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ROSIANA SCHIUMA

CULTORE DELLA MATERIA
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali


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Pubblicazioni

2021 - Learning to Read L'Infinito: Handwritten Text Recognition with Synthetic Training Data [Relazione in Atti di Convegno]
Cascianelli, Silvia; Cornia, Marcella; Baraldi, Lorenzo; Piazzi, Maria Ludovica; Schiuma, Rosiana; Cucchiara, Rita
abstract

Deep learning-based approaches to Handwritten Text Recognition (HTR) have shown remarkable results on publicly available large datasets, both modern and historical. However, it is often the case that historical manuscripts are preserved in small collections, most of the time with unique characteristics in terms of paper support, author handwriting style, and language. State-of-the-art HTR approaches struggle to obtain good performance on such small manuscript collections, for which few training samples are available. In this paper, we focus on HTR on small historical datasets and propose a new historical dataset, which we call Leopardi, with the typical characteristics of small manuscript collections, consisting of letters by the poet Giacomo Leopardi, and devise strategies to deal with the training data scarcity scenario. In particular, we explore the use of carefully designed but cost-effective synthetic data for pre-training HTR models to be applied to small single-author manuscripts. Extensive experiments validate the suitability of the proposed approach, and both the Leopardi dataset and synthetic data will be available to favor further research in this direction.


2020 - La narrativa di Ettore Cozzani da Il Regno perduto a Un uomo [Relazione in Atti di Convegno]
Schiuma, Rosiana
abstract


2019 - Angelo Fortunato Formiggini. Ridere, leggere e scrivere nell'Italia del primo Novecento [Schede di catalogo]
Schiuma, Rosiana; Battini, Annalisa; Pederzoli, Elisa; Ricci, Milena
abstract


2019 - Bontempelli giurato (e dominus) dei premi letterari degli anni Trenta [Articolo su rivista]
Schiuma, Rosiana
abstract

Il saggio, dopo una cursoria ricostruzione del dibattito intorno ai premi letterari dell’Italia degli anni Trenta, si concentra sul profilo di Massimo Bontempelli, in stretto riferimento al ruolo di dominus da egli detenuto all’interno del sistema dei concorsi. La presa in rassegna dei principali premi letterari del periodo fa emergere in essi la presenza quasi pervasiva dello scrittore, il quale – nelle vesti di giurato – ha cercato di diffondere la linea novecentista di cui era portavoce e la rispettiva quota di scrittori che la rappresentavano, in una fase politico-culturale in cui la posta in gioco era diventare gli interpreti ufficiali della cultura letteraria.


2019 - "Io non c'entro". Eugenio Montale e i premi letterari degli anni Trenta (1931-1943) [Articolo su rivista]
Schiuma, Rosiana
abstract

Il contributo riflette sulla valenza dei premi letterari dell’Italia degli anni Trenta all’interno dell’immaginario di Eugenio Montale. Il quale intrattenne con essi un rapporto ambivalente, poiché se da una parte tese e giudicarli con un certo disprezzo – a causa della loro contiguità col sistema culturale fascista, rispetto al quale il poeta rivendicò (quando non esibì) la propria estraneità –, dall’altra non riuscì a disinteressarsene del tutto, sperando, anzi, di poter essere tra i fortunati assegnatari, anche e soprattutto per i vantaggi pecuniari veicolati dai premi, in specie da quelli erogati dalla Reale Accademia d’Italia. Tuttavia, nell’ingranaggio di quella macchina Montale ricoprì sostanzialmente la posizione di outsider, ruolo che lo costrinse a guardare ai concorsi poetici – per così dire – da lontano, e semmai con l’intento di sostenere autori amici come Salvatore Quasimodo e Sandro Penna.


2018 - "All'ombre meridiane incerte": ancora sui meriggi di Leopardi (con una postilla ungarettiana) [Articolo su rivista]
Schiuma, Rosiana
abstract

La nota si concentra sulla valenza che il topos del meriggio assume nella riflessione leopardiana. In particolare, si sofferma sull’incipit del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (1815) e su alcuni versi de La vita solitaria (1821), dal cui confronto emerge una diversa disposizione a pensare al mezzogiorno. Analizza anche i versi di Alla primavera o delle Favole antiche (1822) permeati dal motivo, per poi porre l’accento sulla fisionomia che il tema meridiano, variamente declinato, acquista: se nel Saggio il meriggio prende le mosse da premesse fantasiose, nell’idillio si svuota dei rimandi vitali per assolvere una funzione archetipica; nella canzone viene invece celebrato in quanto mito, soprattutto in relazione al ruolo vivificante che gli antichi riconoscono a esso.