Nuova ricerca

Susanna PIETRALUNGA

Professore Associato
Dipartimento Educazione e Scienze Umane


Home | Curriculum(pdf) | Didattica |


Pubblicazioni

2021 - La testimonianza del minore: riflessioni criminologiche [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Salvioli, Claudia
abstract

La testimonianza del minore presenta aspetti di specifica complessità e la letteratura criminologica, psichiatrico-forense e giuridica analizza approfonditamente i compiti dell’esperto sotto il profilo metodologico, clinico ed, altresì, deontologico. Si segnala per la sua complessità la particolare situazione che si crea allorché il minore, non di rado all’interno di un reato di gruppo, riveste il duplice ruolo di testimone e di autore di reato. Anche gli importanti cambiamenti che interessano la cultura sociale e le sollecitazioni che derivano dalla comunicazione multimediale possono facilitare ulteriormente l’intrecciarsi dei ruoli di testimone ed autore di reato. Si pongono in tali contesti problemi specifici ai quali la riflessione criminologica può fornire un contributo, segnatamente nella prospettiva della prevenzione primaria e secondaria.


2020 - Aspetti criminologici e giuridici sulla vittima, con particolare riguardo al minore [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Salvioli, Claudia
abstract

La criminologia ha storicamente incentrato l'attenzione sull'autore del reato, rivolgendo per lungo tempo scarsa attenzione alla vittima. Lo sviluppo della vittimologia ha stimolato un risveglio di riflessioni sulle differenti tipologie e sul ruolo della vittima, mentre - e nonostante l'attenzione rivolta ad essa negli atti internazionali - si continua a registrare scarsità di previsioni normative a sua tutela nel diritto interno. Ne deriva l'importanza di indirizzi di politica criminale e di orientamenti legislativi de jure condendo che riconoscano alla vittima, soprattutto se minore, una tutela paritaria rispetto a quella dell'autore di reato.


2020 - Editoriale [Curatela]
Bologna, Maria; Pietralunga, Susanna; Rioli, Giulia; Santambrogio, Jacopo
abstract

La vittimizzazione è una condizione di tipo processuale caratterizzata da un crogiolo di inestricabili dinamiche relazionali vittima-perpetratore, di vulnerabilità, sofferenza, vissuti ed emozioni cui non sono estranee rappresentazioni socialmente determinate. La complessità della condizione vittimale può trasformare profondamente e stabilmente l'identità cristallizzando il ruolo sociale e condizionando la percezione del mondo e delle relazioni come luogo insicuro. I contributi di questo numero della Rivista di Freniatria intendono esplorare questo campo complesso, in cui variabili personali, relazionali, culturali e sociali concorrono a determinare processi di danno-vittimizzazione, che possono riguardare l'individuo ma anche la collettività.


2020 - Minori e attività sportive: una ricerca-intervento per la prevenzione primaria della devianza minorile. Il contributo della Criminologia Children and sports: A research-intervention for primary prevention of juvenile deviance. The contribution of Criminology [Articolo su rivista]
Pietralunga, S.; Grattagliano, I.; Lalla, M.; Bologna, M.
abstract

Article describes a primary prevention intervention on juvenile deviance (construction of an Educational Charter for young people and sport) based on the results of an empirical research concerning the carrying out of sports activities in a town near Modena.The research was carried out through questionnaires given to childs aged 7 and 11, and collected data on the most important factors affecting the development of the minor who live in this specific territory, also in the context of sporting activities. In fact, sport is able to transmit positive values and sporting practice can enhance the qualities of minors and create an environ-ment suitable for promoting the enjoyment and well-being of young people, especially in the presence of well prepared instruc-tors. Here are presented the first data obtained from the research, which indicate an important change in the organization and function of the family (which today has less ability to exercise their roles independently), and also sports associations. Both are currently called to carry out new complex educational tasks, of great importance in the prevention of juvenile disease but also burdened by difficulties deriving from the actual moment of transformation of social culture.


2020 - Pandemic and right to university study in prison [Articolo su rivista]
Carlo Alberto, Romano; Pietralunga, Susanna; Ravagnani, Luisa; Dassisti, Liliana; Prina, Franco; Ignazio, Grattagliano
abstract

L'inviolabilità del diritto allo studio è sancita dall'art. 34 della Costituzione italiana, che stabilisce che la scuola è aperta a tutti, senza alcun riferimento alle condizioni personali dello studente che può quindi anche essere privato della libertà. L'istruzione è essenziale perché la pena assolva alla sua funzione rieducativa: l'articolo 17 dell'ordinamento penitenziario sancisce infatti la necessità della partecipazione della comunità esterna, e di soggetti pubblici e privati, per portare a compimento l'azione rieducativa e risocializzante di detenuti e internati. Se in condizioni normali tali enunciazioni di principio si scontrano spesso con le contraddizioni della realtà della condizione detentiva, la crisi sanitaria legata al covid-19 ha rischiato di veder crollare conquiste che in tale ambito si erano raggiunte. A partire da riflessioni sul diritto allo studio in Carcere e sulla storia dell’attenzione della Criminologia al trattamento dell’autore di reato e, quindi, allo studio nel settore dell’esecuzione della pena, l’articolo presenta i dati di una ricognizione sullo stato dell’arte dello studio universitario effettuata dalla Conferenza Nazionale del Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari, presso le strutture penitenziarie dove esse sono istituite, durante la Pandemia da Coronavirus.


2018 - Confidence in attachment relationships and marital status as protective factors forself-perceived parental role and in-person visitation with children among incarcerated fathers [Articolo su rivista]
Giovanni Laquale, Michele; Coppola, Gabrielle; Cassibba, Rosalinda; Pasceri, Maria; Pietralunga, Susanna; Taurino, Alessandro; Semeraro, Cristina; Grattagliano, Ignazio
abstract

The study aimed at investigating the role of confidence in attachment relationships and marital status as protective factors for incarcerated fathers’ self-perceived parental role and in-person contacts with their children. Participants included 150 inmate fathers and 145 non-incarcerated control fathers who provided background socio-demographic information, and completed two self-reports, the Attachment Style Questionnaire and the Self-Perception of Parental Role. A two-phased cluster analytic plan allowed us to highlight two profiles of self-perceived parental roles, withincarceration and low confidence in attachment relationships increasing the risk for the less optimal of the two profiles. Higherconfidence in attachment relationships and having a stable romantic relationship increased the likelihood of incarcerated fathers engaging in frequent contacts with their children, while the profile of self-perceived parental role had no effect. Implications for practice are discussed and suggestions for further research are provided.


2018 - Percezione ed autorappresentazione della paternità ed esperienze detentive: Risultati di una ricerca negli Istituti Penitenziari della Puglia e della Emilia Romagna [Articolo su rivista]
Grattagliano, Ignazio; Pietralunga, Susanna; Cassibba, Rosalinda; Coppola, Gabrielle; Giovanni Laquale, Michele; Taurino, Alessandro; Lacalandra, Giuliana; Pasceri, Maria; Semeraro, Cristina; Catanesi, Roberto
abstract

L’esperienza della detenzione comporta spesso l'isolamento affettivo, relazionale, culturale, del soggetto ristretto, contribuendo a sgretolare le relazioni familiari e rendendo particolarmente difficile il mantenimento di rapporti affettivi, in un ambiente, quale quello detentivo, caratterizzato da grandi restrizioni. La letteratura non ha mancato di rilevare i riflessi della esecuzione della pena sui diritti fondamentali della personalità ed, in particolare, della genitorialità. Lo stato detentivo, infatti, impedendo l'esercizio, la pratica e l'esperienza sui quali la genitorialità si fonda, porta i genitori a sperimentare costantemente un sentimento di fallimento e di inadeguatezza. Sono estremamente complesse le interrelazioni che si creano tra dinamiche familiari e fasi della esecuzione penale del soggetto. L'esecuzione della pena detentiva rappresenta, infatti, un momento altamente critico per il detenuto, ma anche per la sua famiglia. Nel nostro contributo ci siamo soffermati solo sulla figura del padre detenuto, tentando con l’aiuto di uno strumento psicodiagnostico preciso e riconosciuto dalla letteratura scientifica in tema di percezione ed autopercezione della propria genitorialità, di misurare e verificare in qualche modo, la percezione e le rappresentazioni che hanno di sé come padri, soggetti ristretti E’ opinione degli autori, alla luce dei risultati della ricerca effettuata in istituti penitenziari di due regioni italiane e grazie alla disponibilità degli operatori e alla sensibilità dei loro dirigenti, che l’esercizio della genitorialità e la sua tutela, nei soggetti ristretti, rappresentino un valore aggiunto nei programmi e progetti di rieducazione e trattamento dei soggetti detenuti.


2017 - La "Costruzione di una Carta Educativa per i Giovani e lo Sport": un progetto di ricerca criminologica fra ambiente e territorio, individui e collettività [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Grattagliano, Ignazio
abstract

La Criminologia, attraverso la ricerca empirica, può fornire un rilevante contributo all'analisi ed all'intervento sui fattori di cambiamento sociale di rilevanza centrale nel nostro tempo e sulle trasformazioni culturali che influenzano l'insorgenza della violenza e del disagio giovanile. In questa prospettiva nella provincia di Modena è stata realizzata una ricerca empirica rivolta all'individuazione di strategie di miglioramento delle condizioni di crescita dei giovani nel loro ambiente, anche in una prospettiva di prevenzione primaria del disagio giovanile, con specifico riguardo al settore delle attività sportive, che riveste oggi un ruolo sempre più rilevante nell'influenzare le condizioni di crescita dei giovani: i risultati della ricerca documentano infatti il legame tra lo svolgimento di attività sportive da parte dei giovani ed il cambiamento di funzioni e di struttura che investe la famiglia ed illustrano la capacità della Criminologia di fornire un concreto e costruttivo contributo agli individui ed alla collettività cui si rivolge.


2016 - Essere Padri in Carcere. Riflessioni su Genitorialità e Stato Detentivo ed una review di letteratura [Articolo su rivista]
Grattagliano, Ignazio; Pietralunga, Susanna; Taurino, Alessandro; Cassibba, Rosalinda; Lacalandra, Giuliana; Pasceri, Maria; Catanesi, Roberto
abstract

Per nessuna delle amministrazioni penitenziarie dell’Unione europea la relazione tra genitori detenuti e figli è una priorità. Eppure tutti inseriscono questo tema nelle loro agende di lavoro. Tutti sostengono che la questione dell’infanzia debba essere affrontata. E questo è un bene, è un progresso. Ma tra il fare di questo problema un tema di riflessione, e farne una priorità nelle scelte di politica penitenziaria, c’è una grande differenza. Il nostro contributo è focalizzato sul ruolo e sul rapporto tra paternità e carcere, trattato dal punto di vista dei padri detenuti e dei figli che, al di fuori delle istituzioni penitenziarie, vivono tutte le contraddizioni di una genitorialità reclusa


2016 - Transizione culturale e nuove forme di disagio giovanile [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Grattagliano, Ignazio; Bologna, Maria; Salvioli, Claudia
abstract

La transizione culturale che nell'attuale momento storico investe i ruoli sociali riguarda anche, ed in primo luogo, i ruoli all'interno della famiglia, con conseguenze rilevanti che si ripercuotono sulla capacità della famiglia ad assolvere alle proprie funzioni quale principale nucleo di appoggio e di gratificazione affettiva in specie nei confronti dei suoi membri minori di età. A ciò si accompagna la crescente rilevanza del fenomeno della disgregazione familiare, I dati relativi all'incidenza delle diverse forme di disagio emotivo, comportamentale e del disturbo mentale negli adolescenti mostrano inoltre come questa fascia di età, contrariamente al passato, stia divenendo progressivamente sempre più vulnerabile. In tale prospettiva questa riflessione, attraverso la ricerca empirica in ambito criminologico, si propone d approfondire le caratteristiche che il disagio minorile oggi assume all'interno dei luoghi di crescita del minore.


2015 - Fatherhood and Incarceration: Primary Results on Parenthood and Imprisonment [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Taurino, Alessandro; Cassibba, Rosalinda; Lacalandra, Giuliana; Pasceri, Maria; Laquale, Gianmichele; Ostuni, Alessio; Petruzzelli, Nicola; Cassano, Anna; Catanesi, Roberto; Grattagliano, Ignazio
abstract

For none of the prison administrations European Union, the relationship between parents and children prisoners is a priority. Yet all fit this theme in their work agendas. All argue that the issue of childhood needs to be addressed. And that's good, is progress. But between making this issue a subject of reflection, and make it a priority in the choice of prison policy, there is a big difference. Our contribution is focused on the role and the relationship between fatherhood and prison, treated from the perspective of fathers and sons detained outside the penal institutions, live all the contradictions of a parenting recluse


2015 - Paternità e Carcere: Primi risultati di una ricerca su Genitorialità e Stato Detentivo [Abstract in Atti di Convegno]
Grattagliano, Ignazio; Pietralunga, Susanna; Taurino, Alessandro; Cassibba, Rosalinda; Lacalandra, Giuliana; Pasceri, Maria; Laquale, Gianmichele; Ostuni, Alessio; Cassano, Anna; Catanesi, Roberto
abstract

Essere padri detenuti rientra nella categoria di genitorialità a rischio, in quanto la condizione di detenzione fa venire meno alcuni aspetti fondamentali dell’esercizio della funzione genitoriale. L’ingresso in carcere interrompe ed altera la natura reciproca dello scambio comunicativo e interattivo genitore-figlio. Un padre detenuto non può esercitare nella pienezza fisica, spaziale e temporale il proprio ruolo di genitore, non essendo nelle condizioni di garantire la trasmissione al/la figlio/a di quel senso di attaccamento, fiducia e sicurezza fondamentale per la sua crescita. Su un ulteriore livello di analisi va considerato che stereotipi e pregiudizi possono contribuire a creare una rappresentazione culturalmente condivisa del detenuto stesso come soggetto incapace di essere un buon genitore. Ciò potrebbe determinare un vissuto di fallimento e di inadeguatezza rispetto alla percezione di sé come padre e rispetto al proprio ruolo genitoriale L’assenza, inoltre, (nella maggior parte dei casi degli individui in stato di detenzione) di modelli di riferimento adeguati, le condizioni iniziali di svantaggio, la povertà di strumenti cognitivi, comunicativi e relazionali disponibili, uniti all’esperienza di un contesto restrittivo quale il carcere, rendono difficile la costruzione e il mantenimento di un legame fra padre-figlio adeguato alle esigenze di sviluppo del minore. Quindi la condizione di detenzione altera: a) la dimensione relazionale genitore-figlio/a; b) la rappresentazione e il vissuto che il soggetto ha come di sé come padre/genitore. Non possono, pertanto, sussistere dubbi sull’importanza di interventi correttivi rispetto a tali dinamiche negative e, sull’importanza di iniziative di supporto ai soggetti detenuti ed alle loro famiglie, fra le quali vi sono ad esempio, la predisposizione di luoghi e tempi per gli incontri tra genitore detenuto e figli, adatti a recuperare e mantenere una continuità di rapporti ed a stabilire e promuovere una responsabilità genitoriale da parte del soggetto recluso. Obbiettivi della ricerca: –Verificare l’auto-percezione del ruolo paterno – Verificare lo stile di attaccamento dei padri in stato di detenzione – Esplorare la relazione tra modalità di auto-percezione del ruolo paterno e pattern di attaccamento dei partecipanti alla ricerca. Metodo: Sono state coinvolte le Direzioni delle Amministrazioni Penitenziarie di due regioni italiane: Puglia ed Emilia Romagna. Sono stati arruolati 150 detenuti di sesso maschile, a cui è stato richiesto il consenso alla ricerca ed a cui è stato somministrato un articolato questionario anamnestico e due strumenti di valutazione delle competenze genitoriali. Strumenti: ASQ- Attachment Style Questionnaire (Feeney, Noller, Hanrahan, 1994) ARP-Questionario sull’Autopercezione del Ruolo Paterno (MacPhee, Benson, Bullock, 1986). Considerazioni Finali: È nota la capacità dei minori di instaurare attaccamenti multipli profondi con persone che, pur non appartenendo alla cerchia familiare ristretta, si dimostrano disponibili e preparati a rispondere ai loro segnali. Da ciò deriva la rilevanza della rete sociale che circonda il minore nel suo processo di crescita ed, in particolare, della rete sociale dei minori che sono figli di genitori detenuti, e ciò anche alla luce dei più recenti orientamenti di politica criminale nel settore dell’esecuzione penale, che spostano sempre più le problematiche derivanti da una detenzione dal ristretto ambito carcerario allo spazio più allargato del territorio. A ciò si associa la correlazione tra il successo di strategie rieducative in carcere ed il mantenimento di una buona relazione tra detenuto figli e famiglia, dal momento che le modalità dell’esecuzione della pena investono con le proprie ripercussioni non solo il soggetto che le subisce ma, in modo altrettanto incisivo, il contesto sociale che lo circonda e la famiglia in primo luogo.


2014 - Da gravi traumi psichici alla violenza [Abstract in Rivista]
Simoni, Ernestina; Salvioli, Claudia; Pietralunga, Susanna; Galliani, Ivan
abstract

Fra le cause eziologiche del comportamento violento, i traumi subiti e le esperienze di vittimizzazione durante l'infanzia possono essere fattori di rischio per comportamenti eteroaggressivi, che possono comparire nel corso dell'adolescenza. Attraverso l'analisi del caso di un minore inserito all'interno del circuito penale psi rifletterà sul problema della programmazione di efficaci interventi di tipo preventivo, educativo e di reinserimento sociale. Un lavoro di rete che preveda l'affiancamento all'intervento dei servizi della giustizia minorile di quello delle agenzie territoriali, può rappresentare uno strumento di riduzione del rischio insito nel passaggio dal sostegno offerto dai percorsi penali alle restituzione del minore al contesto sociale di appartenenza


2013 - Genitorialità in condizioni di rischio: essere padre in carcere [Abstract in Atti di Convegno]
Grattagliano, I.; Taurino, A.; Pietralunga, Susanna; Preti, Elisabetta; Pasceri, M.; Lacalandra, ; G., Cassibba
abstract

Congresso Europeo de l' AEPEA (ASSOCIATION EUROPÈENNE DE PSYCHOPATHOLOGIE DE L’ENFANT ET DE L’ADOLESCENT)


2013 - La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari in rapporto alla paura e alla sicurezza urbana [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Calevro, Valeria; Galliani, Ivan
abstract

Gli AA analizzano alcune tra le molteplici problematiche che attengono alla realizzazione delle nuove strutture deputate alla gestione degli internati dopo la chiusura degli attuali OPG.


2013 - La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari in rapporto alla paura ed alla sicurezza urbana [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Calevro, Valeria
abstract

Congresso Nazionale SIC


2013 - La genitorialità reclusa: essere padri in carcere [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Grattagliano, I.; Taurino, A.; Preti, Elisabetta; Pasceri, M.; Cassibba, R.
abstract

Essere padri detenuti rientra nella categoria di genitorialità a rischio, in quanto la condizione di detenzione fa venire meno alcuni presupposti fondamentali dell’esercizio della funzione genitoriale. Il genitore dovrebbe riuscire trasmettere al bambino fiducia nelle sue capacità di crescita perché il bambino si nutre di questo e non di tutte le cose che gli possono essere date materialmente (Bouregba, 2004)1. Per i detenuti, la famiglia, molto spesso, costituisce la più importante fonte di speranza, benessere e legame con l’esterno (Magaletta, Herbst, 2001)2. Ma l'ingresso in carcere interrompe ed altera la natura bidirezionale e reciproca dello scambio comunicativo e interattivo genitore-figlio. Un padre detenuto non può esercitare nella contiguità fisica, spaziale e temporale il ruolo di genitore. Va inoltre considerato che stereotipi e pregiudizi possono contribuire a creare una rappresentazione culturalmente condivisa del detenuto come soggetto incapace di essere un buon genitore, e ciò potrebbe determinare, nei soggetti in questione, un vissuto di fallimento e di inadeguatezza rispetto alla percezione di sé come padre e al proprio ruolo (Cassibba, Luchinovich, Montatore, Godelli, 2008)3. Inoltre l’assenza di modelli di riferimento adeguati, le condizioni iniziali di svantaggio, la povertà degli strumenti cognitivi, comunicativi e relazionali disponibili, uniti all’esperienza di un contesto restrittivo quale il carcere, rendono difficile la costruzione e il mantenimento di un legame fra padre-figlio adeguato alle esigenze di sviluppo del minore e stabile nel tempo (Cassibba et al, op cit, 2008). Sulla base di tale impostazione teorico-concettuale, l'obiettivo del presente contributo è quello di presentare i dati preliminari di una ricerca che ha visto la collaborazione tra l'Università di Bari e di Modena e Reggio Emilia, coinvolgendo nel contempo le amministrazioni penitenziarie delle due rispettive regioni, con lo scopo di indagare l'auto-percezione del ruolo paterno in padri in stato detentivo, esplorando nel contempo la relazione tra tale forma di auto-percezione e lo stile di attaccamento dei partecipanti alla ricerca. Dal punto di vista metodologico, per la misurazione delle variabili in oggetto sono stati utilizzati l'Attachment Style Questionnaire- ASQ (Feeney, Noller e Hanrahan, 1994) e il questionario sull'Auto-percezione del Ruolo Paterno (Harter, 1982).


2012 - Differenze di genere e trattamento risocializzativo: la particolare condizione delle donne parenti di collaboratori di giustizia [Abstract in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Preti, Elisabetta; Pasceri, M.
abstract

La presente riflessione si inserisce tra gli studi volti ad analizzare l'incidenza negativa della condizione detentiva sulla donna. Le ricerche in materia hanno evidenziato l'esistenza di una differenza di genere che caratterizza l'esperienza detentiva, connessa a un differente percorso di socializzazione, al diverso ruolo sociale e all'investimento emotivo e alla responsabilità affettiva nei confronti dei familiari che caratterizza il ruolo genitoriale materno. La riflessione scientifica in questo ambito si è finora focalizzata principalmente sull'incidenza della detenzione sulla dimensione della genitorialità, sui figli minori e sull'ambiente familiare (Pietralunga et al. 1991, 1992, Luzzag01996, Cassibba et al. 2008, Monti et al. 2001), evidenziando come la percezione della maternità si caratterizzi da una parte per il ricorso a strategie difensive, quali la razionalizzazione e l'idealizzazione, volte a proteggere dalla lontananza dai figli e dal carico di dolore che la detenzione comporta, dall'altra per un alto grado di sofferenza (più o meno celato) riguardo al proprio ruolo materno, Peraltro è emerso come il disagio vissuto dai figli, oltre a riflettersi sulla dimensione psicologica individuale (con sentimenti di solitudine, paura, preoccupazione e confusione) e relazionale (difficoltà scolastiche e di relazione), possa comportare ritardo nello sviluppo psicofisico, comportamenti aggressivi e antisociali. Il presente studio si propone di analizzare l'incidenza del fattore di genere sulla condizione detentiva in un particolare campione di detenute, allocate in sezione protetta in relazione alla parentela con collaboratori di giustizia Il regime di protezione per questa particolare categoria di soggetti implica non solo l'esclusione dai benefici penitenziari connessi alla condizione di collaboratore di giustizia (L. 354/1975, art. 13ter DL. 8/1991, art. 16nonies L. 45/2001), ma anche l'impossibilità di usufruire delle opportunità trattamentali alle quali hanno accesso le detenute comuni (colloqui con i familiari, telefonate, etc.) L'ipotesi di ricerca, maturata sulla base dell'analisi della letteratura in materia e dell'esperienza professionale in ambito penitenziario degli AA , si propone di verificare la presenza e le caratteristiche di un'incidenza negativa specificamente correlata al genere in tale particolare tipologia di detenzione sulla dimensione psicologica individuale, sul ruolo genitoriale e familiare, con particolare riferimento all'omologo maschile (detenuto in sezione protetta in relazione alla parentela con un collaboratore di giustizia) e alle detenute comuni. Lo studio delle variabili connesse alle differenze di genere nello stato detentivo e alla condizione di parentela di un collaboratore di giustizia appare di fondamentale importanza per la strutturazione di programmi trattamentali idonei al reinserimento di questa particolare categoria di detenute.


2011 - Arresto del minore e sua rilevanza sul percorso trattamentale [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Salvioli, C.; Galliani, Ivan
abstract

**


2010 - Reati violenti commessi da minorenni. La 'vulnerabilità biologica, psichica e sociale del minore' [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Salvioli, C.; Galliani, Ivan
abstract

la riflessione si incentra sull'analisi del minore autore di reati violenti, con particolare riferimento alla commissione di violenze di carattere sessuale. attraverso i risultati di una ricerca -realizzata attraverso i dati relativi ai minori trattati al Centro di Giustizia minorile della regione Emilia Romagna ed in particolare presso il centro di prima accoglienza- gli autori svolgono un'analisi del fenomeno sotto il profilo criminogenetico e criminodinamico con un approccio che provilegia, in una prospettiva multifattoriale e relazionale, l'analisi delle dinamiche familiari all'interno delle quali essa assume oggi rilevanza in sede giurisdizionale


2009 - La formazione del volontariato penitenziario [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna; C., Rossi
abstract

Il lavoro analizza il problema della formazione del volontariato che opera all’interno delle strutture penitenziarie, gravato da difficoltà di carattere organizzativo e strutturale che sono tipiche dell’istituzione totale ma di essenziale importanza nella prospettiva, voluta dal legislatore della riforma penitenziaria, di dare attuazione al percorso di reinserimento sociale del detenuto attraverso la concretezza dei legami fra questi e la comunità esterna.


2009 - L’operatore penitenziario. Aspetti deontologici. [Monografia/Trattato scientifico]
Galliani, Ivan; Pietralunga, Susanna
abstract

Negli istituti penitenziari roteano oltre trenta professionalità diverse, alcune di loro portatrici di istanze opposte, è difficile un discorso che adegui il comportamento dei singoli operatori, tra rapporto con il singolo utente e obbligo di rispettare le norme che regolano l’istituzione


2009 - il ruolo degli operatori penitenziari con particolare riferimento agli aspetti deontologici [Capitolo/Saggio]
Galliani, Ivan; Pietralunga, Susanna
abstract

si rappresentano gli aspetti etico deontologici e deontologico normativi connessi alla figura dell'operatore penitenziario, così come gli eventuali i profili di responsabilità professionale


2008 - Editoriale La perizia in tema di circonvenibilità e la “arte maga” [Articolo su rivista]
Galliani, Ivan; Pietralunga, Susanna
abstract

Il lavoro analizza alcuni mutamenti del costume e della cultura sociale caratteristici dell’attuale momento storico, espressione della marcata transizione culturale in atto alla quale si possono correlare situazioni di disorientamento su cui si innestano condotte di abuso della credulità e di esercizio di poteri di suggestione, fenomeni di crescente rilevanza sul piano quantitativo e crescente complessità sul piano fenomenologico


2007 - Consumo di sostanze stupefacenti, di alcool e di tabacco da parte degli adolescenti e relazioni parento-filiali: interventi di prevenzione in Italia [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna
abstract

Nell’ambito della tematica delle relazioni fra l’emergenza del disagio minorile ed i rapporti genitori/figli, nonché dei legami fra il disagio giovanile e gli stili educativi familiari, il lavoro studia le problematiche dell’induzione dei giovani al consumo di sostanze voluttuarie e stupefacenti, anche nella prospettiva della messa a punto di strategie di prevenzione primaria.


2007 - I ruoli parentali tra istanze innovative e fattori di resistenza al cambiamento [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna
abstract

All’interno del vasto fenomeno dei mutamenti socio-culturali che caratterizzano l’attuale momento storico, il lavoro analizza il fenomeno del cambiamento strutturale e funzionale della famiglia, che investe le tematiche dei ruoli sociali dei soggetti, della strutturazione dell’identità nella dinamica fra l’autopercezione e l’eteropercezione, della capacità della famiglia di continuare a svolgere la propria funzione quale agenzia di socializzazione e di controllo sociale.


2007 - Il reinserimento sociale del detenuto e la partecipazione della comunità civica: modelli di intervento [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; C., Rossi; Sgarbi, Chiara
abstract

All’interno della tematica della devianza e della risocializzazione dell’autore di reato, il lavoro si sofferma sui contenuti e sui confini dell’intervento svolto, in ambito penitenziario, dagli operatori “volontari’ (artt. 17 e 78 l. n° 354/75), con specifico riguardo agli aspetti di carattere etico e deontologico che vi si correlano, e che discendono dall’evidente delicatezza e complessità del contesto in cui si svolgono, dell’esecuzione della pena detentiva.


2007 - L’infanticidio, tra psicologia e profili probatori [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna
abstract

La riflessione svolta, a partire dal mutamento di valori e di modelli di riferimento che è sovente all’origine di forme di disagio le quali, a loro volta, possono sfociare in condotte devianti e/o antinormative, si sofferma in particolare sulle condotte di figlicidio, espressione di difficoltà individuali che gravano in particolare sulla donna, e che dal settore socio-economico spaziano sempre più frequentemente nell’ambito delle difficoltà relazionali che si verificano in primo luogo nell’ambito della coppia ma anche, in generale, nel tessuto sociale.


2005 - La rilevanza delle dinamiche di gruppo nella valutazione dell’imputabilità del minorenne [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Galliani, Ivan
abstract

Il lavoro analizza la tematica della devianza minorile con specifico riguardo all’incidenza delle dinamiche di gruppo, ed è incentrato sull’analisi delle relazioni del minore con il gruppo dei pari, anche nella prospettiva della valutazione dell’incidenza delle dinamiche di gruppo sulla struttura psichica del soggetto e sulla commissione di atti antinormativi


2003 - Il ruolo degli operatori penitenziari con particolare riferimento agli aspetti deontologici [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna; Galliani, Ivan
abstract

Gli AA. analizzano il tema degli aspetti etico-deontologici nel rapporto tra operatore penitenziario e detenuto, materia a tutt’ora profondamente radicata nell’esperienza individuale e nella fenomenologia di tali tipi di incontro professionale.Si rileva, in questo settore, una crescente difficoltà ad individuare precise norme di comportamento, sia per la contraddittorietà implicita nella “duplice committenza” (detenuto-amministrazione penitenziaria e/o magistratura di sorveglianza), sia per la composizione mista dei servizi, che pone a confronto figure professionali differenti sia in rapporto ai ruoli che agli statuti deontologici.L’obiettivo della riflessione è quello di individuare, nell’ambito del mandato istituzionale che incombe su tali operatori, delle aree in cui l’adesione del detenuto si esprima non soltanto come “assenso passivo”, ma come mandato individuale nell’ambito di un rapporto deontologicamente corretto.


2003 - Percezione di ruolo materno e carcere [Articolo su rivista]
A., Luzzago; W., Bolognesi; DE FAZIO, Giovanna Laura; W. C., Donini; Pietralunga, Susanna
abstract

La ricerca tende a valutare quanto e come la carcerazione possa modificare la percezione della donna sia in ordine al proprio ruolo materno, che relativamente alle altre figure familiari significative (figlio, partner, madre). A tal fine sono stati utilizzati un questionario e cinque schede impostate in base alla tecnica del differenziale semantico di Osgood. L'analisi dei risultati suggerisce l'opportunità di interventi di sostegno a favore della donna, anche in vista della deistituzionalizzazione, atti a ricollocare in una dimensione realistica la percezione di sé e quella delle altre figure familiari, percezione che la carcerazione tende a distorcere ed appiattire.


2002 - Aspetti metodologici ed operativi in un'esperienza di ricerca criminologica condotta nell'ambito della Comunità europea in tema di relazioni familiari e disagio minorile [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna
abstract

Nella prospettiva detta metodologia della ricerca in criminologia, l'A. espone l'esperienza maturata nel campo della ricerca in ambito internazionale, con specifico riguardo al rapporto tra relazioni familiari e l'emergenza di disagio minorile. Vengono così presentati e discussi i risultati di ricerche dì carattere empirico svolte congiuntamente da ricercatori di Paesi europei (Austria, Francia, Italia, Portogallo, Spagna) dal 1996 al 2002, nelle quali si è evidenziata l'esigenza di utilizzare strumenti di valutazìone che tengano conto anche dell'ottica relazionale e sistemica, indispensabile netta comprensione di dinamiche composite quali quelle che caratterizzano il gruppo familiare nell'attuale struttura sociale.


2002 - L'operatività criminologica in ambito penitenziario [Relazione in Atti di Convegno]
DE FAZIO, Giovanna Laura; Pietralunga, Susanna
abstract

La Criminologia svolge in sede di esecuzione penitenziaria un ruolo che si è man mano delineato in esito alla riforma di cui alla l. 354/75. Si tratta di un ruolo al quale concorrono i criminologi, insieme agli psicologi, ai fini dell'osservazione e del trattamento dei detenuti e degli internati sottoposti a misure di sicurezza detentive. in oltre 20 anni di operatività professionale degli esperti ex art. 80 L.354/75 il ruolo al quale si sta accennando si è delineato ma non è stato ancora oggetto di definizione. Numerosi Autori hanno apportato contributi di idee e di esperienze al riguardo, ma il problema si pone oggi in una luce nuova, con riferimento al passaggio della Medicina penitenziaria nell'ambito dell'S.S.N.. Per effetto di tale passaggio, che è ancora in fase di studio e di teorizzazione modelli operativi presso gli Assessorati Regionali alla Sanità, è prevedibile che verranno introdotte negli istituti penitenziari le prassi psicoterapeutiche, come è avvenuto negli altri paesi, ad esempio in Francia. Per quanto riguarda l'attività degli esperti ex art. 80 L.354/75, non è ancora stato definito il problema dell'inserimento o meno nell'ambito delle attività assistenziali ed anzi ci si trova di fronte ad orientamenti contrstanti al riguardo. Tuttavia, qualunque possa essere la collocazione istituzionale degli "esperi", non v'è dubbio che si porrà il problema della loro integrazione in ambito terapeutico, con particolare riguardo alla formulazione di modelli operativi volti a "coniugare" le finalità del trattamento e del recupero sociale con le finalità proprie degli interventi psicoterapici. Ciò è del resto avvenuto nell'ambito operativo dell'attività dei Sert negli istituti penitenziari, realizzando un'integrazione tra personale del S.S.N. e personale dell'Amministrazione Penitenziaria. Quanto sopra suggerisce l'opportunità di una riflessione che concerne ad un tempo metodi di ricerca e metodi operativi nel settore della Criminologia in ambito penitenziario.


2001 - Editoriale.Per una deontologia del rapporto operatore-detenuto [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Galliani, Ivan
abstract

Gli A.A. svolgono una riflessione sugli aspetti etico-deontologici nel rapporto tra operatore penitenziario e detenuto, problematica verso la quale si registra un crescente interesse ma caratterizzata altresì dalla difficoltà ad individuare norme precise di comportamento.Partendo dal presupposto della consapevolezza che in tale rapporto si scontano aspetti di contraddittorietà che derivano dalla "duplice committenza" (detenuto-amministrazione penitenziaria e/o magistratura di sorveglianza) nell'intervento dell'esperto, ed aspetti di complessità per la composizione mista dei servizi, formati da diverse figure professionali, gli A.A. analizzano le possibili aree in cui l'adesione del detenuto si esprima come mandato individuale nell'ambito di un rapporto deontologicamente corretto.


2001 - Family: the Challenge of Prevention of Drug Use [Monografia/Trattato scientifico]
Pietralunga, Susanna; F., Mendes; A., Relvas; A., Olaio; M., Rovìra; G., Broyer; K., Borhn; J. L., Recio
abstract

Everyone more and more acknowledges the importance of the family involvement in primary prevention of drug addiction. Families and society face challenges imposed both by new economic, cultural and social realities, and by the demands of a society in constant evolution and transformation, where all is questioned and discussed. Parents, educators and children are confronted with new and different situations, for which they do not have answers, due to their own incapacity or to the lack of references, models or orientations. This is the source of the hardship adapting to new ways of perceiving and living life.This book is a review of family prevention programs carried out in five European countries (Austria, Italy, France, Portugal, and Spain). This work reinforces IREFREA’s commitment to studying and understanding the role played by family in regards to drug consumption. The knowledge and the evaluation of the different family prevention programs reviewed we hope will help to understand strategies to prevent drug use/abuse, the active involvement of all members of the family in the process and the applicability of prevention programmes at different moments of the family life cycle.


2001 - Primary prevention inititives in family contexts: the changing family [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna
abstract

Il lavoro si propone l'analisi del mutamento che sta attualmente investendo la famiglia in Italia, con riguardo ai diversi momenti che costituiscono il "ciclo vitale " di quest'ultima. In tale ottica vengono esaminate le differenti fasi della costituzione del nucleo e della sua evoluzione dinamica, attraverso l'analisi dei cambiamenti che in esse sì registrano sul piano culturale, nonché dei fattori che facilitano il passaggio dal cambiamento al conflitto, nell'obiettivo di individuare i fattori rilevanti ai fini della strutturazione delle iniziative di prevenzione primaria.


2000 - Difficoltà interpretative e prospettive di evoluzione nella recezione giurisprudenziale della diagnostica psichiatrico-forense [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna
abstract

L'A. analizza il percorso compiuto dalla giurisprudenza sulla problematica della rilevanza, sulla capacità di intendere e di volere, dei disturbi psichici che non rientrano in un quadro psicopatologìco nosografìcamente inquadrabile in una patologia maggiore.Vengono esaminate, in tal senso, posizioni interpretative che realizzano una adeguata combinazione del criterio c.d. "diagnostico" (primario), con il criterio "valutativo" (secondario), ossia che recepiscono una metodologia della perizia psichiatrico-forense rispondente alla particolare ottica che tale valutazione assume rispetto agli altri settori di intervento medico-legale. Si osserva, pertanto, come tale indirizzo consenta di realizzare l'esigenza, nella perizia psichiatrica, di una dimensione criminologica nonché dell'applicazione di una corretta metodologia medico-legale.


2000 - La legislazione a tutela del minore: una lettura critica. [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna
abstract

Il lavoro costituisce una riflessione circa la posizione che la legge n° 66 del 1996, in tema di "Norme contro la violenza sessuale", riveste nell'evoluzione legislativa in tema di tutela penale del minore in materia sessuale. Tale disciplina normativa presenta, infatti, non pochi aspetti di problematicità sia in rapporto al modello legislativo adottato, sia per aspetti di carattere sostanziale che attengono soprattutto al profilo dell'esigenza di tassatività della norma penale.In tal senso, viene evidenziata l'importanza di un corretto bilanciamento fra le esigenze di tempestività ed efficacia perseguite dalla nuova normativa, con la salvaguardia delle cautele essenziali ad evitare lesioni di diritti e libertà individuali, nella prospettiva garantistica che è propria del diritto penale, al quale non può essere demandata in foto la funzione di strumento di controllo sociale.


1999 - Family Relationship and Primary Prevention of Drug Use in Early Adolescence [Monografia/Trattato scientifico]
Pietralunga, Susanna; F., Mendes; A. P., Relvas; M., Lourenco; J. L., Reccio; G., Broyer; M. H., Bussac; A., Calafat; P., Stocco
abstract

European culture contains within itself a great preventive potential because of its organization, social structure, culture, family organization and a continuing humanist conception and solidarity, but this potential has not been used to decrease the consumption of licit and illicit substances, that continue to increase in our societies. Also, the non-existence or the lack of objectivity on the evaluation of preventive interventions, difficult the development of primary prevention policies.Considering all the available information, a priority is to develop a policies within the families, which presupposes an intervention at different moments of children’s growth and development (from childhood to adolescence), which trains parents in the development of behavioural skills and finally includes an educational component for parents with information about substances, for them and their children.


1996 - Considerazioni preliminari ai fini di una sistematica criminologica del figlicidio [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna
abstract

L'A. analizza la tematica dei reati di uccisione del figlio alla luce di differenti, recenti approcci teorici ed interpretativi che, successivamente agli anni '60, sono stati chiamati in causa in rapporto ai disturbi della corretta instaurazione e dello sviluppo della relazione madre-bambino.Fra questi, in particolare, vengono analizzati i modelli interpretativi proposti dalle teorie sul processo di attaccamento, sul modello transazionale nonché dall'approccio psicodinamico, in rapporto ai risultati di indagini empirìche relative a prosciolte per tale reato e nella prospettiva dello sviluppo di strategie di prevenzione.


1996 - Sessualità e diritto. Atti Congressuali del XXXII Congresso Nazionale detta Società italiana di Medicina legale e dette assicurazioni e del XIV Convegno di Criminologia e Psichiatria forense [Curatela]
F., De Fazio; Galliani, Ivan; DE FAZIO, Giovanna Laura; Pietralunga, Susanna; E., Silingardi; P., Zavatti
abstract

Il volume è diviso in quattro parti, la prima delle quali attiene al tema generale "Sessualità e diritto", che viene esaminato in rapporto agli aspetti della ricerca, del controllo e della soppressione della fertilità, detta patologia materno fetale e delle sue problematiche medico-legali, del transessualismo, della criminalistica medico-legale nei reati a presunta valenza sessuale, detta valutazione medico-legale del danno alla funzione sessuale edotta capacità di procreare.Nelle partì successive vengono analizzati, in un'ottica multi ed inter-disciplinare, i rapporti tra il progetto di riforma del codice penale presentato nel 1995 e la Medicina legale, la problematica del danno biologico ed il tema del ruolo della Medicina legale nel nuovo sistema previdenziale.


1995 - Le urgenze psichiatriche in ambito penitenziario [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. sottolineano come nel settore penitenziario l’intervento psichiatrico d’urgenza presenti caratteristiche e problemi del tutto peculiari in rapporto alla specificità delle situazioni esistenziali e delle relazioni interpersonali tra detenuti ed operatori penitenziari. In particolare, si segnala come a fronte dei differenziati servizi introdotti nell’area del trattamento dagli interventi legislativi succedutisi nell’ultimo quindicennio, l’attivazione nelle situazioni di emergenza di tali diverse figure professionali possa essere sovente tardiva e talvolta finisca per rivelarsi scarsamente funzionale.Ciò rimanda al problema della preparazione professionale specifica sia degli esperti deputati a tali forme di intervento, sia dei dirigenti dell’Amministrazione penitenziaria e del personale di Polizia penitenziaria, la quale dovrebbe comprendere anche la gestione della situazione di crisi e la correlata esigenza di un intervento psichiatrico produttivo.


1994 - Dimensione criminologica e vittimologica del reato del reato di circonvenzione di persone incapaci [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. esaminano la disciplina normativa dettata dall’art. 643 c.p. in tema di “Circonvenzione di persone incapci”, sottolineando come essa sia attualmente oggetto di un rinnovato interesse alla luce del carattere sempre più sottile e sofisticato delle forme di interazione e coazione che caratterizzano i rapporti interpersonali e, talvolta, anche le dinamiche di gruppo.In particolare essi si soffermano sull’analisi della nozione di “deficienza psichica”, evidenziando come, a fronte del raggiungimento di una posizione abbastanza concorde – anche se generica – da parte della giurisprudenza, essa presenti rilevanti difficoltà sotto il profilo tecnico-psicchiatrico forense, a seguito delle quali si sono registrati, da parte della letteratura specialistica, numerosi tentativi di approfondire nuovi settori di indagine.Gli AA. concludono rilevando l’importanza del contributo che l'analisi criminologica potrebbe fornire, in chiave di comprensione ed interpretativa, in rapporto alla fattispecie normativa dell’art. 643 c.p., tenuto conto che la nozione di “deficienza psichica” rimanda esplicitamente alla valutazione di una dinamica individuale relazionale a acarattere psicologico, non patologico, realizzatasi mediante una condotta criminale.


1994 - Dimensione criminologica e vittimologica del reato di circonvenzione di persone incapaci [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. esaminano la disciplina normativa dettata dall’art. 643 C.P. in tema di “Circonvenzione di incapaci”, e ne sottolineano la rilevanza anche dal punto di vista vittimologico.Viene sottolineato come, a seguito della problematicità relativa all’individuazione del contenuto della nozione di “deficienza psichica”, in campo processuale e peritale si siano registrati numerosi tentativi di approfondire nuovi settori di indagine da parte della letteratura psichiatrico-forense.Gli AA. concludono sottolineando l’importanza del contributo che l’analisi criminologica potrebbe fornire in chiave di comprensione ed interpretativa in rapporto alla fattispecie normativa dell’art. 643 C.P., tenuto conto che la nozione di “deficienza psichica” rimanda esplicitamente alla valutazione di una dinamica individuale relazionale a carattere psicologico, non patologico, realizzatasi mediante una condotta criminale.


1994 - Le condizioni di applicabilità dell’affidamento in prova al servizio sociale, ovvero l’incerto “valzer” della disciplina dell’esecuzione penale [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna
abstract

Attraverso l’analisi di una sentenza della Corte Costituzionale in tema di affidamento in prova del condannato militare, l’A. esamina l’evoluzione e l’alternanza di orientamenti legislativi ed interpretativi che si sono succeduti in rapporto a tale istituto, in termini non sempre univoci nè coerenti soprattutto alla luce della recente riforma legislativa antimafia.Se, dunque, la pronunzia esaminata appare rilevante poichè sembra voler imprimere una spinta nella direzione di un recupero della valenza personalistica e risocializzativa della misura, il quadro generale continua ad essere caratterizzato dalla accentuata difficoltà interpretativa che deriva dalla successione di alterni ed incerti input sia sul piano giurisprudenziale che legislativo.


1994 - The Discipline of Imputability and Penal Responsibìlity in the Reform of the Italian Penal code [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. illustrano e discutono, in una prospettiva di diritto comparato, le problematiche poste dalla disciplina normativa sull'imputabilità in rapporto alla minore età, all'uso di sostanze alcooliche o stupefacenti ed alla presenza di un vizio totale o parziale di mente. In particolare vengono analizzati gli aspetti legati alle difficoltà di utilizzazione in sede processuale degli elaborati peritali, con specifico riguardo alle problematiche di carattere trattamentale concernenti il reinserimento sociale degli autori di reato.


1993 - La circonvenzione di persone incapaci: una fattispecie “futurista”. [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. nel commentare una sentenza della Corte di Cassazione in tema di circonvenzione di persona incapaci, esaminano la fattispecie disciplinata dall’art. 643 C.p. sottolineando come essa sia attualmente oggetto di un rinnovato interesse alla luce del carattere sempre più sottile e sofisticato delle forme di interazione e coazione che caratterizzano i rapporti interpersonali e, talvolta, anche le dinamiche di gruppo.In particolare essi si soffermano sull’analisi della nozione di “deficienza psichica”, sottolineando come a fronte del raggiungimento di una posizione abbastanza concorde, anche se generica, da parte della giurisprudenza, essa presenti rilevanti difficoltà sotto il profilo tecnico-psichiatrico forense.


1993 - Modello strutturale e prassi operativa della sezione "Arcobaleno" [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. relazionano circa il modello strutturale e l’operatività di una sezione sperimentale per tossicodipendenti creata all’interno del carcere di Torino- Le Vallette.


1993 - Problematica medico-legale dell'impotenza [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.; Beduschi, G.
abstract

Il lavoro esamina preliminarmente gli ambiti giuridici nel contesto dei quali si colloca la tematica della impotenza, sottolineando in particolare modo le modificazioni che sono state introdotte dalla mutata normativa relativa al matrimonio, sia nel campo del diritto civile che in quello del diritto canonico.Dal punto di vista medico-legale, gli AA. evidenziano come la valutazione della impotenza assuma connotazioni del tutto differenti in rapporto ai diversi ambiti giuridici. Vengono in particolare richiamate le problematiche scientifiche che si pongono in campo assicurativo e nel settore della responsabilità civile, posto che, in aderenza all’evoluzione della dottrina medico-legale e della giurisprudenza, la valutazione del c.d. danno sessuale assume una collocazione diversa rispetto al passato.


1993 - Riflessioni preliminari su un progetto di attuazione delle sezioni speciali per detenuti tossicodipendenti [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Riflessioni preliminari su un progetto di attuazione delle sezioni speciali per detenuti tossicodipendenti.


1993 - Riflessioni preliminari su un progetto di attuazione delle sezioni speciali per i detenuti tossicodipendenti. [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. effettuano alcune riflessioni sulle previsioni legislative del Decreto Ministeriale del 10 maggio 1991 concernenti la creazione di strutture penitenziarie specificamente dedicate alla esecuzione di pena detentiva inflitta a persona tossicodipendente, strutture intese quale strumento per un trattamento risocializzativo che tenga conto delle particolari problematiche legate alla condizione di tali soggetti.Essi sottolineano come l’attuazione di tali previsioni legislative presupponga una radicale modificazione delle strutture carcerarie esistenti oltre a necessitare dell’intervento e del raccordo con gli enti territoriali.


1993 - Ubriachezza e responsabilità penale nel nuovo C.P. francese. Nota II [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. affrontano il problema dei rapporti tra ubriachezza e responsabilità penale alla luce dei mutamenti intervenuti nella legislazione francese a seguito dell’introduzione del nuovo C.P.In particolare essi cercano di individuare i possibili riflessi dell’applicazione delle nuove previsioni normative disciplinanti la responsabilità penale sulla regolamentazione dei reati commessi sotto l’azione di sostanze alcoliche o stupefacenti.


1993 - Ubriachezza e responsabilità penale nel nuovo c.p. francese. [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Il problema dei rapporti tra imputabilità e consumo di sostanze alcooliche o stupefacenti in Francia si caratterizza da tempo, per essere denso di incertezze derivanti principalmente dalla mancanza di previsioni normative specifiche che disciplinino i reati commessi sotto l’azione di tali sostanze. Ciò ha comportato l’instaurarsi di una prassi giurisprudenziale orientata verso posizioni abbastanza restrittive, tendenti a negare che l’ubriachezza possa escludere la responsabilità penale. Il problema riacquista nuova attualità in rapporto alla imminente entrata in vigore del nuovo c.p. francese, prevista per l’1 settembre 1993, che ha modificato la normativa dell’imputabilità. Occorrerà dunque analizzare le modificazioni indotte dalla nuova disciplina normativa, il cui orientamento di politica criminale acquista particolare interesse, nell’attuale momento storico, in una prospettiva comparata, con particolare riferimento al nostro paese, nel quale l’ipotesi di riforma del c.p. vigente è diventata più concreta a seguito dell’emanazione di uno schema di legge al Governo.


1993 - Verifica della funzionalità degli strumenti deflativi del penitenziario costituiti dalle misure alternative alla detenzione pre/post giudizio per tossicodipendenti. [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna
abstract

L’A. espone i risultati del primo livello di elaborazione di una indagine empirica, concernente l’approfondimento e la comprensione delle dinamiche sottese ai rapporti che intercorrono fra istituzione penitenziaria e comunità terapeutiche per tossicodipendenti.L’indagine è fondata sulla elaborazione, tramite la compilazione di moduli di rilevazione preventivamente strutturati, di dati ed esperienze forniti da un campione costituito dai responsabili e dagli operatori delle totalità delle comunità convenzionate con i SERT delle città di Parma e Modena. La ricerca ha fornito indicazioni complesse ed articolate, che chiamano in causa i meccanismi di carattere normativo imposti da tali misure, nonché le difficoltà applicative che discendono dalla particolare condizione giuridica, situazionale e relazionale del tossicodipendente detenuto, il trattamento del quale (in ambito intra ed extra-penitenziario) investe problematiche che attengono anche, ed in primo luogo, alle scelte di politica sociale.


1992 - L'incidenza negativa della detenzione dei genitori sui figli. Nota 2: situazioni di disadattamento in rapporto alle caratteristiche dei genitori e del nucleo [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.
abstract

Il lavoro riporta i risultati delle correlazioni fra aspetti disadattivi dei figli e caratteristiche dei genitori, e più in generale del nucleo, ove uno o più genitori abbiano subito detenzione.Si evidenzia l’opportunità di una politica sociale volta ad affrontare la problematica delle famiglie, e soprattutto dei figli, di detenuti, in un’ottica di prevenzione primaria, piuttosto che a posteriori, dopo l’emergenza di aspetti disadattivi.


1992 - La diagnostica psichiatrico forense nella giurisprudenza italiana [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.
abstract

Prendendo spunto da due sentenze della Corte di Cassazione del 1990 si affronta il problema dell’accertamento della imputabilità in caso di alterazioni psichiche non rientranti in un quadro psicopatologico nosograficamente inquadrabile in una patologia maggiore (psicosi).La complessità dei problemi psichiatrici connessi alla diagnostica di tali quadri si riflette sia sulla ambiguità della terminologia, recepita da numerose pronunzie giurisprudenziali, sia sul piano contenutistico stesso. Ciò favorisce l’accoglimento, sul piano giurisprudenziale, di impostazioni culturali la cui utilizzazione in campo psichiatrico forense suscita qualche perplessità, ed una notevole difformità delle pronunzie in casi apparentemente piuttosto simili.Anche in rapporto alla introduzione del nuovo C.P.P., che impone la discussione orale, si auspica l’uso di una terminologia diagnostica universalmente riconosciuta, tale da rappresentare una premessa chiara ala successiva valutazione psichiatrico forense, operazione che richiede un approccio metodologico ovviamente più complesso e specifico.


1992 - La prevenzione primaria nei confronti delle tossicodipendenze tra informazione ed educazione [Articolo su rivista]
A., Luzzago; Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. prendono in considerazione il problema della prevenzione primaria nei confronti del fenomeno della tossicodipendenza. A tale scopo assumono come punto di partenza una ricerca che è stata svolta presso l’Istituto di Medicina Legale di Modena, la quale documenta che i giovani hanno, nei confronti del fenomeno delle tossicodipendenze, una percezione sovente confusa e stereotipata. Ciò da ragione del perché una corretta opera di informazione in questo settore debba essere rivolta non tanto ai giovani, quanto ai loro educatori naturali. Soltanto questi, infatti, nel contesto di interventi più genericamente educativi, potranno favorire una conoscenza non stereotipica ma problematizzata, e pertanto più realistica del problema.


1991 - L'incidenza negativa della detenzione dei genitori sui figli [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.; Solera, P.
abstract

Il lavoro riferisce i primi dati, emersi dalla analisi delle frequenze, di una ricerca volta a valutare l’incidenza, sul piano psicologico e comportamentale, della carcerazione di uno o di entrambi i genitori sui figli, con particolare riguardo all’eventuale ruolo criminogenetico di tale evento.Il campione al quale i lavori fanno riferimento, è relativo ad 83 nuclei familiari e concerne un totale di 175 soggetti, che sono stati assistiti dai Servizi sociali dell’U.S.L. n. 16 di Modena negli anni dal 1983 al 1986.Per quanto concerne i genitori, sono stati presi in esame elementi biografici-anamnestici, elementi relativi alle caratteristiche di personalità, e dati attinenti ai rapporti interpersonali ed alle carriere delinquenziali.Per quanto concerne i figli, sono state prese in esame varie possibili risposte disadattive (dal ritardo di sviluppo, al disadattamento scolastico, alla reazione deviante), che sono state successivamente correlate con i dati relativi ai genitori e con quelli concernenti l’assetto familiare.Si è inoltre tenuto conto delle varie forme di intervento attuate dai Servizi, valutate in un’ottica sia assistenziale che preventiva.


1991 - il minore e il suo nucleo familiare in rapporto alla detenzione del genitore [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.
abstract

Il lavoro riferisce i primi dati, emersi dalla analisi delle frequenze, di una ricerca volta a valutare l’incidenza, sul piano psicologico e comportamentale, della carcerazione di uno o di entrambi i genitori sui figli, con particolare riguardo all’eventuale ruolo criminogenetico di tale evento.Il campione al quale i lavori fanno riferimento, è relativo ad 83 nuclei familiari e concerne un totale di 175 soggetti, che sono stati assistiti dai Servizi sociali dell’U.S.L. n. 16 di Modena negli anni dal 1983 al 1986.Per quanto concerne i genitori, sono stati presi in esame elementi biografici-anamnestici, elementi relativi alle caratteristiche di personalità, e dati attinenti ai rapporti interpersonali ed alle carriere delinquenziali.Per quanto concerne i figli, sono state prese in esame varie possibili risposte disadattive (dal ritardo di sviluppo, al disadattamento scolastico, alla reazione deviante), che sono state successivamente correlate con i dati relativi ai genitori e con quelli concernenti l’assetto familiare.Si è inoltre tenuto conto delle varie forme di intervento attuate dai Servizi, valutate in un’ottica sia assistenziale che preventiva.


1990 - L’affidamento in prova al servizio sociale [Monografia/Trattato scientifico]
Pietralunga, Susanna
abstract

Si tratta di un lavoro monografico che esamina l'evoluzione della disciplina sull'affidamento in prova al servizio sociale, tenuto conto degli interventi legislativi e giurisprudenziali che hanno modificato sostanzialmente l'originaria struttura dell'istituto.Il lavoro concerne l'analisi delle attuali caratteristiche dello affidamento in prava al servizio sociale sul piano della disciplina normativa e dell'applicazione giurisprudenziale, al fine di valutarne la rispondenza alle finalità rieducative della pena sancite dalla Costituzione e recepite dall'ordinamento penitenziario, e la compatibilità o meno con l'attuazione del c.d. "diritto premiale ".La trattazione si articola in due parti, la prima relativa a "La concessione dell'affidamento in prova al servizio sociale", suddivisa in quattro capitoli, concernenti:I) Condizioni giuridiche per la concessione dell'affidamento: evoluzione normativaII) L'osservazione scientifica della personalitàIII) II giudizio di concedibilità del Tribunale di sorveglianza: ulteriori paramenti valutativiIV) La valutazione del Tribunale di sorveglianza: ampiezza del potere discrezionale.La parte seconda, concernente "L'esecuzione della misura", è suddivisa in due capitoli, relativi a:I) Lo svolgimento del periodo di provaII) La conclusione del periodo di prava


1989 - La devianza del minore: alcune osservazioni alla luce di un'indagine empirica sui figli di genitori detenuti [Capitolo/Saggio]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.; Solera, P.
abstract

Trattandosi di pubblicazione indirizzata prevalentemente ad operatori del territorio si è voluta affrontare la problematica della devianza minorile nell’ottica della prevenzione primaria. Partendo da una ricerca che gli stessi AA. stanno conducendo a Modena, sulle problematiche disadattive emergenti in figli di genitori detenuti, è stata posta attenzione soprattutto su quegli aspetti che la ricerca empirica internazionale indica come più frequentemente correlati al recidivismo ed allo strutturarsi di una carriera mentale.


1988 - Il trattamento degli infermi di mente autori di reato nell'ordinamento giuridico francese [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna
abstract

Sulla scorta del dibattito sulla disciplina dell’imputabilità, riacceso dalle recenti proposte parlamentari di modifica, l’A. analizza in una prospettiva comparata ed allo scopo di mettere di guardia dall’adozione di formulazioni normative semplicistiche, intese dall’abolizione delle strutture esistenti senza prevedere congiuntamente una seria riformulazione del problema in termini di politica criminale, la disciplina sul trattamento dell’infermo di mente che delinque degli ordinamenti italiano e francese. Essi appaiono, infatti rappresentativi delle più diversificate soluzioni normartive, prevedendo, rispettivamente, un’unica ed indifferenziata sanzione penale, indipendente dalla specificità dei singoli casi o, invece, una sanzione non penale, modulata alla luce delle sole esigenze terapeutiche.Dal confronto scaturisce il disagio non minore che l’applicazione della normativa francese (modello di molte delle recenti proposte di riforma) comporta rispetto allla normativa italiana; disagio apertamente evidenziato dalla dottrina giuridica, che sottolinea quella che in molti casi si rileva l’inefficacia del meccanismo previsto sotto il profilo della difesa sociale e dell’allarme dell’opinione pubblica; e disagio che induce una “spaccatura” nella stessa dottrina psichiatrica, lacerata fra la difesa del sistema e la denuncia delle difficoltà che ne discendono sul piano applicativo e della gestibilità dell’istituzione.


1988 - Il trattamento nel passaggio da momenti istituzionali a momenti extraistituzionali: rieducazione e risocializzazione [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.
abstract

Gli AA. confrontano il concetto di rieducazione con quello di risocializzazione sottolineando come quest’ ultimo meglio si adatti ad un intervento inteso non a “determinare una modificazione ma a promuovere un processo” attraverso una “offerta di opportunità”. Riferiscono quindi una esperienza di trattamento intraistituzionale, attuata su soggetti plurirecidivi, sottolineando come questo momento, pur importante e necessario, non possa considerarsi esaustivo, stante la necessità di successivi e articolari interventi anche in fase extraistituzionale.Prendono in considerazione le finalità dell’ intervento, che deve essere volto innanzitutto alla valutazione delle risposte di adattamento dei soggetti alla realtà carceraria, onde a facilitarne l’ analisi e la revisione critica; ed in secondo luogo al superamento delle iniziali motivazioni esclusivamente opportunistiche, in favore di una adesione partecipe e volontaria alla propria esperienza risocializzativa. Se esaminano le tecniche utilizzabili in ambito intraistituzionale per raggiungere tali scopi con particolare riguardo alla tecnica dei “gruppi di discussione”, di cui vengono esplicitati risultati e limiti.


1988 - La perizia medico-legale: l'adeguamento delle criteriologie valutative in rapporto al mutamento della logica processuale [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. espongono le problematiche concernenti il futuro assetto della perizia medico-legale, quali si delineano in base al progetto preliminare del nuovo C.P.P.Si tratta di modifiche radicali dell’istituto della perizia medico-legale, indotte dal mutamento del modello processuale e dalle diversificate modalità di acquisizione del contributo tecnico-scientifico. Da qui il prevedibile incremento delle attività medico-legali in campo più strettamente tecnico (criminalistico, immunoematologico, balistico, ecc.) e la maggior rilevanza che verranno ad assumere gli accertamenti peritali, con la correlata esigenza di una più accurata selezione di periti e di un adeguamento delle strutture tecnico-scientifiche deputate allo svolgimento delle attività peritali.


1988 - Le indicazioni che scaturiscono dalla ricerca empirica in ordine all'evoluzione nel tempo dello stereotipo di "tossicodipendente" [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Dopo aver sottolineato la complementarietà tra auto ed eterostereotipo all’interno del fenomeno della tossicodipendenza, gli AA. prendono in considerazione l’evoluzione dello stereotipo del tossicomane così come si è delineato dagli anni ‘30 fino ad oggi. Al riguardo, rinviamo ai risultati di una ricerca sull’uso e la diffusione delle sostanze stupefacenti svolta nell’Istituto di Medicina legale di Modena, la quale documenta il profondo mutamento avvenuto tra i giovani per ciò che riguarda le percezione del tossicomane e del suo ruolo nelle dinamiche sociali, mutamento del quale non si può prendere atto nell’opera in un’ottica di prevenzione e di riabilitazione.


1988 - Le indicazioni che scaturiscono dalla ricerca empirica in ordine alla evoluzione nel tempo dello stereotipo di "tossicodipendente". [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Dopo avere sottolineato la complementarieta' tra auto ed eterostereotipo all'interno del fenomeno della tossicodipendenza, gli AA. prendono in considerazione l'evoluzione dello stereotipo del tossicomane cosi' come si e' delineato dagli anni '30 fino ad oggi. Al riguardo, rinviano ai risultati di una ricerca sull'uso e la diffusione delle sostanze stupefacenti svolta nell'Istituto di Medicina legale di Modena, la quale documenta il profondo mutamento avvenuto tra i giovani per cio' che riguarda la percezione del tossicomane e del suo ruolo nelle dinamiche sociali, mutamento del quale non si puo' non prendere atto in un'ottica di prevenzione e di riabilitazione.


1988 - Metodologia dell'approccio diagnostico nella prospettiva del trattamento risocializzativo [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.
abstract

L’intervento prende in considerazione le problematiche relative al primo approccio tra il detenuto plurirecidivo e gli operatori dell’ équipe , con particolare riguardo alle modalità ed ai criteri attraverso i quali può maturare nel soggetto la decisione di accedere al programma di trattamento. Si evidenziano le dinamiche emergenti nel corso dei primi colloqui, ed il ruolo diverso che debbono assumere i singoli operatori, in relazione anche alla percezione che ne ha il detenuto Si sottolinea come il trattamento consista in un processo evolutivo, e come i risultati parziali raggiunti debbano rappresentare la base per un successivo approfondimento diagnostico. In tal senso si riferiscono i risultati di una ricerca svolta in ambito clinico al fine di indagare e qualificare le modificazioni avvenute nel detenuto come conseguenze dei primi colloqui con gli operatori, in ordine alla consapevolezza delle finalità dei colloqui, alla percezione dei ruoli propri e dell’ operatore, ed agli atteggiamenti.


1988 - Problematiche giuridiche, criminologiche e psichiatrico forensi del figlicidio [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna
abstract

L’A. analizza l’evoluzione storica e normativa del figlicidio, caratterizzato dalla sua costante presenza nella cultura dell’uomo fin dalle epoche più antiche, e sottoposto a conseguenze giuridiche che oscillano fra gli opposti estremi della depenalizzazione o della sottoposizione alle sanzioni capitali.Si esamina poi la disciplina vigente, che appare scarsamente fruibile per la eccessiva rigidità delle due sole alternative presenti sul piano sanzionatorio: delitto di omicidio (art. 585 c.p.), o delitto di infanticidio (art. 578 c.p.), il secondo dei quali è inoltre applicabile solo ad una limitata parte dei casi di uccisione del figlio.Il disagio che scaturisce da tale situazione sul piano normativo si ripercuote in primo luogo nella prassi psichiatrico-forense: una ricerca svolta dall’Autore sui casi di figlicidio prosciolti per vizio di mente nel periodo 1977-1987 evidenzia infatti, in base al frequentissimo ricorso operato a diagnosi di situazioni di “stati-limite”, che integrano il “valore di malattia” piuttosto che una vera e propria infermità mentale, il disagio del perito e del magistrato di fronte alla dicotomica alternativa imposta dall’ordinamento.


1988 - Profili costituzionali delle nuove norme a tutela della libertà sessuale [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna
abstract

L’A. analizza i principi ispiratori e le principali innovazioni introdotte dai progetti legislativi di riforma in tema di reati sessuali, onde valutare la portata e la rispondenza in rapporto alle critiche ed alle esigenze di modificazione evidenziate dalla dottrina riguardo alle attuali previsioni degli art. 519 e ss. del Codice penale.A tale riguardo, viene evidenziata la problematicità che potrebbe derivare dall’adozione di formulazioni criticabili sotto il profilo dell’esigenza di determinatezza della norma penale (art. 25, comma 2°, Costituzione), e non supportare, sul piano delle scienze dell’uomo, da strumenti interpretativi che ne consentano una più puntuale delimitazione concettuale.


1988 - Ubriachezza e responsabilità penale nella legislazione francese [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna; DE FAZIO, Giovanna Laura
abstract

Gli AA. hanno preso in esame i rapporti tra alcoolismo e responsabilità penale francese ed italiana, delineando le convergenze e le differenze nella impostazione del problema.Analizzano inoltre le risultanze e le esperienze relative al trattamento dei detenuti etilisti condotte in Francia, nonché le specifiche variabili emerse da un’indagine pluridimensionale sui problemi dell’etilismo in ambito penitenziario, svolta a Modena.Nel descrivere la situazione francese per ciò che concerne il trattamento degli etilisti, sottolineano come per tali soggetti non vi sia alcun specifico regime sanzionario (come del resto in Italia) e come, stante le difficoltà di poter approntare un trattamento in grado di ottenere la guarigione dei detenuti alcoolisti, venga essenzialmente perseguito l’obiettivo di evitare che la detenzione divenga un fattore incentivante l’alcoolismo.


1987 - Principio di colpevolezza, imputabilità e forme dell'elemento soggettivo [Relazione in Atti di Convegno]
Pietralunga, Susanna
abstract

L’A. analizza le principali caratteristiche (e la riconducibilità allo schema penalistico della responsabilità) dell’art. 2 della legge 24.11.1981, n. 689, concernente la valutazione della capacità di intendere e di volere nell’illecito amministrativo, caratterizzato dalla coesistenza di elementi di matrice penalistica e civilistica di non facile armonizzazione.Vengono in tal modo rilevate alcune fra le più evidenti “rotture” rispetto al modello penalistico, ed in particolare l’espressa esclusione della rilevanza dei casi di aggravamento di pena e nei casi di capacità ridotta.Le soluzioni interpretative individuate dalla dottrina a questo riguardo non sembrano, tuttavia in grado di superare le difficoltà connesse all’esclusione del (pur problematico) concetto di parziale riduzione dell’imputabilità, che riveste tuttora rilevanza nell’applicazione giurisprudenziale italiana, ed alle difficoltà connesse alla necessità di definire il trattamento sanzionatorio in base ad una capacità di intendere e di volere alternativamente piena o del tutto assente. Ne appaiono risolutive, a questo riguardo, le soluzioni che fanno ricorso ad una qualificazione della pena all’interno dei limiti edittali, tramite il paramento della “personalità” dell’agente: di quest’ultimo , infatti, erano già state segnalate (cfr. n. 1) le difficoltà applicative, derivanti dalla estrema delicatezza e complessità del concetto di “personalità” in se considerato e dalla difficoltà, propria di questa sede, di definire il contenuto, stante la lacunosità delle diverse soluzioni proposte dalla dottrina.


1984 - La sterilizzazione volontaria in rapporto alla tutela della salute, la terapeuticità dell'atto ed al consenso [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.; Luberto, S.; Solera, P.
abstract

Gli AA., dopo aver richiamato in sintetica rassegna i problemi inerenti la liceità o meno dell’intervento di sterilizzazione volontaria a scopo contraccettivo, ne sottolineano i risvolti di tipo psicologico così come gli aspetti di specifico interesse medico-legale, concernenti la potestà terapeutica nell’esercizio della professione medica ed il rapporto medico-paziente, con particolare riguardo alle tematiche della responsabilità professionale e del dovere di informazione.Sotto quest’ultimo profilo, presenta particolare interesse la disamina dei principi informatori della disciplina normativa civilistica e canonistica, ispirante rispettivamente al superamento dell’impotenza sia “coeundi” che “generandi”, in se considerata, quale causa di annullamento del matrimonio. Essa assume, attualmente, tale rilevanza solo qualora configuri un “errore essenziale sulle qualità personali” del coniuge sul piano del diritto civile (art. 122 c.c.), laddove il fine essenziale del matrimonio è individuabile nella “comunione di vita, spirituale e materiale, fra i coniugi”. Ma, con “modernità” non minore, anche nel diritto canonico si assiste ad un progressivo distacco della concezione della capacità procreata come fine primario del matrimonio (storicamente correlata fin dal XVI secolo alla nozione di “verum semen”) attraverso gli interventi riformatori ed innovativi che, iniziati dal Concilio Vaticano II, sono stati proseguiti e consolidati dalle pronunzie della S. Congregazione per la Dottrina della Fede ed infine recepite dal nuovo Codex Iuris Canonici (art. 1084 e 1098 C.J.C.).


1984 - Prevenzione odontostomatologica: aspetti clinico-metodologici, medico-sociali e giuridici [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Spaggiari, S.; Marini, N.
abstract

Dopo aver passato in rassegna le principali metodologiche di prevenzione ed i dati clinico-statistici in ordine ai risultati ottenuti ed ottenibili, tenuto conto del bilancio “costi-benefici”, in ordine alla prevenzione della carie dentale, gli AA. evidenziano come l’attuazione dell’attività di prevenzione e la sua fusione col settore propriamente curativo costituiscano i punti di maggior innovativi ed importanza della legge 23.12.1978, n. 833.Vengono inoltre analizzate le principali cause che sono alla base della mancata attuazione dei programmi di prevenzione previsti dalla Riforma Sanitaria, particolarmente lacunosa in campo odontoiatrico e stomatologico, e per il cui superamento assumono pari rilevanza l’adeguata predisposizione di strutture più efficienti di quelle consentite dall’attuale configurazione delle UU.SS.LL., ed il migliore impiego del capitale tecnico e umano, costituito anche dal personale scientificamente addestrato che deriverà dai corsi di laurea in odontoiatria, di recente istituzione.A questo riguardo, tuttavia, e tenuto conto della più recente evoluzione dottrinaria e giurisprudenziale in tema di responsabilità professionale, si evidenzia la necessità che il corso di laurea in odontoiatria conservi l’ampiezza di vedute in campo medico ed il diversificato e composito complesso di conoscenze che è proprio del corso di laurea in Medicina e Chirurgia.


1984 - Rilievi e considerazioni in tema di applicazione della legge 22.12.1975 n. 685 con particolare rigurado alla diffusione dei benzodiazepinici [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Pierini, G.; Luberto, S.; Beduschi, G.
abstract

A circa venti anni dalla sintesi della prima benzodiazepina, il clordiazepossido, si pone attualmente il problema di valutare gli effetti della massiccia immissione di questi prodotti nella pratica terapeutica e non, con particolare riguardo alla valutazione degli effetti di farmacodipendenza soprattutto derivanti dall’uso prolungato e bruscamente interrotto di benzodiazepine di tipo “short acting”. A tale riguardo viene condotto un particolareggiato esame degli atti parlamentari relativi al dibattito che ha accompagnato l’elaborazione della legge 22.12.1975, n. 685, ed in particolare della VI tabella, che evidenzia il carattere certamente non casuale, della scelta legislativa di non includere i benzodiazepinici nelle tabelle dei prodotti soggetti a restrizione, ma piuttosto marcatamente compromissoria fra esigenze di sperimentazione clinica, esigenze farmacoterapiche in campo medico generico e specialistico. Vengono infine esaminate le problematiche connesse alla produzione e distribuzione di tali prodotti.


1983 - Aspetti criminologici delle nuove norme sull'illecito amministrativo [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luzzago, A.; Luberto, S.
abstract

Nella prima parte del lavoro gli Autori esaminano sommariamente, fra i principi generali introdotti dalla legge n. 689/81, quelli che sembrano rivestire maggior interesse dal punto di vista criminologico, e sottolineano l’importanza delle innovazioni che il legislatore ha introdotto sul piano dei principi attraverso la trasposizione in ambito amministrativo di molti degli schemi di impostazione generale, finora tipici del diritto penale, che accentuano l’attenzione al dato personologico e soggettivo del reato; operazione, questa, la cui importanza e necessità è stata evidenziata da penalisti e criminologi ormai da molto tempo. Si è inteso inoltre richiamare l’attenzione sulle difficoltà - che trascendono questo ambito, ma la cui portata ai fini della reale applicazione della nuova normativa non può essere sottovalutata - che emergono in riferimento agli accertamenti in materia di valutazione della personalità dell’autore dell’illecito amministrativo.


1983 - La medicina legale di fronte all'esperienza del morire [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Luberto, S.
abstract

Gli AA., affrontano i problemi medico-legali posti dal paziente morente, richiamando in via preliminare i significati antropologici e culturali dell’esperienza del morire, per discuterli poi nell’ambito della relazione medico-paziente, quale sede naturale nella quale essi possono essere correttamente agiti. Ribaditi gli irrinunciabili aspetti giuridici e deontologici della professione sanitaria, nonché gli inalienabili diritti del morente, segnalano l’ineguatezza di un approccio esclusivamente tecnico e tanato-prassico del problema, ed individuano quale limite invalicabile dell’attività medica le pratiche eutanasiche. A questo ultimo riguardo auspicano una specifica previsione normativa che, pur ribadendo l’illiceità dell’eutanasia pietosa, prevede mezzi sanzionatori più adeguati e più duttili in considerazione della peculiarità della situazione.


1983 - Le ambiguità interpretative del concetto di "modica qualità" in rapporto alla giurisprudenza ed alla criteriologia medico-legale [Articolo su rivista]
Pietralunga, Susanna; Pierini, G.
abstract

L’esame dei disposti degli art. 71, 72, 80 e 98 della legge 22 dicembre 1975, n. 685, pone in particolare evidenza le oggettive difficoltà interpretative e applicative della Legge, tenuto altresì conto delle finalità riabilitative della stessa. Dopo una rassegna sui vari orientamenti interpretativi circa il concetto di “modica quantità”, viene posto l’accento sulla necessità di individuare e perfezionare una più completa ed esauriente criteriologia valutativa, alla luce anche dello spostamento dell’azione della perizia tossicologica dell’ambito della documentazione della prova ad una sovente interpretazione della norma.