereotypes on intergroup attitudes and behaviours. Results showed that positive and negative stereotypes have distinct effects on intergroup relations for high- and low-prejudiced.


2011 - Prefazione [L'azienda a spinta] [Prefazione o Postfazione]
Giovannini, Dino
abstract

Il saggio tratta della spinta intesa come attività, palese o implicita, che viene esercitata per ottenere un risultato. Nella prefazione si sottolinea l'importanza di considerare il ruolo degli atteggiamenti, gli aspetti che concernono il locus of control interno ed esterno, la need persistence intesa come necessità di mantenere alta l'attenzione sulla manutenzione di un processo più che sulla soluzione di un problema. Trattandosi di comportamenti strumentali al conseguimento di un fine esterno, si richiama l'attenzione sul ruolo della motivazione estrinseca e intrinseca.


2011 - Presentazione del libro “Sicurezza, coesione sociale e immigrazione: prospettive teoriche e analisi di un caso”, curato da Dino Giovannini e Loris Vezzali [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Si è presentato il libro “Sicurezza, coesione sociale e immigrazione: prospettive teoriche e analisi di un caso”, curato da Dino Giovannini e Loris Vezzali. La presentazione è avvenuta l'11 novembre 2011 presso l'Aula Magna P. Manodori dell'Università di Modena e Reggio Emilia, sede di Reggio Emilia. Hanno discusso con i curatori del libro Caterina Arcidiacono (Università di Napoli, Presidente Associazione Europea di Psicologia di Comunità), Franco Corradini (Assessore Sicurezza e Coesione Sociale, Comune di Reggio Emilia), Don Giuseppe Dossetti (Presidente CEIS Reggio Emilia), Domenico Savi (Questore Reggio Emilia), Jean René Bilongo (Ufficio immigrazione CGIL nazionale).


2011 - Reducing explicit and implicit prejudice with imagined contact among Italian children [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; Bianchini, Elen; D., Capozza
abstract

We conducted an imagined contact intervention with 80 Italian children, considering emotions, self-disclosure, SDO, intended behavior, stereotypes toward immigrants. Compared to a control condition, the intervention was generally effective.


2011 - Relazioni interetniche e dinamiche acculturative [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Come ripetutamente sottolineato da più parti, in particolare da chinell’àmbito delle discipline psicosociali è interessato allo studio delcomportamento umano, le relazioni interculturali si caratterizzano come un fenomeno di vasta portata che permea quotidianamente, in questa epoca di grandi migrazioni, la vita sociale e individuale delle persone. L’inevitabile rapporto con l’alterità e la diversità connesso all’incontro interculturale determinato dal fenomeno migratorio è purtroppo caratterizzato da rilevanti problematiche e conflitti spesso accentuati. Si dà infatti per scontato che il rapporto fra persone che appartengono a culture diverse – e che dunque non hanno ricevuto la stessa educazione, che parlano un’altra lingua, che hanno un’altra religione e altre abitudini di vita – non possa caratterizzarsi di per sé come incontro positivo e connotato da apertura e accettazione. O, quantomeno, scevro da pregiudizi e stereotipi negativi. Questo capitolo affronta il tema della convivenza fra persone appartenenti a culture diverse, tenendo conto dell'ottica della psicologia culturale, cross-culturale e transculturale, della teoria dell'identità sociale e, a partire da essa, dei modelli legati all'acculturazione che si sono sviluppati: il modello bi-dimensionale di Berry, il modello dell'acculturazione interattiva di Bourhis, il modello biculturalista di LaFromboise e collaboratori, il modello dell'identità dell'ingroup comune di Gaertner e Dovidio. Si è inoltre considerata la dinamica presente tra processi di acculturazione e politiche sociali, il fenomeno del transnazionalismo, nonché approcci di studio di stampo non solo psicologico, ma anche sociologico e filosofico alla convivenza multiculturale.


2011 - Relazioni intergruppi ed effetti benefici dei metastereotipi positivi [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; G., Salzillo
abstract

Una letteratura emergente in psicologia sociale si sta interessando agli effetti prodotti sulle relazioni intergruppi dall’attivazione di metastereotipi (gli stereotipi che, secondo i membri dell’ingroup, l’outgroup ha su di loro). In generale, è emerso che i membri del gruppo maggioritario hanno metastereotipi prevalentemente negativi (Vorauer, Main, & O’Connell, 1998). Inoltre, si è trovato che, a differenza delle persone con alto pregiudizio, quelle con basso pregiudizio sono più consapevoli si essere percepite dall’outgroup in maniera stereotipicamente negativa e che, quando sono attivati i metastereotipi negativi, le persone con alto pregiudizio provano sentimenti più negativi verso membri dell’outgroup rispetto a quelle con basso pregiudizio (Vorauer & Kumhyr, 2001). Il presente lavoro si è proposto tre obiettivi: (a) rilevare l’esistenza di metastereotipi positivi; (b) esaminare gli effetti dell’attivazione di metastereotipi positivi sulle relazioni intergruppi; (c) dimostrare che, quando sono attivati i metastereotipi negativi, gli effetti prodotti dal pregiudizio sulle relazioni intergruppi sono annullati dalla presenza di metastereotipi positivi. La relazione intergruppi considerata è quella tra italiani e immigrati di origine africana. Anzitutto, si è effettuato un Pilot con studenti universitari e di scuola superiore di nazionalità italiana, volto a individuare con domande aperte tratti positivi e negativi rilevanti per determinare i metastereotipi degli italiani e gli stereotipi degli immigrati. Si è quindi condotto un primo studio con 31 studenti italiani di scuola superiore, che hanno valutato ognuno dei 97 tratti emersi nel Pilot in relazione alla loro rilevanza per la formazione del metastereotipo degli italiani e dello stereotipo degli immigrati. I risultati emersi mostrano la presenza di metastereotipi sia positivi sia negativi, nonché di stereotipi positivi e negativi degli immigrati. Questi dati evidenziano innanzitutto la credenza che gli immigrati abbiano stereotipi sia positivi sia negativi degli italiani. Inoltre, a differenza delle persone con alto pregiudizio, quelle con basso pregiudizio pensano di essere stereotipizzate meno positivamente dall’outgroup e non, come sostenuto da Vorauer et al. (1998), di essere stereotipizzate più negativamente dall’outgroup. Quindi, le persone più egualitarie sono più consapevoli di quelle meno egualitarie che l’outgroup le vedrà in termini meno positivi.In un secondo studio, condotto con 69 studenti italiani di scuola superiore, si è manipolata l’attivazione dei metastereotipi positivi e negativi. Anzitutto, si è trovato che attivare i metastereotipi positivi porta a credere che l’incontro con l’outgroup sarà più piacevole, mentre l’attivazione di metastereotipi negativi produce l’effetto opposto. Inoltre, gli effetti negativi del pregiudizio sulle valutazioni intergruppi sono presenti solo quando sono attivi i metastereotipi negativi. Questi risultati consentono pertanto di affermare che i metastereotipi positivi annullano gli effetti negativi del pregiudizio sulle relazioni intergruppi.


2011 - SECONDARY TRANSFER EFFECTS: ROLE OF CONTACT, SOCIAL DOMINANCE ORIENTATION, INTERGROUP EMOTIONS OF ANXIETY AND EMPATHY [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Participants were 175 Italian high-school students. The instrument used was a questionnaire. Contact with immigrants reduced social distance toward them; this relationship was mediated by anxiety and empathy toward immigrants; social dominance orientation had opposite effects. Improved attitudes toward immigrants generalized to attitudes (social distance) toward disabled and homosexuals.


2011 - Sicurezza, coesione sociale e immigrazione. Prospettive teoriche e analisi di un caso [Curatela]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

In un mondo che muta rapidamente e in cui persone e gruppi differenti devono imparare a convivere, quali prospettive occorre assumere per rendere comprensibile la realtà in cui viviamo e risolvere i problemi determinati dall’esistenza di comunità culturalmente diverse e divise all’interno del tessuto sociale attuale? Questo libro affronta il tema della convivenza interetnica e multiculturale e ne analizza gli aspetti più rilevanti e problematici, quali le dinamiche acculturative, il senso di (in)sicurezza, il degrado urbano, la criminalità, la coesione sociale, fornendo una rassegna delle teorie e degli studi effettuati su queste tematiche. Nell’ottica di capire i fenomeni che ostacolano il processo di integrazione e le forme di convivenza civile con gli immigrati, nella seconda parte del libro viene presentato il “caso” della zona stazione di Reggio Emilia, un’area della città che si connota come periferia urbana, analizzata coniugando le prospettive della psicologia sociale, culturale e di comunità. Questo volume si caratterizza come strumento utile per comprendere l’odierna società “etnicizzata” e le ragioni a sostegno della necessità di far procedere di pari passo immigrazione e integrazione.


2011 - Teachers’ Attitudes and Acculturation Orientations toward Immigrant Children: The Role of Contact with Immigrant Parents [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

A field study was conducted to test whether contact with immigrant parents would lead Italian teachers to display more positive attitudes toward immigrant children. The participants were 128 Italian pre-school and elementary school teachers of a Northern Italian region. Analyses conducted with structural equation modeling (SEM) revealed that quality of contact increased the perceived heterogeneity of the immigrant pupils category and led to a stronger support of social policies favoring immigrant children. In addition, quality of contact also affected the rejection of negative acculturation strategies (assimilation, segregation, exclusion) and the endorsement of positive acculturation strategies (individualism). Unexpectedly, cooperative contact reduced the preference for the integration strategy. The relationship between contact quality and outcome variables was mediated by empathic feelings toward immigrant children. The effects of quantity of contact were negligible. Theoretical and practical implications of findings are discussed.


2011 - Teachers’ attitudes and acculturation orientations toward immigrant children: The role of contact with immigrant parents [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

A field study was conducted to test whether contact with immigrant parents would lead Italian teachers to display more positive attitudes toward immigrant children. The participants were 128 Italian pre-school and elementary school teachers of a Northern Italian region. Analyses conducted with structural equation modeling (SEM) revealed that quality of contact increased the perceived heterogeneity of the immigrant pupils category and led to a stronger support of social policies favoring immigrant children. In addition, quality of contact also affected the rejection of negative acculturation strategies (assimilation, segregation, exclusion) and the endorsement of positive acculturation strategies (individualism). Unexpectedly, cooperative contact reduced the preference for the integration strategy. The relationship between contact quality and outcome variables was mediated by empathic feelings toward immigrant children. The effects of quantity of contact were negligible. Theoretical and practical implications of findings are discussed.


2010 - Coesione sociale, senso di sicurezza e loro conseguenze: uno studio sui residenti italiani e stranieri della zona stazione di Reggio Emilia [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

In questo studio sono state esaminate le percezioni dei residenti italiani e stranieri dell’area stazione di Reggio Emilia, ponendo particolare attenzione ai costrutti di coesione sociale e senso di sicurezza, unitamente alle loro potenziali conseguenze. I risultati hanno mostrato sia somiglianze sia differenze tra i due gruppi. Infatti, la coesione sociale e la sicurezza percepita risultano entrambe moderate, con conseguenze in parte diverse per Italiani e stranieri. Per entrambi i gruppi, la qualità della vita è risultata determinata dal livello di soddisfazione per la propria area di residenza e dall’intenzione di trasferirsi altrove; tuttavia, la coesione sociale e la sicurezza percepita sono risultate elementi importanti associati alla qualità della vita solamente per gli stranieri. Vengono inoltre discusse le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.


2010 - Contatto intergruppi, orientamento alla dominanza sociale e secondary transfer effect [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; C., Cantelli
abstract

Secondo l’ipotesi del contatto, l’incontro cooperativo tra membri di gruppi diversi può migliorare le relazioni intergruppi (Allport, 1954). Nonostante le numerose evidenze empiriche (si veda Brown & Hewstone, 2005), la formulazione originaria dell’ipotesi del contatto presenta alcuni limiti (Pettigrew, 1998). Anzitutto, non sono chiari i processi sottostanti gli effetti del contatto. A questo proposito, la ricerca sviluppatasi negli ultimi anni indica che uno dei meccanismi chiave per la riduzione del pregiudizio è costituito dalle emozioni intergruppi. In particolare, gli effetti positivi del contatto sulle relazioni tra i gruppi sono spiegati, in parte, dall’ansia e dall’empatia provate per i membri dell’outgroup (Capozza, Vezzali, Trifiletti, Falvo, & Favara, 2010; Pettigrew & Tropp, 2008). Un secondo limite riguarda la generalizzazione degli effetti del contatto. Nello specifico, non è chiaro se gli effetti del contatto con membri di un outgroup si estendano anche a membri di outgroup diversi non coinvolti nell’esperienza contatto. Tale fenomeno viene definito “secondary transfer effect” (Pettigrew, 2009). Nonostante siano poche le ricerche che hanno indagato il secondary transfer effect, i risultati sembrano sostenere la presenza di tale tipo di generalizzazione, soprattutto considerando gli atteggiamenti nei confronti di outgroup tra loro simili (si veda Pettigrew, 1997; Pettigrew & Tropp, 2006). L’obiettivo del presente lavoro è quello di indagare le emozioni di ansia e empatia come mediatori della relazione tra contatto con gli immigrati e atteggiamenti nei loro confronti. Inoltre, ci si propone di esaminare la generalizzazione agli atteggiamenti nei confronti di due outgroup stigmatizzati: disabili e omosessuali. Un ulteriore obiettivo è quello di testare gli effetti dell’Orientamento alla Dominanza Sociale (Social Dominance Orientation, SDO; Sidanius & Pratto, 1999) sugli atteggiamenti verso i tre gruppi-target considerati. I partecipanti allo studio erano 175 studenti di un istituto superiore di Modena. Lo strumento utilizzato era un questionario. I risultati hanno indicato, come previsto, che il contatto frequente e cooperativo con gli immigrati riduceva la distanza sociale nei loro confronti, e tale effetto era mediato da ridotta ansia e aumentata empatia provata per gli immigrati; inoltre, gli effetti si generalizzavano dalla distanza sociale verso gli immigrati a misure di distanza sociale nei confronti di disabili e omosessuali. Similmente, SDO aumentava la distanza sociale nei confronti degli immigrati aumentando l’ansia e riducendo l’empatia provata per essi; inoltre, l’effetto indiretto di SDO su aumentata distanza sociale nei confronti di disabili e omosessuali era significativo. Si discutono le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.


2010 - Improving Italian students’ attitudes toward immigrants: Book reading as a new dimension of extended contact [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; S., Stathi; Giovannini, Dino
abstract

According to the extended contact contact hypothesis (Wright, Aron, McLaughlin-Volpe, & Ropp, 1997), the simple knowledge that an ingroup member has an outgroup friend is sometimes sufficient to reduce prejudice. Recently, strategies based on extended contact have been successfully applied in school settings (Cameron & Rutland, 2006). The aim of this study was to test the effectiveness of extended contact between school students in the Italian context, by examining a new age group and untested mediators of ameliorated intergroup relations. Furthermore, we examined the hypothesis that extended contact would facilitate the desire to engage in future real intergroup interactions. Participants were Italian secondary school students aged 11-13 years; the target outgroup was that of immigrants. There were three conditions. In the first (intercultural reading), participants read, during the summer period, a book with stories involving contact between people with different cultural backgrounds. The other two were control conditions: participants read a book unrelated to intercultural themes (non-intercultural reading) or did not read any book (no-reading). After the summer holiday, participants completed a questionnaire. As expected, in the intercultural reading condition, intergroup attitudes, stereotypes and intended behavior were more positive than in the two control conditions; furthermore, the desire for future intergroup interactions was stronger. Notably, the positive effects of intercultural reading were mediated by IOS (Aron, Aron, & Smollan, 1992), ingroup identification and increased pleasantness of interacting with outgroup vs. ingroup members. Theoretical and practical implications of the findings are discussed.


2010 - Italy [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Reviewing of the Italian leave policies


2010 - Lavorare in una cooperativa sociale: Atteggiamenti degli operatori verso gli immigrati ed effetti “ironici” del sostegno istituzionale [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Si è condotto uno studio sul campo con gli operatori italiani di una cooperativa sociale di Reggio Emilia che fornisce servizi agli immigrati, per esaminare gli atteggiamenti espliciti e impliciti verso gli immigrati e i fattori che intervengono a produrre un loro cambiamento in positivo. In particolare, si è testata l’ipotesi che il contatto cooperativo riduca sia il pregiudizio esplicito sia quello implicito solo quando il sostegno istituzionale percepito è moderato, e che tali effetti siano mediati dall’ansia intergruppi. I risultati hanno mostrato che gli operatori hanno atteggiamenti espliciti egualitari, ma mostrano al contempo un forte ingroup bias implicito. Tramite analisi di regressione multipla si è dimostrato che il contatto è risultato associato a minore ingroup bias esplicito e implicito e a ridotta ansia quando il sostegno normativo percepito è moderato, ma non quando è alto. Inoltre, l’ansia media gli effetti del contatto sull’ingroup bias implicito, ma non su quello esplicito, per gli operatori che percepiscono un moderato sostegno istituzionale. Sono discusse le implicazioni pratiche e teoriche dei risultati.


2010 - Leave policies in time of global economic crisis [Altro]
Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

Organizzazione del settimo convegno internazionale del Network internazionale Leave Policies & Research “Leave policies in time of global economic crisis”, 7-8 ottobre 2010, Bologna.


2010 - Longitudinal effects of contact on intergroup relations: The role of majority and minority group membership and intergroup emotions. [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; D., Capozza
abstract

A field study was conducted in the Italian context to examine the longitudinal effects of contact on improved intergroup relations, and to test whether the effects were different for majority and minority group members. Furthermore, we examined the processes underlying contact effects. Participants were 68 Italian (majority) and 31 immigrant (minority) secondary school students, who completed a questionnaire at two time points. The results of regression analyses showed that, consistent with the contact hypothesis (Allport, 1954), quantity and quality of contact longitudinally improved outgroup evaluation and increased the attribution of positive stereotypes to the outgroup; the reverse paths were non-significant. Notably, whereas quantity of contact improved intergroup attitudes and stereotypes for both majority and minority participants, quality of contact had reliable effects only for the majority group. Intergroup anxiety and empathy mediated the longitudinal effects of quantity of contact for both Italians and immigrants; the cross-lagged effects of contact quality on criterion variables for the Italian group were mediated by intergroup empathy. The theoretical and practical implications of findings are discussed.


2010 - Processi di acculturazione e orientamento alla dominanza sociale [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea; Vezzali, Loris
abstract

Il capitolo tratta dei principali contributi pubblicati nella letteratura psicosociale relativi agli orientamenti di acculturazione espressi da membri di gruppi maggioritari e minoritari. Si presentano inoltre alcune ricerche relative agli effetti di una variabile di personalità importante, l'orientamento alla dominanza sociale (SDO; Sidanius e Pratto, 1999), sulla preferenza per le strategie acculturative, unitariamente all'importanza di considerare più livelli di analisi. In particolare, si suggerisce che occorre tenere conto, nell'analizzare i processi di acculturazione, non solo delle strategie che uno preferisce, ma anche di quelle che le persone pensano abbiano gli altri e delle "meta-strategie", vale a dire quelle che una persona pensa gli altri le attribuiscano.


2010 - Social dominance orientation, realistic and symbolic threat: Effects on Italians’ acculturation orientations, intergroup attitudes and emotions toward immigrants [Articolo su rivista]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

In this study, realistic and symbolic threat were tested as mediators of the effects of Social Dominance Orientation (SDO; Sidanius & Pratto, 1999) on acculturation orientations, intergroup attitudes and emotions. One-hundred Italian undergraduates completed one of three versions of a questionnaire, each evoking a different target-group: immigrants in general, Moroccans, Chinese. We predicted that the effects of SDO on acculturation orientations would be mediated by realistic threat in the employment domain and by symbolic threat in the culture domain; both threats should mediate the SDO-intergroup attitudes and emotions relationship. Results showed, partially supporting predictions, mediation effects by realistic threat on integrationism (employment domain), intergroup attitudes and emotions, and by symbolic threat on assimilationism (culture domain). Evidence of moderated mediation emerged in the path from predictor to mediator: SDO increased realistic threat more for immigrants in general and Moroccans than for Chinese. Theoretical and practical implications of findings are discussed.


2009 - Contact in sport teams: consequences for prejudice and self-esteem [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino; Pintus, Andrea
abstract

There is wide consensus on the idea that contact, under optimal conditions, has the potential to reduce prejudice (Pettigrew & Tropp, 2006). Much less contact research, however, addressed the impact of contact on variables concerning the self, like personal self-esteem resulting from encounters with outgroup members. On the basis of the literature, it is possible to hypothesize that contact has positive consequence on both self-esteem and intergroup attitudes, and that these relationships are driven by distinct processes. In particular, contact may affect self-esteem through a more favorable intergroup climate; contact should instead reduce prejudice by increasing the interest in spending time with outgroup members. To test these hypotheses, two studies were conducted. Participants were Italian adolescents (males playing in soccer teams in the first study; females playing in volleyball teams in the second study) belonging to sport teams including both Italian and immigrants players. The instrument used was a questionnaire. Results supported our hypotheses, suggesting that contact has positive consequences both for the self and for intergroup relations and that qualitative distinct processes drive these effects.


2009 - Immigrati e lavoro: il punto di vista degli imprenditori [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino
abstract

La presente ricerca si propone di indagare i fattori che determinano le strategie di inserimento degli immigrati in contesti lavorativi e gli atteggiamenti nei loro confronti. Tale tematica è particolarmente rilevante in contesti in cui gli Italiani sono quasi obbligati ad utilizzare manodopera immigrata, a causa della scarsità di Italiani disposti a svolgere determinate mansioni. In particolare, ci si è focalizzati sugli atteggiamenti di imprenditori italiani di piccole e medie imprese di Reggio Emilia e provincia. I previsori ipotizzati erano l’Orientamento alla Dominanza Sociale (SDO; Sidanius & Pratto, 1999) e il contatto al lavoro (Allport, 1954). Come variabili dipendenti, si sono considerati gli orientamenti di acculturazione, gli stereotipi intergruppi, le politiche sociali favorevoli all’integrazione degli immigrati. Lo strumento utilizzato era un questionario. Poiché le risposte dei partecipanti potevano essere viziate da desiderabilità sociale o strategie di auto-presentazione, si è inclusa una misura di atteggiamenti implicita, l’Implicit Association Test (IAT; Greenwald, McGhee, & Schwartz, 1998). I risultati hanno indicato che il contatto influenzava positivamente gli orientamenti acculturativi e, soprattutto, gli atteggiamenti nei confronti degli immigrati (ad esempio, migliorava gli stereotipi positivi degli immigrati; SDO aveva effetti negativi prevalentemente sulle strategie di acculturazione (ad esempio, aumentava la scelta di assimilazione ed esclusione).


2009 - Social dominance orientation and acculturation strategies: the role of realistic and symbolic threat [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Psychological research has identified a number of factors potentially related to the acculturation strategies preferred by majority and minority group members. Some authors recently found that, for members of the host community, social dominance orientation (SDO; Sidanius & Pratto, 1999) positively influences the endorsement of rejection strategies, such as segregation, and negatively affects strategies of acceptance, such as integration (e.g., Trifiletti, Dazzi, Hichy, & Capozza, 2007). However, the empirical evidence concerning the processes driving the effect of SDO on acculturation strategies is limited (for an exception, see, e.g., Andrighetto, Trifiletti, Pasin, & Capozza, 2008). Given the importance of threat in influencing the relations between groups (Stephan & Stephan, 2000), we reasoned that threat perceptions might explain the relationship between SDO and acculturation. In particular, we examined if the effects of SDO on acculturation strategies and on intergroup attitudes and emotions were mediated by symbolic and realistic threat, and if these effects depended by the target group and by the domain considered. Participants were Italian university students, who were asked to complete a questionnaire with respect to three target groups: immigrants in general, Chinese immigrants (valued group), Moroccan immigrants (devalued group). Main predictions were that realistic threat would mediate the effects of SDO on acculturation strategies in the domain of employment, whereas symbolic threat would mediate the SDO-acculturation strategies relationship in the domain of culture; both types of threat were expected to mediate the relation between SDO and intergroup attitudes and emotions. Results supported only partially our hypotheses.


2009 - Sport e contatto intergruppi [Abstract in Atti di Convegno]
Vezzali, Loris; Giovannini, Dino
abstract

Secondo l’ipotesi del contatto, l’incontro cooperativo tra membri di gruppi diversi dovrebbe migliorare le relazioni intergruppi (Allport, 1954). Pochi studi, tuttavia, hanno indagato gli effetti del contatto sull’autostima personale. E’ possibile, infatti, che incontrare persone appartenenti a gruppi diversi dal proprio migliori non solo gli atteggiamenti nei loro confronti, ma anche l’immagine di sé. Ciò dovrebbe essere vero soprattutto in adolescenti, il cui senso di sé non è ancora pienamente formato. Per verificare tale ipotesi, si sono condotti due studi con adolescenti italiani che praticavano sport a contatto con coetanei immigrati. Nel primo, si sono considerati maschi che giocavano in squadre di calcio; nel secondo, femmine iscritte a società di pallavolo. Lo strumento utilizzato era un questionario. I risultati hanno indicato che, come previsto, il contatto migliorava gli atteggiamenti intergruppi e incrementava l’autostima personale. Tuttavia, i processi alla base di tali effetti erano diversi. In particolare, il contatto migliorava gli atteggiamenti nei confronti degli immigrati aumentando l’orientamento positivo nei loro confronti. L’effetto sull’autostima era invece mediato dal clima di squadra. In altre parole, il contatto migliorava il clima di cooperazione interno alla squadra e tale clima, a sua volta, era responsabile dell’aumento dell’autostima dei partecipanti.


2008 - Conciliare lavoro e famiglia: quale il ruolo dell'interdipendenza di coppia nelle pratiche comportamentali dei padri nella cura dei figli? [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino
abstract

In un’epoca in cui si discute sempre di più di pari opportunità di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, i non numerosi anche se importanti recenti studi sul tema sempre più attuale della paternità sottolineano in particolare diversi aspetti. Fra questi, la dimensione stereotipata dei ruoli di cura che non contempla un congedo di paternità come diritto proprio del padre e la necessità di rimodulare in Italia tratti di legislazione che nascondono forme discriminatorie. Muovendo dal diritto del lavoro si è sviluppata su un terreno ampiamente interdisciplinare la ricerca e la riflessione su come raccordare la paternità al lavoro. Altri studi hanno analizzato le trasformazioni recenti della famiglia, con particolare riferimento alla paternità e al contributo degli uomini alla cura dei figli, in un’ottica soprattutto a carattere descrittivo ed esplorativo.In queste analisi, che paiono aver l’obiettivo di offrire un quadro complessivo di riflessione finalizzata a una nuova comprensione della qualità sociale del welfare familiare, con proposte di linee innovative di ricerca e di valutazione di servizi e interventi, è del tutto assente l’analisi dei fattori che intervengono nella relazione di coppia (uomo-donna, padre-madre) all’interno degli attuali scenari lavorativi e familiari. Si sottolinea pertanto l’importanza di non sottovalutare la rilevanza di questa dimensione, peraltro messa in evidenza da studi e ricerche effettuate soprattutto negli anni ’90: si tratta, infatti, di cogliere la rappresentazione sociale della paternità così come emerge all’interno della relazione di coppia, più in specifico della coppia genitoriale.Con questo contributo si intende presentare una riflessione sui dilemmi connessi alla conciliazione lavoro-famiglia in coppie genitoriali con bambini piccoli, focalizzando l’attenzione sugli aspetto che concorrono a caratterizzare l’interdipendenza di coppia. Un “luogo” di interazione, questo, dove l’insieme delle visioni, dei valori, degli atteggiamenti, delle immagini, delle aspettative e dei desideri dei due partner, carichi di valenza emotiva, si incontrano e si definiscono reciprocamente e in modo interdipendente. L’obiettivo di affrontare al meglio la realtà quotidiana e le diverse esigenze che la caratterizzano si scontra, tuttavia, con una realtà caratterizzata, in Italia, da disparità tra uomini e donne e dal permanere di una cultura che, a trent’anni dall’inizio dei processi di femminilizzazione del mercato del lavoro, fatica ancora a riconoscere il mutato ruolo della donna in seno alla famiglia e alla società e che è ancora lontana da una realizzazione del principio delle pari opportunità. Inoltre, se da una parte sembra farsi strada negli uomini una profonda volontà di ridefinizione di sé in quanto padri, un desiderio reale di essere più vicini ai propri figli e alla famiglia, dall’altra questa volontà si scontra con pesanti eredità del passato non ancora del tutto superate e genera profili di paternità sovrapposti e alle volte contradditori. Da questo punto di vista anche la figura femminile, pur in maniera meno evidente, sembra caratterizzata ancora da alcune ambivalenze, in particolare in riferimento all’ambito familiare e genitoriale.


2008 - Host member preferred and perceived acculturation attitudes, quality of intergroup relations and social dominance orientation [Abstract in Atti di Convegno]
Pintus, Andrea; Giovannini, Dino; Vezzali, Loris
abstract

The study was concerned with the effects of the activation of specific target-groups (immigrants in general, Moroccan, Chinese) on the preferred acculturation strategies and on the level of social dominance orientation.


2008 - Immigrazione, percezione di sicurezza e mediazione sociale dei conflitti: il caso “zona stazione” a Reggio Emilia [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; B., Ferrari; Pintus, Andrea; Vezzali, Loris
abstract

A Reggio Emilia, i cittadini che risentono maggiormente dei disagi relativi alla percezione di insicurezza sono quelli delle Circoscrizioni in cui la forte presenza straniera si accompagna a un certo degrado dell’habitat urbano, alimentando così l’idea di un’associazione tra immigrazione e criminalità. In particolare, nella “zona stazione” compresa tra le Circoscrizioni VI e VII emerge come fortemente problematico il tema della convivenza tra “vecchi” e “nuovi” reggiani, ovvero tra autoctoni e stranieri. Diversi fattori contribuiscono a sottolineare la necessità di un’analisi approfondita dell’area : in primo luogo, la presenza straniera è più elevata in queste due Circoscrizioni rispetto al resto della città; in secondo luogo, in questa zona, il tema della convivenza tra Italiani e stranieri si interseca con un’ampia serie di problematiche sociali, in parte legate al processo di immigrazione nel tessuto cittadino, primo fra tutti il problema della ricerca dell’abitazione, ma anche a problemi che riguardano il tessuto comunitario locale nel suo complesso, come la pianificazione degli spazi urbani e la gestione dell’ordine pubblico.Considerato il fatto che la “zona stazione” è, da almeno una decina d’anni, oggetto di studio privilegiato da parte delle autorità cittadine, con il presente studio ci si è posto l’obiettivo di analizzare le rappresentazioni e il vissuto delle persone che abitano in questa parte della città, in particolare nella zona di via Turri, via Paradisi e via Veneri, in riferimento alla percezione della sicurezza e delle specifiche problematiche dei residenti e degli attori sociali presenti sul territorio. L’attenzione è stata soprattutto posta: a) sull’analisi dei risultati prodotti dai diversi progetti di carattere sociale attivati fino ad ora; b) sulla percezione della sicurezza, sulla qualità del vissuto e sulle specifiche problematiche espresse dai residenti (sia italiani sia stranieri) e dai diversi attori sociali; c) sull’impatto nel quartiere del Centro di Mediazione dei Conflitti, nei termini dell’atteggiamento espresso da residenti (sia italiani sia stranieri), commercianti e altri attori sociali significativi presenti sul territorio (ad es., amministratori pubblici, forze di polizia, associazioni culturali, rappresentanze sindacali, comitati civici, associazioni di volontariato, congreghe religiose); d) sulle dinamiche interculturali e intergruppi e sulla qualità delle relazioni tra Italiani e stranieri; f) sulle proposte di soluzione avanzate dai residenti italiani e stranieri.Si è condotta un’indagine sul campo attraverso: quindici interviste in profondità a testimoni privilegiati, individuati tra gli attori sociali presenti sul territorio (comitati di quartiere, residenti italiani e stranieri, forze di polizia, rappresentanze sindacali, amministratori pubblici, associazioni culturali, associazioni di volontariato, congreghe religiose, partiti politici, commercianti); due focus group con diciotto dipendenti stranieri di una Cooperativa di servizi residenti nel contesto analizzato; cento interviste semistrutturate faccia a faccia a residenti, sia italiani sia stranieri.I risultati di questo studio, che si basano sull’analisi dei rapporti delle ricerche precedentemente effettuate, delle azioni di prevenzione e promozione di coesione sociale messe in atto (“Centro di mediazione dei conflitti”, “Le regole del gioco”, “Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in zona stazione”) nonché dei dati da noi raccolti ed elaborati, mostrano che per fronteggiare i problemi connessi alla sicurezza sociale in Circoscrizioni cittadine con un alto tasso di residenti immigrati occorre agire in una logica di sistema e di reti integrate, pena il rischio reale di acuire anziché diminuire la conflittualità intergruppi.


2008 - Italy [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Reviewing of the Italian leave policies


2008 - Metacognition of learning among university students: The relationship between cognitive style, learning style, need for closure and locomotion [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea
abstract

Current theories of learning emphasise that learning is an active, constructive, cumulative, and goal-oriented process that involves problem solving. In other words, it is necessary to think in order to learn (Cano-Garcìa & Huges, 2000). The purpose of this research is to investigate the relation between cognitive and learning styles. In particular, the study investigates the moderation role of the Need for Cognitive Closure (NCC; Kruglanski & Webster, 1996) and two distinct self-regulatory modes, Locomotion and Assessment, that have been shown to underlie most goal-directed activity (Kruglanski et al., 2000). Results showed that the relationship is significant for four cognitive styles: monarchic, judicial, hierarchic (accommodating, assimilating), executive (converging, assimilating). Individual difference variables moderate the relationship between cognitive and learning styles. Moderating effects, however, were found only for the need for closure. In particular, need for closure moderate the relation between six cognitive styles (oligarchic, monarchic, legislative, global, anarchic, hierarchic) and the learning styles diverging; it moderates the relationship between three cognitive styles (oligarchic, legislative, anarchic) and the learning style converging.


2008 - Salvaguardia dell’ambiente e predittivita' del comportamento: il ruolo dell’ambivalenza attitudinale [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea
abstract

Questo contributo prende in considerazione alcuni aspetti teorici dei costrutti considerati e presenta i risultati di due ricerche relative alla salvaguardia dell'ambiente e alla predittività del comportamento, con un'attenzione particolare al ruolo dell'ambivalenza attitudinale.


2007 - Atteggiamento acculturativo maggioritario, percezione delle strategie di acculturazione minoritarie e qualita' delle relazioni intergruppi [Abstract in Atti di Convegno]
Pintus, Andrea; Giovannini, Dino
abstract

Secondo il modello bidimensionale di Berry (2001), quando i membri di gruppi dal differente profilo etnico-culturale entrano in contatto tra loro, è possibile descrivere uno tra quattro differenti profili di atteggiamento o strategie di acculturazione: l'integrazione, l'assimilazione, la separazione/segregazione e la marginalità/esclusione. Alcuni autori (e.g., Navas et al., 2005) sottolineano come ai fini della comprensione delle relazioni intergruppi in un contesto multiculturale, sia importante prendere in considerazione non solo le strategie effettivamente adottate dai membri dei singoli gruppi, ma anche la percezione che questi hanno delle strategie preferite o adottate dai reciproci outgroup. Sulla base di queste considerazioni abbiamo somministrato a 247 studenti universitari di nazionalità italiana un questionario in cui venivano raccolte informazioni sul loro atteggiamento acculturativo, sulle strategie da loro percepite essere adottate dagli immigrati e diversi indicatori della qualità del contatto intergruppi. In modo casuale sono stati distribuiti tre diversi tipi di questionario in modo da ottenere tre sottogruppi di soggetti che rispondevano alle domande in riferimento a tre differenti target: 1) gli immigrati in generale, 2) gli immigrati cinesi, 3) gli immigrati marocchini. La strategia acculturativa maggiormente preferita è risultata essere l'integrazione, soprattutto in riferimento agli immigrati cinesi, mentre tra le strategie percepite essere maggiormente preferite dagli immigrati, prevale la separazione. Sulla base della tipologia di Bourhis et al. (1997), il livello predominante di corrispondenza tra le strategie di acculturazione preferite e percepite risulta essere quello "conflittuale". La migliore qualità delle relazionin intergruppi si evidenzia in chi preferisce l'integrazione e percepisce l'assimilazione, mentre la peggiore tra chi si esprime per l'esclusione. Sempre nei confronti dei cinesi si evidenzia la minore discrepanza e il maggiore accordo sull'importanza attribuita al mantenimento della cultura. Complessivamente, al diminuire della discrepanza e al crescere dell'accordo, migliora la qualità delle relazioni intergruppi.


2007 - Atteggiamento acculturativo minoritario, percezione delle strategie di acculturazione maggioritarie e valutazione della propria esperienza in Italia [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea
abstract

Nonostante esista una vasta letteratura sul tema dell'acculturazione, nel contesto italiano sono ancora pochi i contributi che si sono focalizzati in modo specifico sullo studio delle strategie di acculturazione degli immigrati e, in particolare, sul tema della corrispondenza tra l'atteggiamento acculturativo minoritario e maggioritario. Sulla base di questo recente interesse di ricerca, abbiamo somministrato ad un campione eterogeneo di 88 immigrati residenti nella provincia di Reggio Emilia (età media = 34.6 anni), un questionario in cui venivano raccolte informazioni sulla loro esperienza di vita in Italia, sulle loro strategie di acculturazione preferite e su quelle da loro percepite essere preferite dagli italiani. Nel complesso i soggetti risultano abbastanza soddisfatti della propria esperienza, ma emergono diversi problemi legati alla chiusura degli italiani, alla ridotta padronanza linguistica e le difficili condizioni lavorative a cui sono sottoposti, soprattutto tra coloro che hanno pochi contatti interpersonali con gli italiani. Emerge, inoltre, una differenziazione etnica degli spazi di vita dei soggetti, che vede da un lato i rapporti con gli italiani intrattenuti soprattutto a livello di vicinato, mentre dall'altro il dominio delle relazioni informali appannaggio dei propri connazionali. Le strategie acculturative maggiormente preferite sono risultate essere l'integrazione, soprattutto tra chi ha molti vicini italiani, e la separazione, mentre le strategie percepite essere maggiormente preferite dagli italiani, l'integrazione e l'esclusione, quest'ultima soprattutto tra chi frequenta molti connazionali. Sulla base della tipologia di Bourhis et al. (1997), il livello predominante di corrispondenza tra le strategie di acculturazione preferite e percepite risulta essere quello "conflittuale", soprattutto tra chi frequente molti connazionali e pochi italiani. Tra coloro, invece, che hanno molti vicini italiani e che frequentano molti italiani, il livello di corrispondenza con maggiore incidenza risulta essere quello "consensuale".


2007 - Atteggiamento ambivalente e salvaguardia dell'ambiente: uno studio con studenti universitari a Reggio Emilia [Relazione in Atti di Convegno]
Pintus, Andrea; Giovannini, Dino; E., Patroncini
abstract

Si presenta una ricerca relativa alla sensibilità verso le tematiche ambientali condotta a Reggio Emilia con studenti universitari.


2007 - Imagenes de la paternidad en parejas de progenitores: un estudio sobre la interdependencia entre procesos representacionales y practicas comportamentales [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; E., Goriup; J. F., Cerrato
abstract

Desde una perspectiva psicosocial cuantitativa los autores estudian las representaciones sociales de la paternidad en parejas de progenitores. En este contexto de interaccion el conjunto de las visiones, valores, actitudes, imagenes, expectativas y deseos de ambos partner, dotados de valencia afectiva, se evidencian y se redefinen reciprocamente con el fin de afrontar con la mayor efectividad posible las exigencias de la realidad cotidiana.


2007 - Immigrazione e pregiudizio: l'atteggiamento dei datori di lavoro verso i dipendenti extracomunitari in piccole e medie imprese trentine [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea; L., Rinaldi
abstract

Questo contributo ha indagato l'atteggiamento dei datori di lavoro di piccole e medie imprese trentine verso i dipendenti extracomunitari. In particolare, si è analizzato il pregiudizio nei vari settori di produzione, l'atteggiamento nei confronti del fenomeno immigrazione, le esperienze avute nei confronti di lavoratori immigrati extracomunitari, nonché la percezione di competenza e di abilità sociale degli immigrati.


2007 - Immigrazione, contatto interetnico e relazioni interpersonali: il ruolo dell'amicizia nei gruppi di adolescenti [Relazione in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino
abstract

Questo contributo, che si colloca in un'ottica psicosociale, considera i principali aspetti relativi alle caratteristiche che assume in generale il contatto interetnico. In questa ottica vengono analizzate brevemente le diverse strategie acculturative ritenute come più efficaci per favorire il contatto interetnico e la riduzione del pregiudizio. In particolare il contributo fa riferimento agli adolescenti/giovani che appartengono a gruppi etnici differenti, una categoria di soggetti sottoposta più di altre fasce di età al carico di compiti di (ri)socializzazione non certo facili da affrontare, quando non addirittura problematici.


2007 - Insegnare l’impresa cooperativa a scuola [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Non presente.


2007 - Italy [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Reviewing of the Italian leave policies


2007 - Padri e madri: i dilemmi della conciliazione famiglia-lavoro [Monografia/Trattato scientifico]
M., FINE DAVIS; J., Fagnani; Giovannini, Dino; L., Hojgaard; H., Clarke
abstract

Questo libro presenta un'analisi comparativa svolta in quattro paesi europei (Francia, Italia, Irlanda e Danimarca) sui dilemmi affrontati quotidianamente da genitori entrambi occupati e con bambini piccoli per conciliare la cura dei figli e le attività familiari e domestiche con il proprio lavoro. I risultati della ricerca evidenziano il ruolo critico svolto dalle politiche pubbliche nel facilitare le pari opportunità e la qualità della vita per questo gruppo di lavoratori, nonché la necessità di sviluppare nuove politiche in questo ambito promuovendo l'equilibrio lavoro/vita familiare tanto per gli uomini quanto per le donne, dal momento che il benessere delle persone dipende in larga parte da esso. Come afferma Gosta Esping-Andersen nella sua Prefazione, questo studio mostra senza alcuna ambiguità che per un funzionale e positivo equilibrio sociale non è sufficiente il solo sostegno pubblico alle madri. Occorre, in qualche modo, eliminare le differenze esistenti tra uomini e donne in relazione all'occupazione e ai ruoli di cura, e quello che Padri e Madri aiuta a comprendere è che non sarà possibile avere un equilibrio sociale che funziona fino a quando non si inizierà a modificare anche lo stile di vita maschile.


2007 - Sport e riduzione del pregiudizio: uno studio sul contatto interculturale e l’atteggiamento interetnico in squadre giovanili a Reggio Emilia [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea; E., Corradini
abstract

Le migrazioni di popolazioni mettono necessariamente diversi gruppi etnico-culturali in contatto tra loro e implicano processi "acculturativi", ovvero dinamiche di cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti che coinvolgono tanto i gruppi etnici minoritari quanto le società che li accolgono (Berry, 2001). Diversi studi hanno evidenziato, sia tra gli immigrati sia tra gli autoctoni, la tendenza a preferire strategie acculturative di tipo integrativo o biculturale e come una buona corrispondenza tra gli orientamenti espressi dai diversi gruppi si traduca in una migliore qualità delle relazioni intergruppi (Bourhis et al., 1997). Questi risultati sono in accordo con l'ipotesi del contatto formulata da Allport (1954), per cui la riduzione del pregiudizio non è semplicemente legata al contatto in sé, ma a sue particolari condizioni: ad esempio, attività cooperative, relazioni personalizzate, supporto istituzionale, equità di status (Molina et al., 2004).Sulla base di queste premesse, abbiamo studiato l’orientamento acculturativo e l’atteggiamento nei confronti dei gruppi etnici diversi dal proprio in un campione di 169 ragazzi/e (età 13-17 anni) appartenenti a 12 squadre di calcio e pallavolo giovanili della provincia di Reggio Emilia. Per la ricerca è stato utilizzato un questionario autocompilato in cui venivano rilevate diverse informazioni rispetto al proprio atteggiamento e alla propria esperienza (ad esempio, il clima di squadra, lo stile di conduzione dell’allenatore, il livello di autostima, l’identificazione etnica, l’atteggiamento verso gli outgroup e il pregiudizio).L’analisi dei dati ha confermato l’importante contributo positivo dell’interdipendenza cooperativa e della personalizzazione delle relazioni intergruppi ai fini del miglioramento dell’atteggiamento nei confronti degli outgroup. In particolare, è l’ambiente pallavolistico a presentare una distintività positiva su molte delle variabili considerate, soprattutto in relazione a quelle correlate con la misura del pregiudizio. Le giocatrici di pallavolo sono più cooperative ed orientate agli outgroup rispetto ai colleghi calciatori, si sentono più stimate, comprese dalla propria squadra ed identificate con essa. Coerentemente alla rilevazione di queste differenze, emerge da parte loro un minor livello di pregiudizio ed atteggiamenti più favorevoli nei confronti dei diversi gruppi etnici.


2006 - Atteggiamento acculturativo maggioritario: uno studio con tre target di immigrati a confronto [Abstract in Atti di Convegno]
Pintus, Andrea; Giovannini, Dino
abstract

Secondo il modello bidimensionale dei processi acculturativi di Berry (2005) sia i membri dei gruppi etnico-culturali minoritari (gli immigrati) sia i membri dei gruppi etnico-culturali maggioritari (gli autoctoni) mettono in atto strategie acculturative o manifestano atteggiamenti acculturativi che si esplicano lungo due dimensioni indipendenti tra loro. La prima si riferisce al valore che viene attribuito al mantenimento della propria cultura d’origine, la seconda riguarda il desiderio di entrare in contatto reciproco. Dall’articolazione di queste due dimensioni è possibile descrivere quattro diverse strategie o atteggiamenti di acculturazione: integrazione/multiculturalismo (mantenimento delle specificità e valorizzazione del contatto), assimilazione/melting-pot (valorizzazione del solo contatto), separazione/segregazione (mantenimento delle sole specificità), marginalizzazione/esclusione (perdita delle specificità e mancanza di contatto (cfr. Giovannini e Pintus, 2005). Sulla base di queste premesse teoriche, abbiamo studiato l’atteggiamento acculturativo dei membri del gruppo etnico-culturale maggioritario italiano in riferimento a specifici gruppi di immigrati. A tal fine, è stato somministrato a 107 studentesse universitarie di nazionalità italiana iscritte al primo anno del Corso di Laurea in Scienze della Formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia un questionario in cui venivano raccolte informazioni sul loro atteggiamento acculturativo, sulle strategie percepite essere adottate dai membri di diversi gruppi di immigrati, la qualità del contatto e la valutazione dell’ingroup vs dell’outgroup. Gli item venivano misurati su scale di accordo di tipo Likert a sette punti. In modo casuale sono stati distribuiti tre diversi tipi di questionario in modo da ottenere tre sottogruppi di soggetti che rispondevano alle domande in riferimento a tre differenti target di immigrati: 1) gli immigrati in generale, 2) gli immigrati cinesi, 3) gli immigrati marocchini.L’analisi dei dati ha messo in luce come indipendentemente dal target la strategia acculturativa preferita sia quella del multiculturalismo (35%). La qualità del contatto risulta migliore tra i soggetti che presentano un atteggiamento multiculturalista e quando il target di riferimento sono gli immigrati in generale rispetto a chi assume un atteggiamento escludente e quando il target sono i marocchini. E’ presente inoltre un effetto di interazione per cui la qualità del contatto è rilevata in modo minore tra chi ha un atteggiamento segregazionista e il target evocato è quello cinese; la qualità è invece migliore quando l’atteggiamento assunto è quello multiculturalista e il target è quello degli immigrati in generale.Per quanto riguarda le strategie percepite come preferite dagli immigrati, emerge una differenza significativa in funzione del target per cui nel caso degli immigrati in generale prevale il modello dell’integrazione (42%) seguito da quello dell’assimilazione (36%), nel caso dei cinesi sempre quello dell’integrazione (37%) seguito da quello della marginalizzazione (26%), nel caso dei marocchini quello della separazione (49%) seguito fa quello dell’integrazione (29%).I multiculturalisti manifestano un bias in favore del proprio gruppo decisamente minore rispetto a chi sostiene un atteggiamento segregazionista. In particolare i primi presentano in prevalenza un bias positivo in favore dell’outgroup (62%), i secondi un bias positivo in favore dell’ingroup (84%).Indipendentemente dal target di riferimento la corrispondenza più frequente tra atteggiamento acculturativo assunto e strategie percepite risulta essere quella conflittuale (per la tassonomia della corrispondenze si rimanda a Zagefka e Brown, 2002). In questi casi si evidenzia una tendenza ad esprimere un più marcato bias positivo in favore dell’ingroup (69%). Ad una corrispondenza consensuale si associa invece una maggiore propensione ad esprimere u


2006 - Gli italiani emigrati in Baviera: strategie di acculturazione tra esperienze ed emozioni [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea; S., Viola
abstract

Utilizzando una prospettiva di indagine multidimensionale, questa ricerca ha esplorato le strategie di acculturazione sviluppate da un campione di italiani emigrati in Baviera, con particolare attenzione alle variabili che influenzano tali strategie. Si è voluto verificare se la specifica strategia di acculturazione adottata possa incidere sulle valutazioni espresse nei confronti sia del proprio gruppo di appartenenza sia dell’outgroup, nonché sulla valutazione emotiva del nuovo contesto di accoglienza rispetto al proprio paese di provenienza.Il campione di ricerca ha coinvolto un gruppo di 102 immigrati italiani, di età compresa fra i 21 e i 58 anni residenti mediamente da 12 anni in Germania a Monaco di Baviera e Stoccarda. L’82% dei soggetti pensa di rimanere in Germania a tempo indeterminato. È stato utilizzato un questionario costruito appositamente per questa ricerca sulla base della scala utilizzata da Kim, Laroche e Tomiuk (2001) per indagare le strategie di acculturazione e identificazione etnica di un campione di immigrati italiani in Canada. La versione adattata per la nostra ricerca è risultata composta da 31 item misurati su scale Likert a sette punti riconducibili a cinque dimensioni: l'uso della lingua del paese ospitante, l'esposizione ai mass media locali, l'interazione sociale con membri che appartengono al gruppo maggioritario autoctono, l'identificazione e l'adattamento alla cultura dominante, l'identificazione con il proprio gruppo etnico-culturale di appartenenza. Sono state inoltre rilevate le emozioni provate sia nei confronti della Germania sia dell'Italia, nonché, attraverso un differenziale semantico, quali fossero gli aggettivi che meglio descrivevano i tedeschi e gli italiani. In accordo con i modelli multidimensionali di acculturazione (cfr. fra gli altri Berry, 2005; Giovannini e Pintus, 2005; Mancini, 2001) si voleva verificare: 1) se le strategie di identificazione e adattamento al nuovo contesto socio-culturale (tedesco) e l'identificazione con il proprio gruppo etnico-culturale di appartenenza (italiano) fossero due dimensioni indipendenti tra loro; 2) quali fossero gli elementi più importanti per l'adattamento al nuovo contesto di accoglienza; 3) se a differenti strategie acculturative adottate corrispondessero (A) differenze qualitative nella propria esperienza emotiva nei confronti del paese ospitante vs quello di origine e (B) una diversa valutazione dei tedeschi e degli italiani. L'analisi dei dati ha confermato come l'identificazione con il nuovo contesto e con il proprio gruppo di appartenenza siano indipendenti tra loro. L'analisi della regressione multipla ha confermato come solo l'interazione con i membri del gruppo autoctono predica in modo significativo l'identificazione al nuovo contesto, rispetto all'uso dei media e della lingua tedeschi. I soggetti sono stati suddivisi in 4 gruppi corrispondenti alle strategie acculturative adottate: 1) integrazione/biculturalismo (alta identificazione ad entrambi i contesti socio-culturali), 29,4%; 2) assimilazione (alta identificazione al nuovo contesto-bassa identificazione al vecchio), 26,5%; 3) separazione (alta identificazione al contesto di origine-bassa identificazione al nuovo contesto), 27,5%; 4) marginalità (bassa identificazione ad entrambi), 16,7%. Quando pensano alla Germania i soggetti provano maggiore fiducia e sicurezza (quest'ultima soprattutto tra gli assimilati e meno tra i separatisti), ma anche maggiore indifferenza e solitudine (quest'ultima soprattutto tra i separatisti), quando pensano all'Italia maggiore rabbia (soprattutto i marginali) e incertezza (soprattutto i separatisti), ma anche maggiore orgoglio (soprattutto i separatisti e gli integrati e meno i marginali e gli assimilati). Sono confermati gli stereotipi che vedono gli italiani più aperti e amichevoli e i tedeschi più razionali e concreti, tendenza questa che si accentua soprattutto nel caso dei separatist


2006 - Italy [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Reviewing of the Italian leave policies


2006 - Modi di pensare e modi di apprendere: uno studio correlazionale con studenti di Scienze della Formazione. [Articolo su rivista]
Cadamuro, Alessia; Giovannini, Dino; Pintus, A.
abstract

Un’analisi della letteratura psico-pedagogica mostra come siano state raccolte prove circa la consistenza dei costrutti di stile cognitivo e di stile di apprendimento. In particolare, nell’ambito di ricerca sulla metacognizione è stato dimostrato che le persone adottano differenti modalità di elaborazione dell’informazione e che ciò ha una forte ricaduta sulla qualità del loro apprendimento. Tuttavia, ciò che resta ancora da approfondire è lo studio di una possibile relazione tra stili cognitivi e stili di apprendimento. Per fornire un contributo in questa direzione, abbiamo condotto uno studio esplorativo somministrando il Questionario sugli Stili di pensiero di Sternberg (1996) e il Learning Style Inventory di Kolb (1985) a 252 studenti universitari frequentanti la facoltà di Scienze della Formazione dell’Universitè degli studi di Bologna.. Sui dati raccolti sono state condotte analisi descrittive interne a ciascun strumento, analisi correlazionali tra le risposte fornite ai due questionari, nonchè un’analisi di varianza ad una via, considerando come variabile indipendente gli stili di apprendimento e come variabile dipendente gli stili cognitivi. I risultati hanno evidenziato come i soggetti si percepiscano prevalentemente “monarchici” e “accomodatori”, mentre per quanto riguarda le possibili relazioni tra stili cognitivi e stili di apprendimento, sono emerse correlazioni positive tra stile cognitivo “oligarchico” ed “esperienze concrete” e “sperimentazione attiva” nonché tra stile cognitivo“esecutivo” e ”osservazione riflessiva”. L’analisi di varianza mostra inoltre che i soggetti “oligarchici” risultano essere maggiormente “accomodatori”, a differenza degli “analitici” che appaiono più “divergenti”.


2005 - Acculturazione, contatto interetnico e relazioni intergruppi [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea
abstract

Non presente


2005 - Aspetti psicologici della cooperazione [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Non presente


2005 - Focus group e valutazione di progetti formativi integrati [Articolo su rivista]
M. L., Giovannini; Giovannini, Dino; M., Marcuccio
abstract

Il contributo presenta un’esperienza di sperimentazione nella valutazione di progetti formativi finanziati dall’ente pubblico, nell’ambito dell’integrazione tra scuola e formazione professionale.L’obiettivo è stato quello di individuare gli elementi che possono consentire di avviare l’elaborazione di un modello di utilizzo (buona prassi) del focus group per la realizzazione di interventi di monitoraggio e valutazione di progetti formativi. Nel contributo vengono pertanto evidenziati gli aspetti comuni e specifici relativi ai due diversi attori dell’intervento valutativo (il soggetto finanziatore e il soggetto attuatore del progetto) e vengono altresì illustrati l’impianto generale e gli aspetti particolari dell’intervento, mettendone in evidenza le caratteristiche positive e le criticità emerse.In particolare, l’attenzione è focalizzata sugli aspetti metodologici del focus group in relazione alla finalità (monitoraggio e valutazione), all’oggetto di indagine (i progetti formativi), allo specifico livello educativo (scuola media superiore) e alla particolare modalità di intervento (integrazione tra sistemi formativi) all’interno del quale è stato utilizzato questo strumento.


2005 - Insegnare l'impresa cooperativa [Curatela]
Giovannini, Dino
abstract

Questo libro ha come protagonisti la cooperazione e l'agire in un'ottica cooperativa piuttosto che competitiva, e analizza l'esperienza di Bellacoopia, un progetto di comunicazione dei valori d'impresa e di mutualità attuato da Legacoop Reggio Emilia. Attraverso un percorso didattico extracurriculare si insegna a costruire a scuola un progetto imprenditoriale in forma cooperativa avvalendosi anche di supporti formativi specializzati esterni. Si tratta di una bella e interessante esperienza di rapporto tra mondo della cooperazione e scuola, nata da alcune riflessioni socioeconomiche sulla notevole crescita imprenditoriale delle cooperative del territorio reggiano. In questo percorso formativo la cooperazione non è tanto un elemento d'insegnamento, quanto piuttosto uno strumento per migliorare i rapporti sociali e comunicativi fra tutti i protagonisti coinvolti, in particolare fra ragazzi e insegnanti, che, utilizzando molto del loro tempo libero, sono riusciti a realizzare un'esperienza di cultura d'impresa e di lavoro di gruppo in senso cooperativo. Destinato in particolare a coloro che operano per una più adeguata conoscenza, soprattutto da parte delle giovani generazioni, dei valori distintivi dell'impresa cooperativa, il volume è un utile strumento di riflessione anche per quanti sono interessati ad approfondire il tema della comunicazione tra imprese e scuola e ad attuare percorsi formativi finalizzati a rafforzare i legami fra queste due realtà istituzionali.


2005 - Introduzione [Insegnare l’impresa cooperativa] [Prefazione o Postfazione]
Giovannini, Dino
abstract

N/A


2005 - Italy [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Reviewing of the Italian leave policies


2005 - Social representation of law in the post- 9/11 western world [Abstract in Atti di Convegno]
Mineo, Roberta; Giovannini, Dino
abstract

Nine-eleven stands for deep change in global society: this work focuses on the specific change occurred in the international law system. Following the social representations' Theory (Moscovici, 1961/76, 1998), working on central nucleus and peripheral systems (Jodelet, 1992; Abric, 1996, 2000) of representation of Law in western cultures, this research analyses most of the acts of law produced in USA, EU and UN within the "emergency legislation", considering them as specific products of social construction's processes (Tajfel, 1987; Altheide, 1996; Dal Lago, 2002; Piasere, 2002). results shows that terrorism produced dramatic effects on the relationship between the needs of society and those of the individual. Interesting differences, however, can be made: European laws try to defend the nucleus of liberal principles that lies underneath the social representation, whilst US call for a reinforced pact between governments and citizens, where people give up their freedom in place of security.


2004 - Fathers and mothers: dilemmas of the work-life balance [Monografia/Trattato scientifico]
M., FINE DAVIS; J., Fagnani; Giovannini, Dino; L., Hojgaard; H., Clarke
abstract

This book presents a comparative analysis of the dilemmas faced by working parents with young children in four European countries - France, Italy, Ireland and Denmark - each of which represents a different "experience" of the evolving gender role process. It was the aim of the study to identify the key issues concerning the reconciliation of work and family roles, with particular emphasis on examining the barriers to men's greater involvement in domestic and family activities. A major purpose of the study was to develop new social indicators to measure issues of work life balance, which could be utilised in other national and cross-national studies. The book provides an overview of the latest research findings in the four countries, as well as a comparison and synthesis of the situations in these countries. It then presents the results of a survey carried out simultaneously in France, Italy, Denmark and Ireland and a comparative analysis of people's dilemmas and coping strategies in these countries. The research identifies which factors in the workplace, the home and society at large are associated with ease vs. difficulty in combining work and family life and with parental well-being. The comparative results contribute to a better understanding of the realities of life of young working parents and also highlight the critically important role played by public social and family policies in facilitating equal opportunities and quality of life for this group of workers. Reconciling work and family is now on the social and political agenda. It is to be hoped that the EU, national governments and individual workplaces will continue to develop new and better policies to promote work-life balance for men as well as women, for - as the data in the study clearly show - people's well-being very much depends on it.


2004 - Intenzione comportamentale e salvaguardia dell'ambiente: il ruolo moderatore dell'ambivalenza attitudinale [Abstract in Atti di Convegno]
Pintus, Andrea; Giovannini, Dino; E., Patroncini
abstract

Indipendentemente dalla componente emotiva o cognitiva presa in considerazione, la ricerca sugli atteggiamenti ha ampiamente dimostrato come diversi oggetti sociali possano suscitare valutazioni ambivalenti, ovvero allo stesso tempo sia positive che negative (Armitage, 2003; Jonas, Diehl & Bromer, 1997). E’ stato inoltre evidenziato come l’ambivalenza sia una forte variabile predittrice del comportamento e svolga una funzione moderatrice tra l’atteggiamento e la relativa intenzione comportamentale (Conner et al., 2002). Tuttavia, l’atteggiamento verso i diversi temi a rilevanza ambientale è stato quasi esclusivamente studiato in maniera univalente fornendo così un quadro incompleto delle relazioni tra le valutazioni di valenza opposta (Colloca, Costarelli & Giovannini, 2001). Il principale obiettivo di questo studio (campione: N=176) è stato quello di indagare l’effetto moderatore dell’ambivalenza attitudinale intracomponenziale nella relazione tra atteggiamento pro-ambientale e intenzione ad agire in tale direzione. Seguendo i suggerimento metodologici di Thompson, Zanna e Griffin (1995), è stato costruito un questionario che permettesse di calcolare due misure distinte dell’ambivalenza (soggettiva e oggettiva), il grado di consapevolezza e responsabilità delle proprie azioni ambientali, un indice dell’atteggiamenti nei confronti dell’ambiente e una misura dell’intenzione ad agire in modo pro-ambientale. In linea con quanto atteso, l’analisi della regressione moderata (Aiken & West, 1991) ha messo in evidenza come né l’ambivalenza soggettiva né la sua interazione con l’atteggiamento risultano predire in modo significativo l’intenzione comportamentale. Al contrario l’ambivalenza oggettiva (ß = -.486) è risultata predire maggiormente l’intenzione ad agire in favore dell’ambiente rispetto il solo atteggiamento (ß = .247) ed è risultata significativa anche la loro interazione reciproca (ß = -.120). In particolare l’atteggiamento predice più fortemente l’intenzione comportamentale nei soggetti meno ambivalenti (B = .46) che nei più ambivalenti (B = .29). E’ stato dimostrato, inoltre, come la relazione tra atteggiamento ed intenzione comportamentale sia influenzata in modo diverso dalla componente cognitiva rispetto la componente emotiva dell’ambivalenza e come quest’ultima svolga un ruolo predominante. L’analisi della varianza uni variata ha messo, inoltre, in luce un effetto del senso di responsabilità e consapevolezza sull’intenzione comportamentale (F = 25.824, p<0.001): i soggetti più responsabili presentano un’intenzione ad agire maggiore rispetto ai soggetti meno responsabili. Anche in questo caso l’ambivalenza è risultata essere maggiormente predittiva dell’intenzione comportamentale (ß = -.572) rispetto all’indice di responsabilità e consapevolezza.Riferimenti bibliograficiAiken, L. S., & West, S. G. (1991). Multiple regression: Testing and interpreting interactions. Newbury Park, CA: Sage.Armitate, C. J. (2003). Beyond attitudinal ambivalence: Effects of belief homogeneity on attitude-intention-behaviour relations. European Journal of Social Psychology, 33, 551-563.Colloca, P., Costarelli, S., & Giovannini, D. (2001). L’ambivalenza attitudinale verso la salvaguardia dell’ambiente. In S.I.P.C.O., Raccolta degli abstract. Congresso nazionale di psicologia di comunità. Torino, 1-2 marzo 2001, pp. 79-80.Conner, M., Sparks, P., Povey, R., James, R., Sheperd, R., & Armitage, C. J. (2002). Moderator effects of attitudinal ambivalence on attitude-behaviour relationship. European Journal of Social Psychology, 32, 705-718.Jonas, K. M., Diehl, & Bromer, P. (1997). Effects of attitudinal ambivalence on information processing and attitude-intention consistency. Journal of Experimental Social Psychology, 33, 190-210.Thompson, M. M., Zanna, M. P., & Griffin, D. W. (1995). Let’s not be indifferent about (attitudinal) ambivalence. In R. E.


2004 - La caverna della belva: comportamento intergruppi, natura delle relazioni dirette allo scopo e funzione del contatto in contesti Virtuali mediati dal computer [Abstract in Atti di Convegno]
Giovannini, Dino; Pintus, Andrea; C., Bedini
abstract

Questo studio sperimentale riprende il paradigma degli esperimenti di Sherif noti come gli studi del “campo estivo” per ragazzi (Sherif et al., 1961), utilizzando in laboratorio il video-gioco e dunque un contesto di relazioni interpersonali e intergruppi virtuale mediato dal computer. Secondo Sherif, un fattore determinante del comportamento intergruppi è la natura delle relazioni dirette allo scopo esistente fra i gruppi, per cui gli atteggiamenti e il comportamento intergruppi degli individui tenderanno a riflettere gli interessi oggettivi del proprio gruppo nel confronto con gli altri gruppi. Dati due gruppi in rapporto tra loro, relazioni dirette a scopi conflittuali generano competizione intergruppi e antagonismo, mentre scopi comuni o sovraordinati conducono all’amichevolezza e alla cooperazione.Gli obiettivi di questo studio, in un contesto virtuale mediato dal computer, possono essere così sintetizzati: a) confermare gli effetti connessi all’introduzione di uno scopo sovraordinato; b) indagare come si delineavano all’interno di ogni gruppo i ruoli di leader, di deviante e di “bastian contrario”; c) verificare funzione e ruolo del Dungeon Master (l’autorità); d) verificare la validità di modelli derivati dall’ipotesi del contatto (Allport, 1954). In particolare si è fatto riferimento al “modello della de categorizzazione” di Brewer e Miller (1984) secondo cui gli effetti positivi del contatto si generalizzano se l’incontro tra membri di gruppi diversi è di tipo interpersonale, nonché al “modello dell’identità duplice” di Gaertner et al. (2000) per cui questi effetti positivi si generalizzano se in in contesto i due gruppi riescono a costruire un’unità, mantenendo la loro specificità.L’esperimento ha utilizzato una rete locale (LAN) appositamente creata tramite 11 computer (10 per i giocatori e 1 per il Master) collegati a un concentratore (HUB) con un’architettura definita in gergo LAN-Party. Hanno partecipato all’esperimento 10 volontari (7 maschi e 3 femmine) di età compresa tra i 21 e i 24 anni, studenti universitari, all’oscuro dello scopo delle rilevazioni. I giocatori sono stati divisi in due gruppi ed è stato assegnato loro un compito di tipo competitivo consistente nel trovare e sconfiggere la Belva, compito che si poteva però risolvere solo unendo le risorse dei due gruppi. I giocatori potevano interagire fra loro esclusivamente tramite una chat testuale che faceva comparire un “baloon” sopra ai personaggi. Tramite questo elemento i giocatori erano liberi di utilizzare gli elementi tipici della comunicazione mediata dal computer, come gli emoticons o le maiuscole, ricorrendo, se necessario, anche al flaming. Un questionario distinto in tre parti è stato fatto compilare in tre momenti diversi ai membri di ciascun gruppo in funzione delle fasi di gioco.Come ipotizzato, i risultati hanno pienamente confermato il favoritismo ingroup e la discriminazione vs. l’outgroup nella fase d competizione, nonché attribuzioni migliori nei confronti dell’outgroup nella situazione di cooperazione. Sulla base delle connotazioni attribuite, sono emerse chiare categorie di riferimento in relazione alla figura di leader, di deviante e di bastian contrario. I risultati ottenuti mostrano inoltre la funzione fondamentale assunta dal Dungeon Master, percepita come autorità indiscussa ma prova degli effetti che si potrebbero ipotizzare a partire dal classico esperimento di Milgram (1974). Infine, pur in assenza di precise ipotesi concernenti i due modelli considerati e derivati dall’ipotesi del contatto, si può affermare che i risultati ottenuti hanno fornito implicitamente una loro conferma: sconfitta la Belva, i partecipanti hanno chiesto infatti di voler continuare il gioco che si è prolungato per una mezz’ora attraverso un’esplorazione “in gruppo” del mondo della “Caverna della belva”. Questo dato consente di ipotizzare l’utilità di a


2004 - La comunicazione istituzionale tra servizi di welfare e verso i cittadini [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Nel contributo si sostiene l'importanza di un welfare rinnovato "dal basso" e "plurale", attraverso luoghi, strumenti e obiettivi innovativi. Si sottolinea l'importanza di privilegiare una dimensione spaziale che si apra nel locale, con una geometria relazionale caratterizzata dalla rete e dalla diffusività. Il che implica un riferimento all'uso sistematico di adeguate modalità comunicative, con particolare riferimento alla comunicazione interna ed esterna.


2003 - Pregiudizio e percezione del conflitto culturale intergruppi: uno studio empirico sulla regione Trentino Alto Adige-Sudtirol [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; S., Costarelli; P., Capuana
abstract

Pregiudizio e percezione del conflitto culturale intergruppi: uno studio empirico sulla regione Trentino Alto Adige-Sudtirol


2002 - Il trattamento automatico lessico-testuale per l’analisi del contenuto (TALTAC): un’ applicazione allo studio delle immagini della formazione professionale trentina [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; S., Bolasco
abstract

Il trattamento automatico lessico-testuale per l’analisi del contenuto (TALTAC): un’ applicazione allo studio delle immagini della formazione professionale trentina


2002 - Italians and Germans inhabitants in Alto-Adige/Sudtirol: some evidence on the ingroup projection model [Relazione in Atti di Convegno]
M. P., Paladino; Giovannini, Dino
abstract

Italians and Germans inhabitants in Alto-Adige/Sudtirol: some evidence on the ingroup projection model


2002 - Psicologia dello sport [Monografia/Trattato scientifico]
Giovannini, Dino; L., Savoia
abstract

Psicologia dello sport


2002 - The Trentino-Alto Adige/Sudtirol Region as a “common ingroup” for its Italian and German-speaking Inhabitants? [Relazione in Atti di Convegno]
S., Costarelli; Giovannini, Dino
abstract

The Trentino-Alto Adige/Sudtirol Region as a “common ingroup” for its Italian and German-speaking Inhabitants?


2000 - Approccio bimodale o unimodale allo studio dei processi di comunicazione persuasiva? [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; C., Castelli; M., Corrizzato
abstract

Approccio bimodale o unimodale allo studio dei processi di comunicazione persuasiva?


2000 - Dinamiche relazionali e tecniche comunicative nel colloquio [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Dinamiche relazionali e tecniche comunicative nel colloquio


2000 - Rappresentazioni sociali e comunicazione [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Rappresentazioni sociali e comunicazione


1999 - Risolvere i problemi. Strategie cognitive e competenze relazionali [Monografia/Trattato scientifico]
S., DI NUOVO; Giovannini, Dino; S., Loiero
abstract

Risolvere i problemi. Strategie cognitive e competenze relazionali


1998 - Are fathers changing? Comparing some different images on sharing of childcare and domestic work [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Are fathers changing? Comparing some different images on sharing of childcare and domestic work


1998 - Colloquio psicologico e relazione interpersonale [Curatela]
Giovannini, Dino
abstract

Colloquio psicologico e relazione interpersonale


1998 - Colloquio psicologico: definizioni, funzioni, caratteristiche [Capitolo/Saggio]
C., Castelli; Giovannini, Dino
abstract

Colloquio psicologico: definizioni, funzioni, caratteristiche


1998 - Comunicazione, abilita' relazionali e competenza comunicativa [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; F., Bonsante
abstract

Comunicazione, abilita' relazionali e competenza comunicativa


1998 - Dinamica del colloquio e tecniche comunicative [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Dinamica del colloquio e tecniche comunicative


1998 - Introduzione [Colloquio psicologico e relazione interpersonale] [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Colloquio psicologico e relazione interpersonale


1997 - Il ruolo della comunicazione nella relazione tra operatori ed utenti e fra servizi [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Il ruolo della comunicazione nella relazione tra operatori ed utenti e fra servizi


1996 - Problem solving interpersonale e prevenzione del disagio nell'adolescenza [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Problem solving interpersonale e prevenzione del disagio nell'adolescenza


1995 - Abilita' relazionali e stili comunicativi nell'interazione insegnante-allievo [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Abilita' relazionali e stili comunicativi nell'interazione insegnante-allievo


1995 - Didattica e psicologia sociale: alcuni riferimenti per l'azione [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Didattica e psicologia sociale: alcuni riferimenti per l'azione


1994 - Aree verdi e ambienti urbani: un'indagine empirica sul Lungofiume a Imola [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; G., Gasperoni
abstract

Aree verdi e ambienti urbani: un'indagine empirica sul Lungofiume a Imola


1994 - Coinvolgimento emozionale, social sharing e strategie di fronteggiamento negli operatori sanitari [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; G., Speltini
abstract

Coinvolgimento emozionale, social sharing e strategie di fronteggiamento negli operatori sanitari


1994 - Il modulo relazionarsi [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Il modulo relazionarsi


1994 - Indagine conoscitiva sui rapporti psicologici e relazionali fra anziani ed operatori dei servizi di assistenza sociale e sanitaria [Articolo su rivista]
E., Pescerelli; Giovannini, Dino
abstract

Indagine conoscitiva sui rapporti psicologici e relazionali fra anziani ed operatori dei servizi di assistenza sociale e sanitaria


1994 - La relazione operatore-utente in ambito sanitario [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

La relazione operatore-utente in ambito sanitario


1994 - Partecipazione sociale, consenso e condivisione di obiettivi sociali [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Partecipazione sociale, consenso e condivisione di obiettivi sociali


1994 - Paternita' e politiche per l'infanzia: essere padri oggi [Curatela]
Giovannini, Dino; E., Ventimiglia
abstract

Paternita' e politiche per l'infanzia: essere padri oggi


1993 - Aspetti del funzionamento di gruppi operativi [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Aspetti del funzionamento di gruppi operativi


1993 - Un approccio psicosociale alla comunicazione del rischio [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Un approccio psicosociale alla comunicazione del rischio


1992 - Nella mia citta' vorrei: alcuni dati di un sondaggio di opinioni [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Nella mia citta' vorrei: alcuni dati di un sondaggio di opinioni


1991 - Competenza comunicativa e abilita' sociali nella pratica sanitaria [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Competenza comunicativa e abilita' sociali nella pratica sanitaria


1991 - Fasce deboli e relazioni di aiuto [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Fasce deboli e relazioni di aiuto


1991 - La imagen de Europa en los Italianos [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; J., Cerrato
abstract

La imagen de Europa en los Italianos


1991 - Rappresentazioni sociali, linguaggi multimediali e apprendimento [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Rappresentazioni sociali, linguaggi multimediali e apprendimento


1990 - Abilita' sociali in ambito lavorativo [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Abilita' sociali in ambito lavorativo


1989 - Rapportarsi ai pazienti: valenza e significato delle abilita' sociali nel nursing [Articolo su rivista]
C., Ceroni; G., DI FURIA; Giovannini, Dino; P., Notari; B., Orsini
abstract

Rapportarsi ai pazienti: valenza e significato delle abilita' sociali nel nursing


1988 - Criteri e strumenti di analisi psicosociale del funzionamento di gruppi operativi [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Criteri e strumenti di analisi psicosociale del funzionamento di gruppi operativi


1987 - La rappresentazione di se' l'identita' sociale nel bambino handicappato mentale [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; G., Speltini
abstract

La rappresentazione di se' l'identita' sociale nel bambino handicappato mentale


1987 - Psicologia e salute [Monografia/Trattato scientifico]
Giovannini, Dino; P. E., RICCI BITTI; G., Sarchielli; G., Speltini
abstract

Psicologia e salute


1987 - Stili comunicativi nello scambio di informazione [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Stili comunicativi nello scambio di informazione


1986 - Aggiornamento e processi di apprendimento [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Aggiornamento e processi di apprendimento


1986 - Psychologie et santé [Monografia/Trattato scientifico]
Giovannini, Dino; P. E., RICCI BITTI; G., Sarchielli; G., Speltini
abstract

Psicologia e salute


1986 - The Italian case: a stereotype confirmed? [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; P. E., RICCI BITTI
abstract

The Italian case: a stereotype confirmed?


1986 - The physiological patterns of reported emotional states [Capitolo/Saggio]
B., Rime'; Giovannini, Dino
abstract

The physiological patterns of reported emotional states


1985 - Forme di apprendimento sociale [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Forme di apprendimento sociale


1985 - La micro-cinesica: la mimica facciale e lo sguardo [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

La micro-cinesica: la mimica facciale e lo sguardo


1985 - Vincoli e risorse nelle strategie di apprendimento [Curatela]
Giovannini, Dino
abstract

Vincoli e risorse nelle strategie di apprendimento


1983 - Cultura e sesso come variabili intervenienti nel riconoscimento delle emozioni [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Cultura e sesso come variabili intervenienti nel riconoscimento delle emozioni


1983 - Formazione, aggiornamento e stili di comportamento in ambiente lavorativo [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Formazione, aggiornamento e stili di comportamento in ambiente lavorativo


1983 - L'analisi delle corrispondenze in psicologia sociale. Un'applicazione allo studio dell'identita' nell'adolescenza [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; F., LORENZO CIOLDI
abstract

L'analisi delle corrispondenze in psicologia sociale. Un'applicazione allo studio dell'identita' nell'adolescenza


1983 - La rappresentazione del paziente in un contesto sanitario [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

La rappresentazione del paziente in un contesto sanitario


1982 - Gli infermieri guardano il loro lavoro: immagini di gruppo a confronto [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; G., Sarchielli; G., Speltini
abstract

Gli infermieri guardano il loro lavoro: immagini di gruppo a confronto


1982 - Psicologia e salute [Monografia/Trattato scientifico]
Giovannini, Dino; P. E., RICCI BITTI; G., Sarchielli; G., Speltini
abstract

Psicologia e salute


1982 - Quali abilita' sociali per l'infermiere? [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Quali abilita' sociali per l'infermiere?


1981 - Culture and sex effect in recognizing emotions by facial and gestural cues [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino; P. E., RICCI BITTI
abstract

Culture and sex effect in recognizing emotions by facial and gestural cues


1980 - Condizione giovanile, processi di differenziazione e confronto sociale: un contributo metodologico [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; G., Sarchielli
abstract

Condizione giovanile, processi di differenziazione e confronto sociale: un contributo metodologico


1980 - L'identité dans ses aspects temporels: étude sur groupes d'adolescents [Capitolo/Saggio]
G., Speltini; Giovannini, Dino; A., Palmonari; P. E., RICCI BITTI
abstract

L'identité dans ses aspects temporels: étude sur groupes d'adolescents


1980 - La comunicazione delle emozioni attraverso indici facciali e coporei [Articolo su rivista]
P. E., RICCI BITTI; Giovannini, Dino; M., Argyle; G., Graham
abstract

La comunicazione delle emozioni attraverso indici facciali e coporei


1979 - Aspetti comparativi dello studio della struttura dell'identita' in adolescenti [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino; A., Palmonari; G., Speltini; F., Bariaud; H., RODRIGUEZ TOME'
abstract

Aspetti comparativi dello studio della struttura dell'identita' in adolescenti


1979 - Emotional arousal and gestures [Articolo su rivista]
P. E., RICCI BITTI; M., Argyle; Giovannini, Dino
abstract

Emotional arousal and gestures


1979 - Identita' personale: teoria e ricerca [Curatela]
Giovannini, Dino
abstract

Identita' personale: teoria e ricerca


1979 - La comunicazione di due dimensioni delle emozioni attraverso indici facciali e corporei [Articolo su rivista]
P. E., RICCI BITTI; Giovannini, Dino; M., Argyle; J., Graham
abstract

La comunicazione di due dimensioni delle emozioni attraverso indici facciali e corporei


1979 - The frequency of illustrators and adaptors as a function of two instructed ways of interviewing [Capitolo/Saggio]
P. E., RICCI BITTI; Giovannini, Dino; A., Silimbani
abstract

The frequency of illustrators and adaptors as a function of two instructed ways of interviewing


1976 - Experimental study of two person interaction [Capitolo/Saggio]
Giovannini, Dino
abstract

Experimental study of two person interaction


1976 - Un intervento formativo per terapisti della riabilitazione [Articolo su rivista]
L., Brunori; L., Cerchierini; Giovannini, Dino; P. E., RICCI BITTI; A., Selvatici; G., Speltini
abstract

Un intervento formativo per terapisti della riabilitazione


1975 - Interviewer's gestures as a function of given instructions [Articolo su rivista]
P. E., RICCI BITTI; Giovannini, Dino; A., Silimbani
abstract

Interviewer's gestures as a function of given instructions


1975 - Una guida bibliografica per lo studio della formazione professionale [Monografia/Trattato scientifico]
Giovannini, Dino; G., Giovannini; G., Mazzotti; M., Orecchia; R., Pasini; L., Pombeni; G., Sarchielli
abstract

Una guida bibliografica per lo studio della formazione professionale


1974 - A study of the interviewer effect in two person interaction [Articolo su rivista]
P. E., RICCI BITTI; Giovannini, Dino; A., Palmonari
abstract

A study of the interviewer effect in two person interaction


1974 - Atteggiamento interpersonale dell'intervistatore e comportamento gestuale dei soggetti intervistati [Articolo su rivista]
P. E., RICCI BITTI; Giovannini, Dino; A., Palmonari
abstract

Atteggiamento interpersonale dell'intervistatore e comportamento gestuale dei soggetti intervistati


1974 - Le strutture formative scolastiche e professionali nella Repubblica Federale Tedesca [Articolo su rivista]
Giovannini, Dino
abstract

Le strutture formative scolastiche e professionali nella Repubblica Federale Tedesca