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Giorgio ZANETTI

Professore Ordinario
Dipartimento Educazione e Scienze Umane


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Pubblicazioni

2020 - Un «dramma di passione»Nel palinsesto del «Fuoco»dannunziano [Articolo su rivista]
Zanetti, Giorgio
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Il contributo esplora nelle sue implicazioni molteplici l’interpretazione del Fuoco dannunziano che Rainer Maria Rilke affida a una annotazione su Eleonora Duse nei Quaderni di Malte Laurids Brigge. In questa luce il romanzo di d’Annunzio e il suo linguaggio delle passioni, tra mito dell’eros e mito della poesia, rivelano una nozione complessa ed intensa dell’ambivalenza profonda e intimamente conflittuale connaturata alla metamorfosi artistica dell’interiorità in teatro, dell’identità in immagine e in leggenda, del pathos in allegoria. A questo disegno, al cui centro stanno il volto e la maschera di un’attrice e i suoi processi di sdoppiamento e di identificazione, risulta più che mai funzionale l’avventurosa ricerca dannunziana nel palinsesto della letteratura, attraverso le sue stratificazioni testuali e intertestuali, fra le emozioni, i gesti e le parole di una «vita anteriore» che riaffiora nelle passioni dei perso- naggi rivelandone il destino.


2018 - D'Annunzio, Shakespeare e la favola della fanciulla perseguitata [Articolo su rivista]
Zanetti, Giorgio
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Muovendo dalla scena della mutilazione delle mani che costituisce l’acme drammatica della Gioconda, l’articolo illumina l’incontro di d’Annunzio con il saggio dedicato nel 1866 alla Favola della fanciulla perseguitata da Aleksandr N. Veselovskij, il grande studioso russo destinato negli Anni Settanta del Novecento a esercitare un ruolo di primo piano entro il nuovo paradigma della semiotica applicata allo studio della cultura e delle strutture narrative. In realtà, dalla Città morta alla Pisanelle, aggiornato agli interrogativi e alle ansie fin de siècle sull’identità e il rapporto dei sessi, l’antico «motivo» della fanciulla perseguitata studiato da Veselovskij riaffiora con intensità nell’intavolatura degli spartiti scenici della drammaturgia dannunziana corroborandone l’impianto mitico-rituale: e ciò vale a maggior ragione se della fanciulla perseguitata si può cogliere il forte riverbero anche in Shakespeare, in particolare nei drammi romanzeschi, dal Pericle al Racconto d’inverno. Ma da Veselovskij (e da Shakespeare), fra filologia e antropologia del mito, morfologia e storia, d’Annunzio trae slancio anche per il suo senso della tradizione, per l’idea di una memoria della letteratura nei cui palinsesti persiste tenace l’impronta del popolare e del primitivo, con il loro thesaurus di immagini e di simboli da rilanciare nel nuovo orizzonte ineludibile della società di massa novecentesca.


2018 - Oltre il centenario. Note sulla riproposta dell’edizione critica di Tutte le poesie di Guido Gozzano [Articolo su rivista]
Zanetti, Giorgio
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Nel 2016, nel centenario della morte del poeta, Mondadori ha riproposto negli Oscar, riveduta e riccamente aggiornata, l’edizione critica di Tutte le poesie di Guido Gozzano curata per i «Meridiani» da Andrea Rocca nel 1980. Le presenti Note intendono illustrare nei suoi caratteri di fondo l’operazione filologica che Rocca, con una consapevolezza critica e un’intelligenza non comuni, ha condotto negli archivi di Gozzano interrogandone strenuamente le stratificazioni, le lacune, l’eterogeneità, i cortocircuiti temporali, per illuminare di luce nuova un processo creativo sempre sospeso fra ricerca di un ordine e richiamo del caos, verità del volto e verità della maschera, come è proprio di una poesia segnata nel profondo dal rapporto mai facile dell’autore con il proprio linguaggio. Prende così densità e risalto la nozione di personalità, di evoluzione di una figura letteraria nel tempo, in un quadro mosso di congiunture e di scambi che appare subito fertile di sviluppi non appena si torni a considerare il nodo cruciale tra Simbolismo e Novecento, si tratti di d’Annunzio o della cultura letteraria francese coeva. Certo è che l’edizione gozzaniana di Rocca dimostra nel modo più luminoso e più intenso come alla ricerca filologica continui a competere un ruolo ancor oggi prodigiosamente vitale, di cui non potrà non tener conto anche l’attuale, inquieto dibattito sulle sorti della letteratura e degli studi letterari nel nostro tempo.


2018 - Serra, Rimbaud e le antinomie della letteratura [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Muovendo da un rilettura e da un approfondimento interpretativo delle cosiddette Carte Rolland, l’insieme di note stilate da Serra in vista di un saggio mai portato a termine sull’autore del Jean Christophe, l’intervento investiga le ragioni e i modi con cui l’ultimo Serra, nell’inquieto ordine di idee da cui, dopo le "Lettere", sortiscono il "Ringraziamento a una ballata di Paul Fort" e l’ "Esame di coscienza di un letterato", si impegna in un dialogo assiduo ed intenso con la nuova letteratura francese e con le sue premesse simboliste. In particolare l’analisi si concentra sulla presenza alta e vibrante di Rimbaud, al quale Serra, nello stesso giro di mesi in cui lo scoppio della Grande Guerra decide del suo destino di letterato e di uomo, progetta di dedicare un saggio. Anche attraverso elementi e contenuti fattuali qui portati alla luce per la prima volta (l’apparizione anonima del poeta della "Saison en enfer" alla fine della prima parte dell’Esame di coscienza; la conoscenza diretta da parte di Serra della «NRF» e in particolare dei testi di un critico al quale il lettore di Cesena è stato più volte accostato, Jacques Rivière), il contributo illumina gli slanci, le tensioni, le aporie che attraversano il disegno o il tentativo finale di Serra di identificare nella letteratura e nella critica, tra lirismo e coscienza, il luogo di una ri-creazione dell’Io e del suo rapporto ontico con il mondo.


2017 - Ezio Raimondi: le metamorfosi della parola [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, G.
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L'intervento esamina e illumina il ruolo centrale che la biblioteca - un'idea particolarissima della biblioteca - ha esercitato nell'opera critica di Ezio Raimondi, costituendo un poco di orientamento costante della sua attività sia di insegnante che di studioso. Luogo della memoria e delle sue ricorrenze, ma anche del mutamento e della metamorfosi, la biblioteca valeva sempre per Raimondi un'esperienza vivida dell'alterità, dell'anomalia e del molteplice, entro cui mettere alla prova e approfondire una filologia delle relazioni contestuali di alto tenore antropologico e speculativo, tale dar luogo non solo a nuove letture critiche della tradizione letteraria, ma anche a nuovi modi di pensare il tempo e la storia.


2016 - La memoria del presente [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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L’intervento approfondisce uno dei nuclei più rilevanti dell’attività di Ezio Raimondi interprete della modernità letteraria: l’ interesse, ricco di dense implicazioni antropologiche, per l’idea e la coscienza del simbolismo, perseguito dal grande critico bolognese attraverso l’illuminazione reciproca fra esperienze italiane e esperienze europee, in un intreccio sapiente fra le manifestazioni irripetibili delle opere o degli autori e i processi di lunga durata. Così, movendo dal ricordo personale di un colloquio di lavoro con il Maestro, culminato nella segnalazione inedita di una significativa tangenza intertestuale fra il Trionfo della Morte dannunziano e Senilità di Italo Svevo, si ripercorrono sul piano degli orientamenti teorici o di metodo e delle risultanze critiche le forme e i motivi di una filologia del simbolo protesa a interrogare i rapporti profondi fra l’immagine e il racconto, capace anche per questo di tradursi in un modo nuovo e vivo di pensare la modernità, e dunque il tempo e la storia.


2015 - Politica e "romance". D'Annunzio nell'universo shakespeariano [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, Giorgio
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D'Annunzio coltivava un'idea della creazione letteraria come strategia inventiva strutturalmente intertestuale, intavolatura lucida e capziosa di interferenze, combinazioni, contaminazioni. Attraverso uno specimen di riferimenti e di assaggi, prevalentemente circoscritto alle opere dell'esordio teatrale, il contributo illumina questa attitudine dannunziana in rapporto a Shakespeare, assunto dal drammaturgo dei "Sogni" delle Stagioni e della "Città morta", secondo una tecnica preziosa del calco sottilmente difforme e dell'anacronismo programmatico, quale creatore di un'imagery in cui la natura diventa mitologia dell'anima e figura bivalente del mistero dellla vita. Così gli echi shakespeariani corroborano in d'Annunzio un'idea mitico-rituale e allegorica del teatro, all'incrocio, come intuì fra i primi Yeats, fra politica e romance.


2013 - Commento scientifico a G. d'Annunzio, "Tragedie, Sogni e Misteri", a cura di Annamaria Andreoli con la collaborazione di Giorgio Zanetti. Sono di Giorgio Zanetti, nel tomo I, le Note introduttive e le Note ai commento a "Sogno d'un mattino di primavera", "Sogno d'un tramonto d'autunno", "La città morta", "La Gioconda", "La Gloria" (pp. 1039-1176) e , nel tomo II, la "Appendice. Testi dispersi, abbozzi, varianti" e la "Bibliografia" (pp. 1742-1791) [Commento scientifico]
Annamaria, Andreoli; Zanetti, Giorgio
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Uscito nella collana "I Meridiani" e improntato a un'ottica interpretativa unitaria e organica, il commento illumina la preistoria, i contesti, i motivi, le tecniche di d'Annunzio drammaturgo, attraverso indagini in profondità condotte in primo luogo nella ricchissima biblioteca conservata al Vittoriale (ove spiccano gli studi di filologia e le opere di antropologia e di mitologia) e nel lascito manoscritto, in particolare nei folti carteggi, in qualche caso ancora inediti. Si propone altresì una Appendice di testi dispersi e di abbozzi (inediti o rari)


2013 - Tema della folla e dell'eroe. Per un commento della "Gloria" di d'Annunzio [Articolo su rivista]
Zanetti, Giorgio
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Movendo dall’ardito progetto di una Tragedia della Folla, concepito nel corso del 1898,d’Annunzio approda alla Gloria(1899), il dramma “nazionale” in cui si rappresenta la crisi delle istituzioni borghesi dinanzi all’avvento ineludibile della nuova società di massa. Il saggio interroga questo singolare esperimento di teatro politico esplorandone il fitto tessuto di relazioni intertestuali, dalle analisi della psicologia sociale coeva al mito e a Shakespeare.


2012 - Con Stravinskij e i Ballets Russes, a Parigi e al Vittoriale [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, Giorgio
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L'intervento presenta e illustra un appunto inedito di Gabriele d'Annunzio, in cui il poeta esule in Francia registra un suo incontro con Igor Stravinskij, avvenuto nel gennaio 1914. In tale occasione il musicista, accompagnato da Cocteau, suonò in anteprima a d'Annunzio brani del suo "Rossignol". Sulla base del documento d'archivio, il discorso procede a un riesame del coinvolgimento di d'Annunzio nel mondo magico dei Ballets Russes e ne interroga le ragioni, sottolineando i nessi profondi fra la poetica dannunziana e la drammaturgia musicale dell'autore del Sacre du Printemps


2012 - Una filologia del senso comune: la "Poetica" di Ludovico Castelvetro. [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Il saggio propone una rilettura della "Poetica" di Castelvetro, inserendola nel contesto storico-culturale modenese, italiano e europeo della Riforma protestante e delle guerre civili di religione. In particolare, tra dramma e racconto, l'analisi dell'Aristotele "riformato" di Castelvetro porta in primo piano il ruolo di una filologia insieme empirica e speculativa, animata da una forte tensione etica e spirituale. E così la "Poetica", a cominciare dalla nozione complessa di "verisimile", si correla di continuo con i valori, i mores, gli orizzonti cognitivi di una comunità cittadina e del suo vivere assieme quotidiano.


2011 - Gabriele d'Annunzio, Poesie [Commento scientifico]
Zanetti, Giorgio
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Questa antologia commentata di poesie di d'Annunzio raccoglie accanto ai componimenti più noti testi dispersi e rari, e invita a una riconsiderazione dell'avventura poetica dannunziana nel suo significato molteplice ma intimamente unitario. Le introduzioni e le note di commento mostrano come in questa poesia la moderna esperienza del Simbolismo europeo si incontri con Dante, dando vita a un'antropologia poetica in grado di rilanciare il "sogno oscuro" delle leggende originarie. Si illumina così una memoria prodigiosa di simboli e di miti che riesce, negli anni segnati dall'avvento traumatico della società di massa, a trascendere l'alternativa fra cultura alta e cultura popolare e a porsi come punto di riferimento non eludibile per le nuove generazioni dei poeti novecenteschi


2011 - PAOLO MONELLI [Voce in Dizionario o Enciclopedia]
Zanetti, Giorgio
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Scritta per il Dizionario Biografico degli Italiani, la voce ricostruisce il percorso umano, letterario e culturale di una delle grandi firme del giornalismo italiano del Novecento, Paolo Monelli (1891-1984). Dopo essersi soffermato sul vivido romanzo di guerra "Le scarpe al sole. Cronache di gaie e di tristi avventure di alpini di muli e di vino" (1921) e sul precoce, importante incontro con la più avanzata cultura tedesca negli anni della Repubblica di Weimar ("Io e i tedeschi", 1927), il contributo esplora l'articolata, multiforme attività di Monelli dal primo al secondo Dopoguerra, sottolineandone la pronta, felice adesione ad alcuni dei moduli comunicativi più aggiornati del giornalismo novecentesco, dal reportage di guerra al libro illustrato o alle cronache di viaggio, dall'analisi o alla polemica di costume al tour enogastrononico, e senza dimenticare il ruolo attivo da lui giocato sul piano della promozione della vita letteraria e culturale, alle origini sia del Premio Bagutta che del Premio Strega.


2011 - Un'idea del teatro: la Finzione e le masse [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Il contributo analizza nelle sue fitte trame intertestuali il saggio di d'Annunzio intitolato alla "Rinascenza della tragedia" e, attraverso una serie di riscontri nuovi (da D'Ancona a Paul Decharme, da Rolland a Mallarmé e a Pottecher) , illumina le origini della drammaturgia dannunziana, animata sin dall'inizio dalla ricerca di una forma d'arte popolare, rivolta al nuovo pubblico della società di massa


2010 - "Nota" a G. d'Annunzio, "Tre frammenti inediti" [Articolo su rivista]
Zanetti, Giorgio
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Nel contributo si pubblicano tre frammenti dannunziani inediti risalenti agli anni del Vittoriale, indagandone su un piano filologico e critico l'origine, la morfologia, le valenze simboliche e approdando ad alcune indicazioni sul modus operandi che presiede all'arte dell'autoritratto e del frammento dell'ultimo d'Annunzio.


2010 - Ombre e figure. Longhi, Arcangeli e la critica d'arte [Curatela]
G., Fenocchio; Zanetti, Giorgio
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Si raccolgono in questo volume gli scritti che Ezio Raimondi, fra i massimi critici letterari del Novecento, ha dedicato a un maestro della storia dell'arte come Roberto Longhi e alla sua scuola bolognese, a cominciare da Francesco Arcangeli e dalla sua intelligenza appassionata della modernità. Introduce il libro una riflessione dialogata, condotta dallo stesso Raimondi con i due curatori, sul rapporto tra immagine figurativa, parola letteraria e storia della cultura.


2010 - Tra maestri e amici. Una prefazione a tre voci [Prefazione o Postfazione]
G., Fenocchio; E., Raimondi; Zanetti, Giorgio
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2009 - "Cattedrali di parole": d'Annunzio fra Ruskin e Proust [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Sulla base dei segni di lettura tracciati da d'Annunzio sul suo esemplare della "Bible d'Amiens", il libro di John Ruskin nella versione francese procurata da Marcel Proust, il saggio interroga la singolare relazione tra i tre scrittori. In particolare, le tracce lasciate dal lettore sulla "Préface" proustiana, ove tra l'altro si affronta il problema dell' "idolatrie", consentono di definire nel concreto ciò che unisce e ciò che divide d'Annunzio e l'autore della "Recherce", impegnati entrambi, per vie diverse ma su uno sfondo di incontri e di letture comuni, a erigere la propria cattedrale per il culto secolarizzato dell'io.


2009 - Il fascino dello Jugendstil. La lezione di Conti [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Movendo dalle pagine autobiografiche morettiane di "Via Laura", il contributo indaga le ragioni del fascino persistente esercitato dai protagonisti dell'avventura estetica italiana (in primo luogo, d'Annunzio e Conti; ma il discorso vale anche per il pittore e illustratore Adolfo De Carolis) sui giovani autori della prima generazione novecentesca. dallo stesso Moretti ai ribelli del "Leonardo". Nell'Italia giolittiana, dinanzi all'imporsi dei processi di modernizzazione e all'avvento ineludibile della società di massa, l'estetismo si contrassegna per una tensione tutt'altro che inerte a riannodare i fili spezzati fra l'arte e la vita nel sogno di una nuova opera d'arte totale (a cui partecipa anche il libro illustrato), in grado di parlare alle masse intercettandone gli impulsi profondi.


2009 - "Leggende d'amore". Le origini del "Sogno d'un mattino di primavera" [Articolo su rivista]
Zanetti, Giorgio
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Attraverso documenti d'archivio anche ineditie la ricostruzione di un frastagliato itinerario di letture nella biblioteca di d'Annunzio, il saggio interroga forme e motivi del "Sogno d'un mattino di primavera" esplorando l'ardita combinatoria delle sue strategie iconiche. Movendo dal romance shakespeariano e intrecciandolo alla esperienza di Dante, il "Sogno" risale da Maeterlinck agli antichi riti di primavera e al loro pattern di azioni simboliche e di gesti verbali, misteriosamente costante attraverso le sue metamorfosi nella letteratura e nell'arte. Per inquadrare il "teatro del silenzio" della Demente in un dramma cosmico di morte e rinascita d'Annunzio si inoltra nelle regioni scoscese della mitologia e dell'antropologia comparate, di cui mette a frutto le risultanze recenti correlandole sapientemente con le ipotesi della filologia, quella di Paris e di Bédier, protesa verso le origini rituali e folkloriche della poesia d'amore romanza


2009 - Quaderbi del Vittoriale [Direzione o Responsabilità Riviste]
Zanetti, Giorgio
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2009 - Una leggenda shakespeariana. L'arte combinatoria del "Sogno d'un tramonto d'autunno" [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Attraverso lo studio dell'elaborazione di un testo teatrale certo singolare come il "Sogno d'un tramonto d'autunno", il saggio indaga i procedimenti raffinatissimi attraverso cui la scrittura drammaturgica dannunziana assorbe nella propria trama fantastica stimoli e suggestioni della più inquieta storiografia tardo-positivistica, là dove l'erudizione diventa storia della cultura. Ciò che si realizza nel concreto dell'operazione testuale è una metamorfosi densa di motivi antropologici della storia in leggenda, che coinvolge un riferimento multiplo e ramificato allo Shakespeare di "Antonio e Cleopatra", tra dramma storico e romance. E l'idea di leggenda si rivela coerente e funzionale al progetto dannunziano di un nuovo teatro di popolo: anche se non corrisponde a una verità fattualer, la leggenda è la forma che della storia costituisce l'archeologia, quasi la verità inconscia, illuminandone le immagini oniriche di una vita inimitabile e tuttavia esemplare, così come si determinano e si costituiscono "nel culto delle masse".


2008 - Archeologie dell’estetismo [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, Giorgio
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Movendo da una serie di appunti inediti che d'Annunzio trascrive dal libro "Mycènes" di Heinrich Schliemann, l'intervento interroga l'archeologia fantastica che presiede alla configurazione della "Città morta", sia nella costruzione scenica che in quella verbale, ove risuonano gli echi remoti ma certi di un tempo scomparso che può tuttavia rivivere nel cuore del moderno. Ma dai sepolcri ancora intatti di Micene alla necropoli pompeiana il passo è breve. E il motivo antropologico del "passato che si fa presente" alimenta il collezionismo dell'autorecluso del Vittoriale, che per il teatro en plein air della cittadella sul Garda, come per la sua iconologia erotica, non cessa di riferirsi al mito e ai fantasmi di Pompei.


2008 - D’Annunzio lettore segreto [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, Giorgio
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Lo studio della biblioteca di d'Annunzio al Vittoriale, fra i libri e i periodici su cui egli ha lasciato i segni della sua lettura, consente di accertare l'attenzione vigile dell'anziano scrittore, fino all'ultimo, al fronte in movimento della nuova letteratura, in particolare di quella francese. L'intervento analizza i rapporti di lettura, di respiro veramente europeo, che l'autore delle "Faville" e del "Libro segreto" istituisce con "La Nouvelle Revue Française" o la "Revue Européenne", da Gide a Rivière, da Paulhan a Cocteau, da Fernandez a Malraux o a Artaud, e suggerisce come da questo dialogo a più voci traggano slancio, consapevolezza e densità le prove estreme della scrittura d'autoritratto e di memoria, con l'ansia e la ricerca lucide di una parola che sia estasi, azione, magia.


2007 - Frammenti di memoria [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Il saggio illumina un episodio di rilievo, anche se poco noto, della ricezione di d'Annunzio in Francia. Come avvertì subito lo stesso d'Annunzio, fra i lettori più acuti della sua prima opera tradotta in francese, "L'innocente", vi è certo il giovane Fernand Gregh, coetaneo e amico di Proust. Sulla "Revue Blanche" del dicembre 1893 egli propone dell' "Intrus" una lettura partecipe, attenta sia al tenore etico-ideologico dell'opera che alle sue novità formali. Il discorso suona diverso con "Il fuoco". La storia degli amori di d'Annunzio con la Duse, nel quadro di esaltato estetismo del romanzo veneziano, trova in Gregh un riscontro decisamente polemico, anche se non privo di riconoscimenti, intelligente e onesto, comunque, anche nel dissenso, come riconosce in una lettera all'amico lo stesso Proust. Appunto sulla ricezione di d'Annunzio in Proust, così come affiora da una pagina singolare di "Sodome et Gomorrhe", si sofferma infine l'articolo, introducendo i testi delle due recensioni di Gregh nella traduzione a cura dell'autore.


2007 - Quaderni del Vittoriale 4 [Direzione o Responsabilità Riviste]
Zanetti, Giorgio
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2007 - Una trascrizione cinematografica del "Forse che sì forse che no" [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Emersa dai fondi archivistici del Vittoriale, dalla documentazione sconfinata e in gran parte ancora incognita circa i rapporti tra d'Annunzio e il cinema, la sceneggiatura inedita e anonima del "Forse che sì forse che no" che si pubblica nel presente articolo si segnala per la vigile intelligenza dei nessi strutturali e simbolici del racconto, su cui innesta di volta in volta le integrazioni, le modificazioni, le invenzioni richieste dalla logica propria del linguaggio cinematografico. Anche per questo, oltre ad avanzare alcune ipotesi circa la paternità del dattiloscritto del Vittoriale, l'articolo prospetta l'esigenza di un'analisi immanente della cinematografia ispirata a d'Annunzio, tale da gettar luce, per così dire, di rimando, anche sulle categorie e i modi di essere della narratività dannunziana.


2006 - Appunti wagneriani per il "Trionfo della Morte" [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Sulla base di autografi dannunziani inediti, il saggio interroga il rapporto della prosa di d'Annunzio con la musica e, in particolare, con l'universo wagneriano, proponendo (alla luce di nuovi riscontri intertestuali con la parigina "Revue Wagnérienne") una rilettura delle pagine dedicate al "Tristan und Isolde" nel "Trionfo della morte".


2006 - Quaderni del Vittoriale 2 [Direzione o Responsabilità Riviste]
Zanetti, Giorgio
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2006 - Quaderni del Vittoriale 3 [Direzione o Responsabilità Riviste]
Zanetti, Giorgio
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2005 - Introduzione e note di commento a "Notturno" (pp. 3011-3204); Introduzioni a "Per la più grande Italia" (pp. 2973-2979), "Il libro ascetico della giovane Italia" (pp. 3207-3213), "Il sudore di sangue" (pp. 3243-3246), "L'Urna inesausta" (pp. 3265-3268), "Le Dit du Sourd et Muet" (pp. 3791-3799), "Teneo te Africa" (pp. 3803-3808), "Solus ad solam" (pp. 3821-3829), "Appendici" (pp. 3833-3842) [Commento scientifico]
Zanetti, Giorgio
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Nell'ambito dell'edizione commentata delle "Prose di ricerca" di d'Annunzio pubblicata nei Meridiani Mondadori, le Introduzioni fornite alle diverse opere ne illustrano l'origine e l'elaborazione alla luce del loro contesto biografico, storico, culturale, letterario, presentandone i nuclei tematici. le strategie formali, la trama intertestuale, sia sul versante dell'intervento politico che su quello della scrittura intimistica. In particolare, nell'Introduzione e nelle Note di commento al "Notturno", anche mettendo a frutto documenti d'archivio inediti, la ricerca ha interrogato la complessa stratigrafia dell'opera attraverso la lunga vicenda del suo "lavoro di tasselli", portando alla luce, tra esperienza di guerra e viaggio nell'interiorità, i rapporti di cui si nutre la prosa magica o stregata dello "scriba" cieco e visionario, da Novalis a Rimbaud, da Wilde a Skrjabin


2005 - Letteratura e danza nel XIX e XX secolo [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, Giorgio
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Anche sulla base di documenti d'archivio, l'intervento illustra alcuni esempi di rapporto fecondo fra la etteratura e la danza, fermandosi in particolare sulla stagione romantica del "Conciliatore" e del "coreodramma" di Salvatore Viganò e sul sortilegio esercitato sugli scrittori (tra cui Gabriele d'Annunzio) dal mondo magico dei Balletti russi.


2005 - Prose di ricerca, tomo primo [Curatela]
Andreoli, Annamaria; Zanetti, Giorgio
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I due tomi, che si iscrivono nel quadro dell'edizione commentata dell'opera dannunziana pubblicata nei Meridiani Mondadori, raccolgono gli scritti d'autoritratto e di memoria, di intervento politico e di riflessione saggistica che d'Annunzio riunì negli ultimi anni della sua vita sotto il titolo "Prose di ricerca, di lotta, di comando, di conquista, d'indovinamento, di rinnovamento, di celebrazione, di rivendicazione, di liberazione, di favole, di giochi, di baleni". Nella sezione "Appendici" i curatori hanno ristampato anche alcuni scritti che, mai raccolti in volume e comunque difficilmente reperibili, illuminano e arricchiscono la conoscenza delle diverse opere, collocandole nella luce più esatta e più mossa dei loro presupposti e del loro contesto.


2005 - Prose di ricerca, tomo secondo [Curatela]
A., Andreoli; Zanetti, Giorgio
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I due volumi, che si iscrivono nel quadro dell'edizione commentata dell'opera dannunziana pubblicata nei Meridiani Mondadori, raccolgono gli scritti d'autoritratto e di memoria, di intervento politico e di riflessione saggistica che d'Annunzio riunì negli ultimi anni della sua vita sotto il titolo "Prose di ricerca, di lotta, di comando, di conquista, d'indovinamento, di rinnovamento, di celebrazione, di rivendicazione, di liberazione, di favole, di giochi, di baleni". Nella sezione "Appendici" i curatori hanno ristampato anche alcuni scritti che, mai raccolti in volume e comunque difficilmente reperibili, illuminano e arricchiscono la conoscenza delle diverse opere, collocandole nella luce più esatta e più mossa dei loro presupposti e del loro contesto.


2004 - Gabriele d'Annunzio [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Nell'ambito di una storia della letteratura italiana del Novecento destinata agli studenti dell'Università, il capitolo propone una sintesi della vita e delle opere di d'Annunzio, aggiornata alle prospettive più recenti della filologia e della critica dannunziane.


2003 - D'Annunzio, Conti e la critica [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Movendo dalle pagine dedicate negli anni napoletani a De Sanctis, oltre che dalla recensione al "Giorgione" di Conti apparsa sul primo numero del "Convito", il contributo analizza origini e caratteri del critico artifex additus artifici preconizzato da d'Annunzio, sottolineandone la convergenza programmatica con "quello stilista delicato e ricco che fu Walter Pater". Solo che in d'Annunzio (o anche in Conti, chiamato nel 1904 a dirigere e a riordinare la Pinacoteca dei Musei Nazionali di Napoli, al centro della quale ipotizzava addirittura una sala per esecuzioni musicali) il critico artista doveva poi muovere incontro alle forme e i processi dell'esistenza collettiva, promuovendo attivamente il mito incarnato di una vita in bellezza. La religione estetica si rivela dunque politica della cultura.


2003 - Gabriele d'Annunzio, Scritti giornalistici 1889-1938 [Commento scientifico]
Zanetti, Giorgio
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Dopo gli anni giovanili del giornalismo mondano, d'Annunzio inaugura una nuova stagione in cui la sua firma compare in modo discontinuo ma incisivo su diverse testate italiane e, con il progredire della fama, anche straniere. Si tratta di un'intensa attività destinata ad accrescersi in circostanze particolari, dall'autodifesa delle proprie opere alla candidatura al Parlamento, dalla campagna interventista e dalle gloriose gesta di guerra all'avventura fiumana. Nel volume pubblicato per i Meridiani Mondadori si è cercato di proporre per la prima volta in modo organico questi scritti giornalistici di natura assai varia (articoli, interviste, lettere aperte, messaggi e discorsi previsti per la diffusione a stampa...), che risultavano in ampia misura dispersi, accompagnandoli con un commento utile a situare l'attività giornalistica dannunziana nel contesto della sua produzione letteraria e della sua militanza culturale e politica. Benché si resti ancora lontani dalla completezza, la ricerca ha comunque consentito di recuperare una mole considerevole di interventi dannunziani sconosciuti (specie nel caso in cui egli si sia avvalso di un'altra firma), tale da arricchire sensibilmente la figura dello scrittore.


2003 - Un lettore inglese di "Alcyone": fra teatro e poesia [Relazione in Atti di Convegno]
Zanetti, Giorgio
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L'intervento analizza l'interpretazione della poesia dannunziana fornita da una delle figure di punta dell'avventura estetica e simbolista inglese, Arthur Symons, stretto sodale di Yeats e autore di numerosi saggi su d'Annunzio e sull'arte di Eleonora Duse. Dal libro dedicato all'attrice, animato per di più da avvolgenti immagini dal vivo, emerge una lettura di Alcyone di indubbio vigore, oltre che di respiro europeo, che invita a riconsiderarne la lingua e lo stile in rapporto alle prove del prosatore e del drammaturgo.


2002 - Quaderni del Vittoriale [Direzione o Responsabilità Riviste]
Zanetti, Giorgio
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2002 - Un'intervista parigina [Capitolo/Saggio]
Zanetti, Giorgio
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Approdato in Francia nel gennaio 1898 per la prima mondiale della "Ville morte" con Sarah Bernhardt, d'Annunzio concede al "Figaro" una lunga intervista, in cui illustra la poetica in divenire della sua produzione letteraria. A raccogliere le parole dell'autore italiano è Jules Huret, il brillante giornalista parigino cui si deve la memorabile, pionieristica "Enquête sur l'évolution littéraire". Al testo dell'intervista (in Italia ancora sconosciuta), con traduzione a fronte a cura dell'autore, il contributo premette una analisi delle tecniche comunicative poste in opera dai due sagacissimi interlocutori, sullo sfondo effervescente delle trasformazioni in atto sul piano delle poetiche e dello stesso costume letterario.


1999 - Il Novecento come visione.Dal Simbolismo a Campana [Monografia/Trattato scientifico]
Zanetti, Giorgio
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Il volume prende le mosse dagli arabeschi dell'estetismo per indagare alle origini, tra Italia e Europa, il côté magico o estatico della letteratura novecentesca, ponendo al centro il problema critico della visione come dialettica di immagine e ritmo, in un paesaggio culturale illuminato a un tempo dalla musica e dalle arti figurative. Così, dopo il grande antefatto musicale del Tasso, la ricerca spinge lo sguardo da d'Annunzio e dall'invenzione ritmica di "Alcyone" alla "favola delle immagini" di Campana, alle sue allegorie oniriche, alla trascendenza plastica delle metafore e delle corrispondenze, alla spazialità cromatica dei valori timbrici e delle percezioni simultanee, dal mito Jugendstil dell'ornamento all'esplosione vitale futurista o fauve. E non è un caso che accanto a Campana compaia anche Aby Warburg, quasi a suggerire, sulle orme di Nietzsche, una classicità divisa fra Dioniso e Apollo e una antropologia della memoria ormai affrancata dalle tentazioni narcisistiche dell'estetismo. Né è casuale che in un quadro mobile di scambie di esperienze espressive poste a confronto o ritrascritte da un codice tecnico a un altro emerga un ragionamento sull'atto della lettura, e che esso si iscriva, con Warburg, Riegl e Bachtin, nel quadro di una antropologia e di un'etica della letteratura. Alla fine anche l'esercizio di lettura condotto sull'archivio del Premio Riccione per il teatro, entro una materia ancora inesplorata, fra testi di valore assai differente, può convertirsi in una storia indiretta della società o del costume, dal secondo Dopoguerra ai giorni nostri.


1999 - Presentazione [Teoria della letteratura] [Prefazione o Postfazione]
Raimondi, Ezio; Zanetti, Giorgio
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L'introduzione a questa ristampa della "Teoria della letteratura" di Wellek e Warren prende le mosse da una ricostruzione della ricezione non proprio fortunata di cui quest'opera fu oggetto al suo primo apparire in Italia nel 1956. Ma il suo valore, riconosciuto qui da noi solo tardivamente, può essere apprezzato in modo tanto più adeguato se di questo celebre manuale si ricostruisce la storia. Attraverso un esame della formazione culturale e letteraria dei suoi due autori, la prefazione reinterroga le proposizioni teoriche e critiche del testo nel loro ampio, complesso orizzonte originario, all'incrocio tra le ragioni del New Criticism d'oltre Atlantico e la grande tradizione del formalismo russo e dello strutturalismo praghese.


1996 - Estetismo e modernità. Saggio su Angelo Conti [Monografia/Trattato scientifico]
Zanetti, Giorgio
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Angelo Conti (1860-1930), critico d'arte, direttore della Pinacoteca di Capodimonte a Napoli, fu uno degli intellettuali di maggior spicco nella cerchia dannunziana, colui che più contò nel familiarizzare la cultua italiana con le teorie di Schopenhauer, Wagner, Pater. Il volume colloca la figura di Conti all'interno della grande stagione europea della Décadence e dello Jugendstil, rintracciando nella sua riflessione un esempio significativo della nuova sensibilità che si afferma negli anni, in più sensi cruciali, che portano alla Grande Guerra. La ricerca prende in considerazione la vasta produzione del Conti - fra arti figurative e musica, letteratura e danza, fino a temi di politica dei beni culturali - dal libro su Giorgione alla sua opera principale, "La beata riva", sorta di manifesto dell'estetismo "fin-de-siècle, e mette in luce la rilevanza della religione estetica di Conti quale superamento - alternativo a quello proposto negli stessi anni da Croce - del positivismo ottocentesco e quale supporto teorico-ideologico all'opera di d'Annunzio.


1984 - Gabriele d'Annunzio, Versi d'amore e di gloria, Edizione diretta da Luciano Anceschi, a cura di Annamaria Andreoli e Niva Lorenzini, volume II; sono di Giorgio Zanetti le Note di commento a "Elettra" [Commento scientifico]
Zanetti, Giorgio
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Le note di commento al secondo libro delle "Laudi" illustrano nei suoi motivi formali e ideologici il disegno dannunziano, ispirato all' "eroe come poeta" di Thomas Carlyle, di una poesia civile tra "ricordanza" e "aspettazione", intonata (più che non potesse riuscire all'ethos borghese di Carducci) alle nuove realtà dell'imperialismo e della società di massa. Dalla più stringente attualità politica al culto delle memorie che si incarnano nelle "Città del silenzio", il linguaggio poetico si propone come profezia, luogo di rigenerazione dell'identità collettiva, sino a riconoscere nella Bellezza l'estremo travestimento moderno del Sacro.