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Emilia Maria CALARESU
Professore Associato Dipartimento Educazione e Scienze Umane
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Pubblicazioni
2024
- Sulla deissi fantasmatica: tra deissi immaginativa della persona e discorso riportato
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E.
abstract
In questo lavoro, proseguendo una riflessione già avviata a proposito dell’uso fantasmatico della seconda persona singolare (2SING) in testi scritti , vorrei rivolgere l’attenzione anche ad alcuni usi fantasmatici della prima (1SING), e da qui provare a trarre qualche conclusione più generale sull’uso immaginativamente orientato sia del ‘tu’ che dell’‘io’. A differenza del tu fantasmatico che, pur essendo onnipresente nel parlato, è comunque abbastanza frequente anche in testi scritti, gli specifici usi fantasmatici dell’io che vedremo più avanti si ritrovano più facilmente in discorsi parlati, sia di tipo bidirezionale e informale, come la normale conversazione, sia di tipo unidirezionale e di media formalità, come conferenze, lezioni. universitarie, ecc. La strategia consiste nell’introdurre di punto in bianco nel discorso, senza cornici introduttive, un diverso io parlante, la cui identità, quasi mai dichiarata in modo esplicito, è di norma facilmente inferibile dall’immediato intorno testuale (cotesto). Si tratta dunque di un espediente, comodissimo per rappresentare e riassumere in modo icastico un concetto o un punto di vista, che agisce al confine tra il rappresentare voci e punti di vista altrui e il vero e proprio riportare o riferire discorsi altrui (o propri). Il parlante reale, pur calandosi nel ruolo di qualcun altro che non necessariamente corrisponde a un individuo preciso (ma magari a un gruppo, una comunità, un’istituzione o altro), non ha infatti lo scopo di fornire una vera e propria ripresa o citazione di parole altrui, ma, come si è detto, solo quello di rappresentare in modo molto rapido e schematico un punto di vista, un concetto o una situazione. Ciò spiega sia il frequente ricorso alla personificazione o prosopopea, la strategia retorica in grado di rendere “parlante” e umanamente senziente anche ciò che per sua natura non lo è o non lo è più , sia la sovrapponibilità con un certo tipo di discorso diretto libero costitutivamente infedele e “anti-riproduttivo”.
2023
- Indicare, rappresentare e dislocare. La 'Deixis am Phantasma' di Karl Bühler e i modi del Discorso Riportato
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E.
abstract
Deixis am phantasma’ or imagination-oriented deixis is a mode of reference, originally described by Karl Bühler, that direct-ly brings into play one of the distinctive properties of human language, namely the unlimited capacity to dislocate in space and time the referents and situations that are the object of discourse. Since representing and reporting other people’s speech is a discourse situation in which speakers must represent, transpose and dislocate referents, situations, and other people’s words, reported speech is a very suitable area in which to observe this particular type of deixis. In this paper, after briefly re-stating the main points of Bühler’s theory of language, i.e., the two-field theory and the different modes of reference within the deictic field, I discuss the three different types of imagination-oriented deixis (as identified by Bühler). I then try to point out what I consider to be their systematic correlations with the two main deictic modes of reporting speech (direct vs. indi-rect), while, conversely, noting the unsystematic correlations with that intermediate or hybrid form of reporting that is free indirect speech
2023
- On the inherent dialogicity of written texts and discourses
[Articolo su rivista]
Calaresu, E.
abstract
The aim of this paper is to discuss the notion of dialogicity, namely the interactional quality of text and discourse, with special attention to the problems posed by written texts. I will highlight and critically discuss complex interrelated oppositions that are in the background (dialogue vs monologue, text vs discourse, and, of course, written vs spoken mode), adopting a pragmatic perspective that employs and develops Benveniste’s concept of enunciation (1966, 1974). This allows me to focus on the role of metadiscourse as the main locus of interaction between author and future reader and to propose a distinction between two main types of dialogicity (primary vs. secondary), according to the different enunciative planes which are identifiable in a text/discourse.
2023
- Osservazioni pragmatiche (e un po’ irriverenti) sulla parodia
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia
abstract
In this paper, I offer a brief critical reflection on which approaches to parody prove to be the most useful and coherent from the point of view of the pragmatic-linguistic study of human discourse, and which instead appear to be highly problematic, and I try to explain, albeit briefly, why
2022
- La dialogicità nei testi scritti. Tracce e segnali dell’interazione tra autore e lettore
[Monografia/Trattato scientifico]
Calaresu, E.
abstract
Ogni testo o discorso coerente è sempre di per sé dialogico, giacché logicamente presuppone un enunciatore che parla o scrive a beneficio di uno o più destinatari. Si tratta della più importante costante pragmatica del nostro agire linguistico, benché, specie in alcuni generi di discorso scritto, tale dialogicità inerente sia spesso solo presupposta, cioè lasciata del tutto implicita. In questo libro si cerca perciò di approfondire non solo ciò che più distingue la modalità parlata da quella scritta, ma anche ciò che necessariamente le accomuna. Pur nella grandissima varietà dei testi, diversissimi fra loro per epoca, generi, autori e scopi, è infatti possibile individuare più costanti pragmatiche che rimandano all’interazione autore - lettore e che possono essere rese più o meno evidenti grazie al metadiscorso autoriale.
Muovendo dalle più importanti interrelazioni tra il parlare e lo scrivere, l’ascoltare e il leggere, il libro discute le differenze tra testo e discorso e tra dialogo e monologo, per poi affrontare tematiche più specifiche, come le situazioni di discorso in cui l’autore controargomenta a distanza col lettore e aspetti riguardanti la deissi della persona, in particolare gli usi della seconda persona singolare (tu) riferita al lettore. Il ruolo cruciale del contesto spaziale, temporale e culturale è al centro dello studio di caso che chiude il libro e che discute l’interpretazione corrente del famoso graffito medievale della catacomba di Commodilla a Roma (non dicere ille secrita a bboce), proponendone una diversa interpretazione pragmaticamente motivata.
2022
- Metaknowledge polar-questions as dialogic triggers for Topic-Comment constructions
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E.
abstract
The object of this paper is a discourse pattern found quite frequently in Italian conversations which consists of two Topic– Comment dialogic constructions.These are usually realized as «sai ? » and «(hai) presente ? » (both loosely translatable as “Y’know/ recall ? ”), where X is a newly introduced noun phrase, or even a subordinate clause (e.g.a descriptive when- clause), and Y can be one or more interrelated predications which are meant as a comment on X made by the same speaker who asked the initial question.Both constructions are triggered by a strongly oriented polar- question that, in these specific contexts, can employ, almost interchangeably, verbs which are not equivalent in other contexts (sapere, lit.“to know”, and avere presente, broadly meaning “to recall”), showing a semantic change of sapere due to the loss, in these contexts, of its usual restrictions in referent selection.
As often happens with other constructions of everyday speech, this dialogic pattern affords an excellent vantage point from which it is possible to better understan the interplay between live speech and grammar, a subject notoriously neglected in traditional grammar.The two constructions provide, for instance, a better understanding of the notions of sentence Topics and discourse Topics and also pose the question of whether any similar distinctions should be made within the complementary notion of Comment.Last but not least, the specific metaknowledge sequences that start the two constructions may shed some light on the role of prosody (and of intonation proper) in grammaticalization processes and on information distribution in question- answer patterns.
In short, and with a view to traditional grammar revisions, the two constructions provide yet another proof of the smooth trade- off between textually diluted (or dialogically distributed) structures and more compacted ones, providing further confirmation of the emergent nature of grammar and the interactional genesis of many (apparently) “monologic” constructions (Hopper 1987, 2011; Geylukens 1992; Couper- Kuhlen 2011; Calaresu 2018)
2022
- Quanto mondo c’è in un testo? Referenti, sottintesi e strategie di comprensione
[Articolo su rivista]
Calaresu, E.
abstract
La tesi principale di questo lavoro è che per poter meglio affrontare la comprensione del testo è necessario prestare più attenzione al fenomeno della referenza. Occuparsi delle relazioni lingua-discorso-mondo significa entrare più direttamente nel merito di come il sistema di una certa lingua consente, attraverso il suo uso nel discorso parlato o scritto, di rappresentarci in modo reciprocamente comprensibile il mondo. Si tratta dei fondamentali su cui si basa l’intercomprensione e che, in condizioni normali, apprendiamo per primi da bambini. Dopo l’inquadramento teorico del fenomeno del riferimento e delle sue relazioni con gli impliciti, proporrò una lettura critica dei descrittori INVALSI relativi alle competenze di lettura e comprensione dei testi e discuterò la ratio di una serie di attività di tipo induttivo svolte con studenti universitari del primo anno, in cui la discussione dei referenti e degli impliciti in riferimento al mondo ha un ruolo centrale fin dall’inizio.
The main thesis of this paper is that in order to better address text comprehension, more attention should be paid to the phenomenon of reference. Dealing with language-discourse-world relations means to directly investigate how the system of a natural language, through its use in spoken or written discourse, allows us to represent the world in a mutually comprehensible way. These are the fundamental ideas on which inter-comprehension is based and which, under normal conditions, we learn from childhood. After the theoretical framing of the phenomenon of referencing and its relation to implicitness, a critical reading of the INVALSI descriptors related to reading and text comprehension skills is proposed, followed by a discussion of the rationale for a series of bottom-up activities carried out with first-year university students, where the discussion of referents and inferential activities played a central role from the beginning.
2021
- Dialogicità
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E.
abstract
This study aims to highlight the pragmatic features of written texts that most reveal the author’s interaction with the reader, namely personal deixis and the set of linguistic and rhetorical strategies that globally correspond to the authorial metadiscourse, with special attention to ancient and contemporary Italian texts. The work discusses the semiotic and material peculiarities of written texts, focusing on the role of metadiscourse as a form of “anticipated feedback” from the author. Starting from the recognition of the different enunciative planes of the text (author-reader interaction vs. others’ interactions reported in the text), I will distinguish two different types of dialogicality (primary and secondary), observing how they interact whenever the author counter-argues with the reader. In the final part of the paper, I will briefly discuss how the greater or lesser explicitness of primary and secondary dialogicity may characterise the different discourse genres over time.
2021
- Il farsi della lingua nel discorso: la pragmatica
[Altro]
Calaresu, E.
abstract
Presentazione breve e divulgativa, a partire da due esempi reali, di cosa sia la Pragmatica linguistica, di cosa si occupi e in che rapporti stia rispetto agli altri livelli di lingua (Fonetica e Fonologia, Morfologia, Sintassi, ecc.). La presentazione fa parte di un insieme di interventi sul blog di divulgazione scientifica Linguisticamente finalizzati a spiegare i diversi livelli di lingua scientificamente studiati dai linguisti
2021
- Ipertesti e iperdiscorsi. Proposte di aggiornamento del modello di Koch e Oesterreicher alla luce dei testi nativi digitali
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E.; Palermo, M.
abstract
The aim of this paper is to verify the suitability of Koch and Oesterreicher’s ‘orality / literacy model’ to account for the important innovations introduced by the digital revolution, with particular regard to EMC (Electronically Mediated Communication). After an introduction on digital textuality and an overview of Italian studies on the differences and interplays between written and spoken language, both the ‘conceptional’ and ‘medial’ dimensions of the model are reviewed. This is done to test to what degree their specific parameters fit for EMC, which allegedly shows features of both written and spoken language. Special attention will be given to the fact that on the internet, some textual genres still display their processual character, even in their final form, thus challenging the traditional distinction between ‘text’ as a product and ‘discourse’ as a process. Due to their pragmatic flexibility, the conceptional parameters of the model still seem suitable to account for the new types of communication and require only a few adjustments. Conversely, the medial dimension of Koch and Oesterreicher’s model requires a more precise redefinition. This is further compounded by the relevance of diverse technological innovations: it will be useful to pay greater attention to the differences between ‘medium’ (material or technical means of transmission) and ‘channel’ (phonic vs. graphic), as well as the general semiotic and communicative circumstances that distinguish different formats of communication – such as real face-to-face conversation from semi-synchronous chat.
2020
- Insegnare la linguistica generale: un canone saldo o un palinsesto da ripensare?
[Relazione in Atti di Convegno]
Calaresu, E.
abstract
In this work I argue that the canonical set up of General Linguistics (GL)
courses needs some rethinking. Given the semiotic nature of language and
the primacy of living speech, two interrelated problems inside the canon can
be pointed out: 1) the marginal role and status of meaning, and a usually stereotyped
account of its working, 2) the under track persistence of different
forms of written language bias, especially as far as syntax and terminology
are concerned. After a short framing of the issues, I will discuss how, as a GL
teacher, I am currently trying to solve these two disturbing contradictions.
2020
- La scuola primaria come laboratorio consapevole di multimodalità
[Capitolo/Saggio]
Borghi, P.; Calaresu, E.
abstract
Il riconoscimento della centralità del parlato a scuola, via via più recepito anche in ambito di L1 e testimoniato da un numero crescente di pubblicazioni sul tema rivolte agli insegnanti, può apparire per certi versi paradossale: nessuna normale attività didattica è pensabile infatti senza il continuo ricorso a discorsi e a testi parlati, più o meno spontanei, più o meno pianificati. Per restare al solo codice linguistico, la maggior parte delle attività didattiche, tradizionali e non, comporta di fatto il passaggio continuo, e spesso obbligato, dal medium fonico a quello grafico (v., per es., dettati e stesure di appunti o di verbali) e viceversa (v., per es., letture a voce alta e commenti e spiegazioni orali di testi scritti) (v. Voghera 2017). Ma i continui passaggi dal fonico al grafico, e viceversa, non riguardano solo testi e discorsi “continui” (nel senso inteso dalle indagini OCSE_PISA, v. PISA 2013): molte normali attività scolastiche richiedono infatti anche il saper rielaborare e riconvertire testi “discontinui” scritti (tabelle, grafici, operazioni aritmetiche, ecc.) in forma di testi e discorsi “continui” sia scritti che parlati, e viceversa - e si tratta, in questi casi, di attività ancor più vistosamente multimodali e tutt’altro che secondarie per la comprensione e la produzione di testi e discorsi di tipo soprattutto espositivo (v. Kress 2015; Raible 2014;Voghera 2017).
Ciò che può essere globalmente considerato “nuovo” è quindi, piuttosto, il grado generale di consapevolezza rispetto all’importanza del parlato non solo in quanto abilità orale “attiva” primaria, ma anche rispetto alle sue specifiche caratteristiche semiotiche, alle sue più ampie funzioni sia strumentali che cognitive, e, non ultime, alle sue continue interrelazioni con altre “abilità” e competenze (cf. MIUR 2012).
Va tuttavia osservato che un grado piuttosto alto di consapevolezza sulle molteplici intersezioni di parlato, scritto e una ricca serie di altri codici non verbali ha, per ovvie ragioni, da sempre caratterizzato la scuola primaria, dove i bambini cominciano il loro percorso di alfabetizzazione incontrando per la prima volta la scrittura. Sono dunque, anche in questo senso, particolarmente ricche di spunti le attività e le strategie didattiche messe in atto nella scuola primaria al fine di avviare i bambini al possesso attivo e consapevole di (più o meno) nuovi codici verbali e non verbali.
L’obiettivo specifico di questo lavoro è quindi quello di presentare e discutere attività, sperimentate in classi diverse della scuola primaria, caratterizzate da un alto grado di multimodalità e finalizzate alla produzione di testi e discorsi solo apparentemente “monomodali”, mettendo soprattutto in evidenza gli articolati percorsi preparatori sia scritti che parlati che “agìti” necessari per arrivare alla produzione finale sensata e consapevole di specifici tipi e generi testuali scritti e parlati. Si descriveranno in particolare le attività preparatorie e finali di un discorso procedurale parlato (corrispondente a una ricetta di cucina) da parte di bambini di seconda primaria, e le attività quotidiane e non incentrate su un testo scritto discontinuo (l’appello-calendario in formato tabellare) da parte di bambini di prima e seconda primaria.
2019
- The diffraction of iam: contextual effects in interpretation
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia; Pieroni, Silvia
abstract
This chapter draws attention to a fairly frequent set of occurrences of iam which are usually interpreted as having a deictic value and thus translated
as ‘right now’, ‘soon’, or not translated at all. After first discussing the most straightforward temporal uses (corresponding to interpretations such as ‘already’ and ‘almost’), this paper proposes a unified account of iam as a Tense-Aspect-Mood operator, which always maintains a stable ‘anaphoric’ character but allows a diffraction of different though related interpretations depending on context. The data we will discuss are mostly but not exclusively taken from Plautus’s plays.
2019
- Tra il dire e il fare: grammatica e pragmatica a scuola. Su costituenti, significati e referenti
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E
abstract
In this paper I discuss two issues that bring into play interrelations between pragmatics and general linguistics, and linguistic education at school. They are: a) the relationship between sentence constituency and speakers’ acts of reference (plus information dynamics), b) the problems that two “simplified” grammar models, currently in fashion in Italian schools, pose to the understanding of sentence structure and meaning, especially with regards to reference resolution.
2018
- Attorno al soggetto. Percorsi di riflessione tra prassi didattiche, libri di testo e teoria
[Curatela]
Calaresu, Emilia; Dal Negro, Silvia
abstract
(Quarta di copertina) Quello di soggetto non è solo un tema classico della grammatica, ma anche un buon punto di osservazione dell’interazione fra i diversi livelli di analisi della lingua: la semantica, la sintassi, la pragmatica, la testualità. I saggi contenuti in questo volume affrontano il tema del soggetto dalla prospettiva dell’insegnamento della grammatica a scuola: in modo abbastanza inusuale la ricerca muove così dall’applicazione alla teoria, e non viceversa, e anche l’elaborazione teorica può beneficiare delle attività metalinguistiche non sempre coerenti di alunni, studenti e insegnanti.
2018
- Grammaticalizzazioni polifoniche o “verticali” e sintassi dialogica. Dagli enunciati-eco ai temi sospesi: l’infinito anteposto in strutture del tipo “mangiare, mangio”
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, E.
abstract
Dialogical repetitions (e.g., different kinds of echoes and echo-utterances in general) have important effects on grammar and discourse which are often neglected or overlooked: on the one hand, they are often the trigger of “polifonic” or “vertical” types of grammaticalization, i.e. grammaticalization across clauses from different turns in conversations; on the other hand, they can provide one of the plainest explanations for the emergence of marked constituent orderings (e.g., left dislocations, hanging topics, etc.) in many responsive clauses. Some uses of the “free” infinitive are a good case in point. There are, in Italian as in many other languages, a number of apparently idiosyncratic but very productive constructions that require a free (non subordinated) infinitive. I will take into consideration two different types of free infinitive constructions which are usually considered unrelated: i) those generically known as “Exclamative infinitives” in Italian, “Incredulity response constructions” and “Mad Magazine sentences” in English, “Dense Constructions” in German; ii) those with a preposed infinitive which functions as a kind of hanging topic in a Topic-Comment utterance articulation. Through the analysis of their (con)textual conditions in dialogical discourses, I will argue that the infinitives display echo-functions in both types of constructions and, especially in the (ii) case, it is precisely this fact that allows the infinitive to act both as a (hanging) Topic and an ana(cata)phoric encapsulator
2018
- Introduzione [Attorno al soggetto]
[Prefazione o Postfazione]
Calaresu, Emilia; DAL NEGRO, Silvia
abstract
(dalla Quarta di copertina) Quello di soggetto non è solo un tema classico della grammatica, ma anche un buon punto di osservazione dell’interazione fra i diversi livelli di analisi della lingua: la semantica, la sintassi, la pragmatica, la testualità. I saggi contenuti in questo volume aff rontano il tema del soggetto dalla prospettiva dell’insegnamento della grammatica a scuola: in modo abbastanza inusuale la ricerca muove così dall’applicazione alla teoria, e non viceversa, e anche l’elaborazione teorica può beneficiare delle attività metalinguistiche non sempre coerenti di alunni, studenti e insegnanti
2018
- Soggetto e referenza: il problema della sinonimia co- e contestuale nell’indicazione esplicita del soggetto
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia
abstract
Each constituents of a sentence always signal both a grammatical relation (e.g., that of representing the subject) and a semantic/pragmatic relation (i.e., that of referring to an entity of the world). The paper argues that this double function does not pose any particular problems only when analyzing isolated, complete and a-contextual sentences, and discusses the problems posed to the received notion of subject t by the more or less indexical nature of the units corresponding to the (explicit or implicit) subjects of contextualized sentences from a text. In these cases, the difficulties of students, teachers and textbooks in explicitly distinguishing the expression of the subject from the name of its referent are particularly evident, especially when the subject corresponds to a zero (Ø) pronoun, as is frequently the case in Italian. Our data show, however, that the same difficulties can appear with more explicit subjects as well. This widespread confusion between subject and referent is often disclosed by the “notional” or ad sensum identifications of subjects made by students for different types of sentences (e.g., when they correctly identify an explicit subject of a sentence but use a contextual synonym to name or to say it), but it is always potentially lurking in all those general definitions of subject and textbook exemplifications which do not take into proper account the role of discourse and information dynamics in sentence structuring
2017
- Cronache: 50° Congresso Internazionale della Società di Linguistica Italiana (SLI), «La cultura linguistica italiana a confronto con le culture linguistiche di altri Paesi europei», Milano, 22-24 settembre 2016
[Recensione in Rivista]
Calaresu, Emilia
abstract
Cronaca e commento dei lavori del 50esimo Congresso Internazionale della Società di Linguistica Italiana (SLI)
2017
- L'italiano in Sardegna
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria; Pisano, Simone
abstract
Sebbene i legami con il continente italiano non si siano interrotti neppure durante il lungo periodo della dominazione iberica, è con la cessione dell’isola ai Savoia che l’italiano diviene lingua ufficiale anche in Sardegna. Esso resta tuttavia per lungo tempo poco praticato, soprattutto al livello attivo del parlare e dello scrivere, da larghe fasce della popolazione; solo nel Novecento, e soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, il processo di italianizzazione diverrà dilagante. La coscienza diffusa di un’alterità anche linguistica dell’isola, tuttavia, si manifesta in modo chiaro sin dai primi anni del XIX secolo e rimane costante nei settori più avanzati dell’opinione pubblica che, specialmente negli ultimi anni, sembra condividere la necessità che il sardo debba comunque far parte del repertorio linguistico (plurilingue) dei sardi.
2016
- Dialogicità e grammatica
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
This paper discusses the deep and systematic relations between dialogicity and grammar, highlighting how dialogicity is not only a feature of linguistic use, but is always at the very heart of a linguistic system. There are overwhelming evidences of this in all natural languages, even if they are often underrated or blurred in most traditional grammars, and a coherent reception of pragmatic researches is still lagging behind or far from being soundly integrated in general descriptive grammars. The discussion focuses on two specific cases: a) the relationships between information-structure and diverse grammatical features in Italian; b) the problems inherent to the traditional classification of sentence types in Italian, which are partly due to a still partial reception of the speech act theory, and partly to the inertial force of older descriptive traditions
2016
- Riflettere sulla grammatica a scuola: una ricerca sul soggetto
[Articolo su rivista]
Dal Negro, Silvia; Calaresu, Emilia Maria; Favilla, Mariaelena; Provenzano, Claudia; Rosi, Fabiana
abstract
The paper discusses some preliminary results of the research project GRASS - Grammar Reflection at School: Syntactic Subject, which involved 444 junior and senior students from lower to higher education grades and 16 teachers. Starting from some general remarks on the current state of grammar teaching in the Italian school system, particularly critical as far as real speech, discourse and metalinguistic awareness are concerned, the paper highlights and discusses three main critical issues: a)the confusion between (con)textual reference and grammatical function, well attested by thediverse and incongruous ways used by the respondents to identify and represent the subject of sentences from a text; b) the pupils’ and students’ grammaticality judgements on verb and subject agreement, especially in cases of semantic/syntactic mismatch; c) the relation between the respondents’ explicit definitions of grammatical subject and the emerging underlying notions that characterize the different stages of Italian education as far as primary vs. secondary schools are concerned. Finally, some conclusions are drawn on the possible outcomes that this type of research can have in terms of teachers’ training and teaching practices.
2015
- Grammatica del testo e del discorso: dinamicità informativa e origini dialogiche di diverse strutture sintattiche
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
The paper discusses the issue of grammar, seen as a dynamic system which proceeds from discourse to sentence (and not viceversa), and as naturally emerging from interactional discourse processes. In particular, the role of dialogical repetitions is highlighted through the analysis of spoken and written data which show the interactional making of two different types of constructions: 1) Echo+Comment constructions, which can often produce, or results in, different tipes of left dislocations and hanging topic constructions; 2) Comment+Echo constructions, which can sometimes produce, or result in, specific types of cleft sentences.
2015
- La fagocitazione dell’interlocutore: dialoghi a una voce sola nella finzione letteraria. Osservazioni sulla sintassi dialogica del dialogo 'spaiato'
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Echoing, or partially repeating what has been previously said by one’s own interlocutor, seems to be a quite pervasive strategy of spontaneous dialogues. Repeating and incorporating parts of the other speaker’s utterances into one’s own is not just one of the easest way to keep discourse going. It is also a way of giving one’s own contribution to it while explicitly taking into account (in order to accept, reject, or question) what the other has just said or asked. However, little attention has been paid so far to the role that echo-constructions in general (and their more or less elaborated syntactical integration with the following clause) can have for the understanding of both discourse structure and discourse grammar.
The aim of this article is to observe how some kinds of echoes work in dialogues and how they can be grammaticalized in different types of constructions, thus providing further evidences for the emergent and dialogical nature of grammar. Data are mainly taken from a small set of written novels and short stories that adopt a very peculiar strategy of depicting dialogues between two or more participants. The peculiarity consists in this: only the utterances of a single participant are explicitly reported, leaving the task of reconstructing the missing dialogical turns (of the other participants) to the reader. This often funny sort of amputated or un-paired dialogue makes full use of the different echo constructions which are so frequent and taken for granted in spontaneous spoken conversations that they tend to go unnoticed. On the other hand, they are strategically foregrounded by the authors who exploit the “amputated” dialogue technique. We are thus unexpectedly provided with a very rich repertoire of echoic structures which show different degrees of syntactic complexity. All these constructions are dialogically founded in real conversations, in which, through repeated use, some of them are actually grammaticalized into new forms and meanings.
2015
- L’avverbio GIÀ da operatore temporale aspettuale a operatore modale di asserzione. Usi preverbali di Sardegna (sardo e italiano regionale) vs. usi olofrastici in italiano standard
[Relazione in Atti di Convegno]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
The paper discusses modal (assertive) functions of GIÀ (Engl. ‘already’) in Sardinian usages (Logudorese, Campidanese and regional Italian), and confronts them to pro-sentential (confirmative) uses of GIÀ in standard Italian. The Sardinian data help to clarify how this temporal-aspectual adverb can develop into a pro-sentential confirmative marker, while both Italian and Sardinian uses show how the prototypically phasal (and anaphoric) nature of GIÀ may be retained even in more (apparently) idiosyncratic “pragmatic” functions. The data seem to question the often too drastically opposed differences between the “semantic” (conventional) and the “pragmatic” (contextual) levels, suggesting a more unitary perspective on grammar and discourse. From a more general point of view, the discussion aims at showing how peripheral and low prestige diatopic varieties may synchronically exhibit a range of not attested, or only fragmentarily attested uses, in the textual history of more standard varieties, thus helping to reconstruct plausible paths of grammaticalization possibly valid as well for other adverbs and textual varieties.
2015
- Sull’origine dialogica di alcune strutture sintattiche. Domande-eco, temi sospesi e grammaticalizzazione ‘verticale’
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro tratta delle possibili relazioni tra costruzioni a tema sospeso, in particolare quelle con anteposizione tematica di forme verbali di modo non finito, domande-eco, ed enunciazioni-eco in genere. L’idea di fondo è che certi tipi di costruzioni marcate possano mostrare più chiaramente di altri l’esistenza di percorsi di grammaticalizzazione “verticale”, ovvero di compattamento di più mosse conversazionali in un unico turno e in un’unica struttura frasale.
2013
- I segnali indiscreti: il riconoscimento della rappresentazione e ricostruzione di discorsi (o discorso riportato)
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Dans cet article, nous abordons deux aspects des marques de représentation et reconstruction de discours (RRD) qui posent des problèmes particuliers pour le traitement automatique des données: 1) leur fréquence «indiscrète», correspondant souvent à un réseau de marques non spécialisées distribuées dans tout le texte; 2) leur nature fréquemment parasitaire, correspondant à des extensions sémantiques et fonctionnelles (basées sur la sollicitation d’inférences) d’un signifié primaire qui ne peut pas être directement relié à la RRD (cf. it. tipo et angl. like).
La RDD est toujours une action consciente du locuteur et même la marque la moins explicite de RRD a pour vocation d’être reconnue par l’interlocuteur. Il est par conséquent nécessaire de postuler la présence d’un continuum de marques de RRD des plus explicites (qui ne demandent pas de travail interprétatif) aux plus implicites (qui demande un plus grand effort d’interprétation). Ces derniers peuvent souvent être définis (sur les traces de Grice) comme des marques de RRD non conventionnelles ou conversationnelles, parfois partiellement généralisables et parfois non généralisables.
2013
- Pragmatica linguistica
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro è collocato nella quarta rassegna critica decennale degli studi di linguistica in Italia curata e promossa dalla Società di Linguistica Italiana (SLI). Esso ha dunque l’obiettivo sia di descrivere lo stato dell’arte della disciplina, sia di proporre una vera e propria riflessione critica sulla (fin troppo) esuberante galassia di studi che, del tutto o in parte, si collocano oggi nell’ambito della Pragmatica Linguistica. Dopo una prima panoramica sulla situazione generale degli sviluppi della teoria pragmatica negli ultimi 10/15 anni di ricerca, la discussione critico-bibliografica procede sulla scorta di uno schema operativo che distingua, per quanto a grandi linee, almeno tra: 1) pragmatica interna al sistema linguistico; 2) pragmatica interna al discorso; 3) pragmatica "esterna" o analisi pragmatica dell'interazione. La tesi di fondo è che sia necessario tener conto delle relazioni e delle differenze tra il grammaticalmente codificato e il pragmaticamente inferito e che la pragmatica sia dunque una componente fondamentale della competenza linguistica e non qualcosa di esterno al sistema da trattarsi separatamente nell'ambito della sola competenza cosiddetta "comunicativa".
2012
- L’italiano e le altre lingue nella comunicazione scientifica nazionale e internazionale. La pressione per la biliteracy e l’incipienza di nuove forme di diglossia
[Relazione in Atti di Convegno]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il declino di status della lingua italiana come lingua della comunicazione scientifica è un dato di fatto ben noto ma, per certi versi, non sempre altrettanto approfondito. Vari aspetti del fenomeno sono stati affrontati e parzialmente quantificati sia attraverso indagini e studi specifici in ambito linguistico (Carli e Calaresu 2003; 2007; Calaresu 2006), sia attraverso documenti ministeriali ufficiali quali, ad es., la Relazione finale del Comitatato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) 2001-03 (Cuccurullo 2007).Le diffuse proteste e lamentele -più o meno argomentate, più o meno sensatamente fondate- sulla crescente dominanza dell’inglese tendono però spesso a lasciare sullo sfondo il fatto che il potenziale discriminatorio di questa lingua in ambito scientifico è usualmente diretto con maggior forza verso la modalità scritta piuttosto che verso quella parlata. È infatti in ambito di produzione scientifica scritta, più che di produzione scientifica orale, che si materializzano davvero gli effetti discriminatori della condivisione plurisecolare, tipicamente occidentale, non solo del maggior prestigio della scrittura, ma di quello che è ormai il vero e proprio mito del native-speaker (Bonfiglio 2010). Il vero discrimine tra accesso e non accesso alla comunità scientifica internazionale (gate-keeping) appare essere dunque il possesso di una biliteracy da bilingui nativi (reale o supportata dall’aiuto di invisibili traduttori nativi), più che un generico bilinguismo italiano-inglese. La messa in primo piano del ruolo e dello status della scrittura nella comunicazione scientifica permette quindi di valutare meglio l’opportunità di ricorrere al concetto di diglossia per descrivere e spiegare l’attuale rapporto tra italiano e inglese in ambito scientifico e accademico (Calaresu 2011, in c. di p.). Già vari studiosi hanno fatto ricorso al concetto di diglossia trattando di comunicazione scientifica, sia in termini generali (Mühleisen 2003) che concentrandosi su situazioni nazionali specifiche, quali quelle dell’Europa settentrionale, ma non solo (cfr., per es., molti lavori in Ammon 2001, e Ljosland 2007). Si cercherà quindi di capire quanto la situazione attuale della lingua italiana in ambito scientifico e accademico sia confrontabile con quella di altre lingue europee diverse dall’inglese e quanto il ricorso alla nozione, spesso abusata, di diglossia sia giustificato in termini sia di potenziale esplicativo che, almeno latamente, predittivo.
2011
- Il paradosso della promozione del monolinguismo come tutela del plurilinguismo (e del pluralismo e della diversità in genere)
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Zusammenfassung: In un numero crescente di ambiti istituzionali, pur davanti a omaggi formali del plurilinguismo, si arriva spesso ad affossarlo a vantaggio di varie forme di riduzione del repertorio linguistico, di cui la lingua “unica” è l’esito più estremo. In una tale direzione vanno, per esempio, due comunità di parlanti diversissime fra loro come la comunità scientifica internazionale (che corrisponde piuttosto a una “comunità di discorso”) e la comunità geopolitica di una regione italiana plurilingue come la Sardegna. Nel primo caso si assiste a una semplificazione del repertorio a favore del solo inglese, nel secondo caso alla selezione di una sola delle molte lingue di Sardegna da affiancare alla lingua nazionale italiana. Casi pur diversi come questi mostrano la necessità di rimettere al centro del dibattito le ragioni per le quali la tutela della diversità linguistica è da considerarsi un valore e non un disvalore. Se ne discutono qui due in particolare: 1) sono le lingue stesse a essere un valore in sé perché le diverse lingue sono portatrici di diverse visioni del mondo; 2) la diversità linguistica è un valore soprattutto a partire dal parlante in quanto individuo e la tutela del plurilinguismo è strettamente collegata alla non discriminazione e alla salvaguardia delle pari opportunità. Sia nel caso della Unione Europea che in quello della comunità scientifica internazionale, ad esempio, la riduzione del repertorio al solo inglese (impropriamente definito “lingua franca”) comincia a porre problemi di pari opportunità negate anche ai parlanti di lingue nazionali maggioritarie come l’italiano e il tedesco. Il lavoro si conclude auspicando: a) la necessità di tenere più conto dei diversi bisogni linguistici collegati alle diverse situazioni e alle diverse varietà di discorso da esse richieste, per evitare puntare solo su forme di plurilinguismo generico concretamente impraticabili; b) la necessità di rendere più noti e riconoscibili i diversi tipi di “svantaggio linguistico”, compresi quei “nuovi” tipi che coinvolgono anche lingue maggioritarie, e prevedere compensazioni per coloro che le affrontano; c) ripensare il tipo di plurilinguismo da promuovere in Europa a livello comunitario, ponendo anche maggiore attenzione alle abilità recettive e, nell’ambito della comunità scientifica e accademica internazionale, soprattutto alle abilità di lettura di lingue diverse, e traduttive in genere, anche per i nativi anglofoni, di modo che possa ri-innescarsi un qualche tipo di circolo pluralisticamente virtuoso.
2011
- The declining status of Italian as a language of scientific communication and the issue of diglossia in scientific communities
[Articolo su rivista]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Like other European national languages, Italian is rapidly losing prestige in favor of English, both in national and international scientific communication. Clear signs of this declining status can be noted in particular in national and international scientific literature (research papers, editorials, etc.) in terms of language policy and usage. This paper will discuss: i) the growing impact of written texts and active biliteracy in science; ii) the meaning and the general implications of the changing language policies of Italian scientific journals; iii) diglossia in scientific communication. This particular type of diglossia has already been mentioned by many researchers and it will be compared here to the classical and the broader meaning of the notion of diglossia. Such a comparison aims to understand whether it is appropriate to apply the label of “diglossia” also to this specific type of functional compartmentalization of codes. The crucial role of biliteracy will be examined within the Italian context, which will also be compared to the Swedish one. This study concludes that, despite significant differences in the progress rate of their status loss, national languages such as Italian (and the languages of other European scientific communities) seem to witness major language displacements in favor of English in science, higher education and other élite domains.
2009
- Maria-Elisabeth Conte e la pragmatica linguistica. Note introduttive
[Relazione in Atti di Convegno]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro ripercorre e discute gli inizi della pragmatica linguistica in Italia, e il ruolo fondamentale svoltovi da M._E. Conte. Viene osservata e discussa la riorganizzazione degli studi linguistici in Italia dagli anni sessanta, la crescente spaccatura tra approcci formali e funzionali e viene avanzata una critica del controverso concetto di 'competenza comunicativa' e del suo attuale ruolo nell'ambito della pragmatica linguistica.
2009
- Nostalgie dell’oralità: l’intervista giornalistica scritta
[Relazione in Atti di Convegno]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
This paper discusses some distinctive aspects of the written news-interview as it is commonly used (and overused) in Italian weeklies and newspapers. As a textual genre, a written interview shows an interesting reworking from an original spoken mode to a written mode that must still keep a ‘flavour’ of oral speech. All the structural and discursive changes that this type of reconstructed text requires are hardly compatible with the use of direct speech, as a verbatim mode of reporting. Nevertheless, the Italian written news-interview is usually rendered as a clear-cut succession of questions and answers reported through direct speech, no matter how many linguistic and textual changes have been carried out as a whole on the original spoken text. The Italian usage thus offers a striking contrast with different journalistic traditions, where the interpretative side of reporting is usually performed by journalists through the use of indirect speech or through explicit authorial comments, and where direct speech always implies a verbatim rendition of the news-maker’s original words.
2008
- Funzioni del linguaggio e sperimentazioni linguistiche in Sardegna
[Articolo su rivista]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro discute alcuni aspetti della politica linguistica attuata dalla Regione Sardegna, in parti-colare la proposta del 2006 di standard di sardo scritto amministrativo, chiamata Limba Sarda Comuna. Vengono soprattutto discussi tre aspetti problematici: 1) le modalità attinenti la genesi di tale standard; 2) gli aspetti funzionali, comunicativi e simbolici; 3) il tipo di lingua che emerge da tale standard.
2008
- La costruzione dello straniero nell'informazione giornalistica italiana
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria; Guardiano, Cristina; Sorrentino, Alessandra
abstract
Il lavoro presenta i primi risultati di un’indagine più ampia, e tuttora in fase di svolgimento, effettuata su diversi quotidiani italiani. L’indagine è su due fronti: quello del lessico e quello della prospettiva pragmatico-testuale. L’analisi lessicale e statistica, proposta nella prima parte del lavoro e basata su un ampio corpus di articoli del primo semestre 2007, ha come obiettivo più ampio individuare i domini concettuali e i campi metaforici maggiormente sfruttati sulla stampa per parlare dello “straniero”. L’analisi pragmatico-testuale della seconda parte indaga soprattutto: a) il trattamento della “voce” dello straniero rispetto a quella del “nativo”, e gli aspetti polifonici in genere in articoli di cronaca nera che riguardano stranieri; b) alcuni meccanismi della comunicazione implicita, ovvero i “non detti” che vengono comunque trasmessi e comunicati attraverso particolari strategie retoriche e testuali. Nel lavoro viene dato particolare rilievo alla tematica della “paura” e della “insicurezza” sociale collegata alla presenza di stranieri. Emerge che la presenza di termini come paura, allarme ecc. non è quantitativamente così alta come di solito si ritiene, ma che la loro rilevanza è effettiva confermata: a) dalla posizione saliente che tali termini hanno in luoghi del testo, come i titoli, e, b) dal particolare effetto discorsivo ottenuto, ad esempio, accostando selezioni di “voci” che testimoniano direttamente, senza l’intervento apparente del giornalista, sentimenti di paura, allarme e inquietudine nei confronti della presenza straniera in Italia.
2007
- Language and Science
[Capitolo/Saggio]
Carli, Augusto; Calaresu, Emilia Maria
abstract
The paper discusses the different types of scientific communication based on the target audience (specialists, learners, lay community). It touches upon sociolinguistic issues relating to the expansion of English as a so-called 'lingua franca' and the consequences for scientific genres and registers in other languages.
2007
- Stereotypes about English as the language of science
[Articolo su rivista]
Guardiano, Cristina; Favilla, Mariaelena; Calaresu, Emilia Maria
abstract
The progressive spread of English as the main language of the international scientific communication has been interpreted and justified in many different ways by several scholars. The paper suggests a brief review of the scientific debate on such topics, focusing on the main stereotypes which have been created in order to provide explanations for the development of English as the language of science, and on the perception of non-Anglophone scholars concerning the reasons for the predominance of English in scientific literature and their disadvantages with respect to native speakers.Frequently used stereotypes on English as the language of science are analyzed and discussed in reference to the motivations asserted by linguists and non-linguists. A double ideological evidence can be registered: 1. arguments essentially consist in a-posteriori justifications, 2. English – far away from representing a free choice for non-native scholars – is perceived as the repository of the linguistic power that is desired and worshipped. The overview closes with the results of a pilot investigation on the languages of scientific publications, conducted on a sample of Italian scholars belonging to various scientific fields.
2006
- Die Sprachen der Wissenschaft. Die wissenschaftliche Kommunikation im heutigen Trend zur monokulturellen Einsprachigkeit
[Articolo su rivista]
Carli, Augusto; Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro evidenzia i presupposti e i condizionamenti sociolinguistici che inducono le comunità scientifiche, tendenzialmente plurilingui, al monolinguismo
2006
- Italienisch und Deutsch als Wissenschaftssprachen. Bestandsaufnahmen, Analysen, Perspektiven // Italiano e tedesco come lingue della comunicazione scientifica. Ricognizioni, analisi, prospettive
[Curatela]
Calaresu, Emilia Maria; Guardiano, Cristina; K., Hoelker
abstract
Gli obiettivi generali della ricerca possono essere riassunti in due nu- clei tematici principali:
1. la discussione delle condizioni cui l’italiano e il tedesco sottostanno in quanto lingue impiegate dalle diverse discipline per la trasmissione del sa- pere nell’ambito delle cosiddette “scienze naturali” e “umane”, soprattutto in relazione alla potente diffusione in atto dell’inglese;
2. l’analisi linguistica, basata su corpora opportunamente selezionati, delle caratteristiche lessicali, grammaticali, testuali e discorsive (sia nell’italiano sia nel tedesco) tipiche dei testi scientifici; fra gli obiettivi contemplati all’interno di questo secondo nucleo tematico c’è anche l’individuazione di ipotesi di intervento nell’ambito dell’insegnamento universitario per la co- struzione di una competenza specifica nella lingua scritta.
Il volume è strutturato in due parti: la prima, introdotta dal testo di Ulrich Ammon, contiene quattro saggi collegati al primo nucleo tematico. La seconda parte, introdotta dall’intervento di Alberto A. Sobrero, contiene sette saggi che affrontano questioni rilevanti per il secondo nucleo tematico.
2006
- L’universalità del linguaggio scientifico fra norma d’uso e sistema linguistico. Plurilinguismo e monolinguismo nella comunicazione scientifica
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
This paper discusses the relationships among language, science, and scientific communication; it criticizes the idea that using only one language for scientific communication corresponds to a democratic improvement and a victory for universalism and scientific communitarianism. The first part deals with the common definitions of “science” (and “sciences”), its (at least, ideally) shared norms, and the possible relationships between these norms and the choice of specific languages for scientific communication. The second part discusses the concept of universality on the linguistic horizon; it criticizes the idea that the growing spread of monolingualism in contemporary scientific communication cor-responds to a “free choice” and a more democratic option than a multilingual one; it is also discussed the solidity and pertinence of the common parallelism between Latin (yesterday) and English (today), both considered as “universal” languages of science. Finally, some possible meaningful correlations among the different results of the research will be suggested.
2006
- Recensione a ‘Francesca Santulli: Le parole del potere, il potere delle parole. Retorica e discorso politico, Milano, Franco Angeli, 2005’
[Recensione in Rivista]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
2006
- Vorwort der Herausgeber / Prefazione dei curatori
[Prefazione o Postfazione]
Guardiano, Cristina; Calaresu, Emilia Maria; K., Hoelker
abstract
Presentazione dei contenuti del volume
2005
- Dal latino IAM agli esiti nelle lingue romanze:verso una configurazione pragmatica complessiva
[Articolo su rivista]
Bazzanella, C.; Bosco, C.; Calaresu, Emilia Maria; Garcea, A.; Guil, P.; Radulescu, A.
abstract
Seguendo un modello a prototipo e una prospettiva pragmatica attenta alla configurazione complessiva dei tratti pertinenti, si analizza un pragmatic marker nel suo sviluppo diacronico dal latino iam ai diversi esiti nelle lingue romanze, ove i valori originari sono mantenuti, ridotti o accresciuti. I valori esplicati nell’ambito della temporalità (lungo i tre assi passato, presente, futuro), dell’aspettualità (in particolare in relazione ai tratti fasali che caratterizzano sia iam che i suoi esiti nelle lingue romanze) e della modalità (relativamente sia a gradi diversi di aspettativa/condivisione/presupposizionalità, sia ad aspetti di enfasi/rafforzamento derivanti dal commitment del parlante) sono già presenti in latino; il romeno si limita agli usi strettamente temporali; sardo, spagnolo, portoghese sfruttano vari tratti modali; italiano e francese invece sembrano porsi in una situazione intermedia (per altro non coincidente), di parziale presenza di tratti non solo temporali e aspettuali, ma anche - sebbene in misura ridotta - modali.
2005
- Lingue, istituzioni, territori : riflessioni teoriche, proposte metodologiche ed esperienze di politica linguistica
[Curatela]
Guardiano, Cristina; Calaresu, Emilia Maria; Robustelli, Cecilia; Carli, Augusto
abstract
Presentazione delle principali tematiche affrontate nel volume (ecologia linguistica e politica linguistica).
2005
- Presentazione [Lingue, Istituzioni, Territori. Riflessioni teoriche, proposte metodologiche ed esperienze di poliitca linguistica]
[Breve Introduzione]
Guardiano, Cristina; Calaresu, Emilia Maria; Robustelli, Cecilia; Carli, Augusto
abstract
Introduzione ai contenuti del volume
2005
- Presentazione [Lingue, istituzioni, territori]
[Prefazione o Postfazione]
Guardiano, Cristina; Calaresu, Emilia Maria; Robustelli, Cecilia; Carli, Augusto
abstract
Presentazione delle principali tematiche affrontate nel volume (ecologia linguistica e politica linguistica).
2005
- Quando lo scritto si finge parlato. La pressione del parlato sullo scritto e i generi scritti più esposti: il caso della narrativa
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro si occupa di interferenze scritto-parlato nella narrativa italiana contemporanea. Vengono analizzati diversi aspetti linguistici e più globalmente testuali attraverso la scrittura di "giovani" autori come Rossana Campo, Paolo Nori, Niccolò Ammaniti, ecc.
2004
- Testuali parole. La dimensione pragmatica e testuale del discorso riportato
[Monografia/Trattato scientifico]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
In questo lavoro si affronta il tema del discorso riportato, ovvero delle strategie linguistiche utilizzate da un parlante o da uno scrivente per trasmettere e citare le parole e il discorso altrui o anche, nel caso dell’autocitazione, per trasmettere e citare le proprie parole. Riprendere e citare la parola altrui o propria è un fenomeno centrale e fondamentale della vita di ogni parlante, nonché un fenomeno complesso del discorso che agisce contemporaneamente su tutti i livelli di lingua, da quello fonico a quello testuale e pragmatico. Il libro indaga sia gli aspetti strutturali delle diverse forme di discorso riportato che quelli funzionali, solitamente trascurati dalle descrizioni tradizionali, mostrando come la prospettiva discorsiva (testuale e pragmatica) e l’attenzione alla lingua parlata portino, da un lato, a una revisione delle caratteristiche tradizionalmente attribuite al fenomeno sulla base della sola lingua scritta e della sola prospettiva frasale, dall’altro, a una maggiore comprensione di aspetti solitamente considerati “accidentali” e per ciò stesso secondari e non definitori, quali la diffusa infedeltà del discorso diretto sia nella lingua parlata che in certi tipi di scritto quali la scrittura giornalistica. La ricognizione attuata su testi parlati e su testi scritti tratti dalla stampa quotidiana mostra infatti che anche la diffusa infedeltà del discorso riportato “tra virgolette” non è sempre o necessariamente collegata a consapevoli intenti manipolatori ma è piuttosto la conseguenza intrinseca sia del ruolo di interprete che ogni parlante assume al momento di riportare parole altrui, sia effetto di precise convenzioni (e convinzioni) socio-culturali.L'indagine è svolta soprattutto a partire dalla prospettiva del ricevente (ascoltatore e lettore) e su questa base si rintracciano i segnali testuali e contestuali, dai più espliciti ai meno espliciti, che permettono all’ascoltatore o al lettore di riconoscere la parola altrui e voci “altre” nel discorso parlato o scritto del proprio interlocutore. È su questa base che si propone infine una vera e propria mappatura delle numerose forme di discorso riportato, tutte ugualmente e largamente impiegate sia in discorsi parlati che in discorsi scritti.
2003
- Alcune riflessioni sulla LSU (Limba Sarda Unificada)
[Articolo su rivista]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro discute e commenta in modo critico e articolato il modello di standardizzazione della lingua sarda (Limba Sarda Unificada. Sintesi delle norme di base: ortografia, fonetica, morfologia, lessico, Regione Sardegna 2001), che è stato elaborato da una commissione di esperti per la lingua sarda convenzionati con la Regione Sardegna.
2003
- Il potere dell’italiano come lingua della comunicazione scientifica
[Relazione in Atti di Convegno]
Carli, Augusto; Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro evidenzia lo stato attuale degli usi linguistici in italiano e in inglese nell’ambito delle scienze umane e delle scienze naturali. iorni attuali, di lingue e generi testuali in parte convergenti e in parte divergenti. Si confutano i principali stereotipi circa la presupposta normatività e uniformità che indurrebbero a convergere oggi su una sola lingua e su un solo genere testuale
2003
- Le "violazioni" della norma. Percorsi aperti dalle riflessioni teoriche di Eugenio Coseriu
[Articolo su rivista]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
In questo lavoro vengono sviluppate alcune feconde osservazioni di Eugenio Coseriu (1921-2002) sulla norma e di applicarle a fenomeni concreti e attuali che riguardano la lingua italiana contemporanea, particolarmente a ciò che viene di solito globalmente definito come l'"avvicinamento” (tuttora in corso) dello scritto al parlato. Prendendo spunto da quanto, in tempi diversi, il grande linguista rumeno scrisse riguardo alla norma, il lavoro mette in evidenza come vengano in realtà distinte due diverse prospettive, o due diversi percorsi di osservazione, di ciò che rappresenta la norma di una lingua, a seconda che si osservino i fatti di lingua dal punto di vista dei livelli di lingua (o dei diversi "sotto-sistemi", quali il livello fonologico, morfologico, sintattico, ecc.) o che li si osservi dal punto di vista delle diverse varietà di lingua (o dei diversi "linguaggi" - come Coseriu stesso a volte chiama le diverse varietà). Si mostra, infatti, che, benché Coseriu abbia dedicato la maggior parte della propria attenzione e dei propri esempi al primo tipo di norma (quella riguardante i diversi sotto-sistemi della lingua), abbia comunque dato indicazioni interessanti per poter giungere a una migliore comprensione anche del secondo, e certamente più sfuggente, tipo di norma.
2003
- Le lingue della comunicazione scientifica. La produzione e la diffusione del sapere specialistico in Italia.
[Relazione in Atti di Convegno]
Carli, Augusto; Calaresu, Emilia Maria
abstract
Secondo il paradigma “ecolinguistico” – al centro della tematica del congresso della Società di Linguistica Italiana del 2002 – il contributo evidenzia i tratti obsolescenti dell’italiano come lingua della scienza
2002
- Sulla nozione di discorso riportato: condizioni testuali e contestuali
[Capitolo/Saggio]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro fornisce una ridefinizione di 'discorso riportato' (in termini di "resa o riproduzione di discorsi") che ne permetta un uso più rigoroso e meno ambivalente. Vengono discusse e rivisitate le 'condizioni' del discorso riportato in modo tale che a) si possa tener maggiormente conto della dimensione testuale e discorsiva, oltreché frasale, del fenomeno; b) sia più facile distinguere altri fenomeni contigui o parzialmente affini alla ripdroduzione di discorsi, che discorso riportato però non sono.
2000
- Il discorso riportato. Una prospettiva testuale.
[Monografia/Trattato scientifico]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il volume rappresenta una rielaborazione della tesi di dottorato dell'autrice (Il discorso riportato come rappresentazione e riproduzione di discorsi. Una prospettiva testuale, Tesi di dottorato, dir. prof. Maria Elisabeth Conte, Università degli studi di Pavia, 1998). Il libro esamina e approfondisce, attraverso i dati di un corpus orale di discorsi raccolti e trascritti dall'autrice, le condizioni testuali e contestuali del fenomeno della riproduzione di discorsi. L'analisi a livello testuale dei discorsi riportati tende a mostrare l'insufficienza della dimensione frasale come ambito preferenziale di analisi e consente perciò di rivedere le caratterizzazioni del fenomeno di riproduzione dei discorsi propri e altrui, tenendo conto di forme fortemente caratterizzate dal con- e co-testo. Inoltre, mettendo in luce l'organizzazione interna di diversi tipi testuali, permette di affacciarsi verso problematiche più generali attinenti sia le variazioni di genere testuale che le funzioni testuali e articolatorie di diversi tipi di marker e connettivi.
1998
- Il discorso riportato come rappresentazione e riproduzione di discorsi. Una prospettiva testuale. Tesi di dottorato di ricerca
[Monografia/Trattato scientifico]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
Il lavoro analizza e discute, attraverso i dati di un corpus orale di discorsi raccolti e trascritti dall'autrice, le condi-zioni testuali e contestuali del fenomeno della riproduzione di discorsi. L'analisi a livello testuale dei discorsi ripor-tati mostra l'insufficienza della dimensione frasale come ambito preferenziale di analisi e consente perciò di rivede-re le caratterizzazioni del fenomeno di riproduzione dei discorsi propri e altrui, tenendo conto di forme fortemente caratterizzate dal con- e co-testo. Inoltre, mettendo in luce l'organizzazione interna di diversi tipi testuali, permette di affacciarsi verso problematiche più generali attinenti sia le variazioni di genere testuale che le funzioni testuali e articolatorie di diversi tipi di marker e connettivi.
1998
- Le trappole interne alla dicotomia discorso diretto/discorso indiretto
[Articolo su rivista]
Calaresu, Emilia Maria
abstract
La riproduzione del discorso altrui è una delle attività verbali eseguite più frequentemente dal parlante, ma anche uno degli argomenti più trascurati dai manuali di educazione linguistica. In modi più o meno espliciti, ogni genere di discorso, ordinario o specialistico, evoca o risuona di voci e opinioni altrui. E' di estrema importanza, dal punto di vista pedagogico, rendere consapevoli gli studenti delle diverse strategie riportive e citative che essi hanno a disposizione come parlanti: si tratta infatti di un percorso che può portare da una più profonda riflessione metalinguistica al problema più generale dei rapporti con l'altro da sé. Il trattamento tradizionale del discorso riportato nei testi scolastici tende a risolversi in una contrapposizione grammaticale tra le forme del discorso diretto e di quello indiretto subordinato. Altre forme che esulano da questa dicotomia, come il discorso indiretto libero e il discorso diretto libero, vengono normalmente confinate al linguaggio letterario, negandone sia descrittivamente che normativamente l'appartenenza al linguaggio ordinario. L'autrice mostra l'insufficienza di tale trattamento del discorso riportato segnalando: a) la presenza attestata nella lingua parlata e ordinaria di tutte le forme di discorso riportato; b) la quantità e la varietà di forme di discorso riportato che va ben oltre le quattro possibilità di discorso diretto, discorso indiretto subordinato, discorso diretto libero e discorso indiretto libero. Viene inoltre discussa la pretesa "derivazione" del discorso indiretto subordinato dal discorso diretto e vengono di conseguenza ridiscussi i classici esercizi di trasposizione grammaticale dal discorso diretto al discorso indiretto subordinato. Viene perciò messo in luce come l'unico rapporto di derivazione esistente sia quello tra un discorso originario (reale o immaginario) e le forme di discorso riportato sia dirette che indirette; conseguentemente, il discorso originario, essendo un discorso primo, non può essere confuso con il discorso diretto, dal momento che il discorso diretto è un discorso secondo esattamente come lo è il discorso indiretto. Le peculiarità di ciascun diverso modo di riporto, diretto o indiretto, possono essere colte pienamente solo in prospettiva testuale e non frasale; infatti, ciò che caratterizza basicamente le diverse forme di riproduzione del discorso è la volontà del parlante di distanziarsi in qualche modo dalle parole e opinioni altrui che riporta e la volontà quindi di non assumere piena responsabilità su parti del discorso in atto. Il distanziamento e la differenziazione tra le proprie parole e quelle altrui può essere effettuato non solo attraverso le quattro forme canoniche di discorso riportato, ma anche attraverso altre strategie come il condizionale citativo, il discorso indiretto glossato, l'intonazione ironica, ecc. L'autrice riassume infine i punti cruciali della sua discussione sottolineando tre possibili trappole in cui si possa incorrere trattando di questi argomenti in sede di educazione linguistica: 1) presentare le due sole alternative del discorso diretto e del discorso indiretto subordinato come uniche strategie citative a disposizione del parlante ordinario; 2) utilizzare il discorso indiretto come strumento normativo privilegiato per esercitare le regole della concordanza; 3) adottare per la sfera della comunicazione ordinaria categorie e concetti appartenenti alla sfera della comunicazione letteraria.